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Una notte pazza in Argentina, e l’ultima lezione di Marcelo Gallardo

Il River Plate ha consegnato il titolo al Boca Juniors, nella maniera più incredibile.

Era difficile anche solo immaginare che La Bombonera, la casa del Boca Juniors, potesse esultare per un gol del River Plate. E invece ieri notte, nella notte italiana, è andata proprio così: il Boca ha pareggiato in casa con l’Independiente per 2-2 e ha conquistato il titolo nazionale grazie ai rivali storici del River, che hanno battuto il Racing in trasferta per 1-2. Ma non è tutto: anche il modo in cui sono maturati questi risultati è stato a dir poco emozionante, visto che il Boca avrebbe dovuto vincere ma non ha vinto, mentre il Racing ha sbagliato un rigore al minuto 90′ e poi ha subito la rete decisiva nell’ultimo minuto di recupero. È una vicenda intricatissima e assurda, che merita di essere rivissuta con ordine: alla vigilia dell’ultima giornata di campionato, domenica 23 ottobre, il Boca era in testa alla classifica con un punto di vantaggio (51 a 50) sul Racing Avellaneda, ed era atteso dalla sfida interna contro l’Independiente, acerrimo rivale del Racing; per un incrocio del calendario anche piuttosto crudele, lo stesso Racing doveva affrontare il River Plate in casa, e non c’è certo bisogno di ricordare quale sia il rapporto storico tra i Milionarios e il Boca. Per dare un ulteriore tocco di romanticismo e tensione al tutto, va anche ricordato che per Marcelo Gallardo, tecnico del River, quella contro il Racing sarebbe stata l’ultima partita prima di lasciare il club della sua vita dopo una – splendida – avventura durata otto anni.

Insomma, è evidente: c’erano tutte le premesse per un’ultima giornata a dir poco calda e movimentata, e basta riguardare il video della coreografia dei tifosi e del baccano alla Bombonera per intuire quale fosse l’atmosfera prima del match, intorno a questo/i match. La realtà, però, è riuscita ad andare oltre l’immaginazione più sfrenata: nel primo tempo, tra il 32esimo e il 34esimo, alla Bombonera sono arrivati il vantaggio dell’Independiente e il pareggio del Boca; cinque minuti dopo l’intervallo il Boca è passato in vantaggio, ma poi anche il Racing ha trovato il gol dell’1-0. Tutto invariato in classifica fino al minuto 80′, quando sono arrivati il pareggio del River e poi anche quello dell’Independiente, due gol che hanno rimesso il titolo in bilico. Infine, ecco i fuochi d’artificio a cavallo e oltre il 90esimo: mentre alla Bombonera il Boca non riusciva a trovare il gol che gli avrebbe dato il trionfo certo, ad Avellaneda il Racing falliva un rigore – con Galván, il cui tiro è stato intercettato da Armani – e poi andava addirittura sotto, per via di un gol di Broja.

In pratica, quindi, il River Plate ha letteralmente regalato il titolo al Boca Juniors, visto che la squadra guidata dall’ex terzino Hugo Ibarra – al primo trofeo da allenatore, anche perché in realtà è stato nominato come tecnico ad interim solo tre mesi fa –  non avrebbe vinto il campionato in caso di successo del Racing. E qui torniamo all’inizio, ovvero alla Bombonera che esulta grazie ai rivali di sempre. Al River, a Franco Armani, a Marcelo Gallardo. Che, prima di lasciare definitivamente la panchina del River, ha dato un’ultima lezione di stile e di calcio. Attraverso il comportamento suo e dei suoi uomini, e poi attraverso la spiegazione di quel comportamento: «Viviamo in un Paese sospettoso, in cui tutti sospettano di tutto, al punto che sembra non esistano più dei valori», ha detto in un’intervista rilasciata nel postpartita. «Noi, da sportivi, abbiamo la possibilità di dimostrare il contrario: che si può avere dignità, rispetto per il gioco, per la passione che il gioco genera in noi e nei tifosi. Noi difendiamo quello, non lavoriamo solo per vincere le partite. Perciò sono molto orgoglioso di questa vittoria, anche se abbiamo dato giovamento ai nostri rivali eterni. Anzi, il fatto che loro abbiano vinto in questo modo mi ha dato grande pace interiore».

Per Gallardo, come detto, è stata l’ultima gara sulla panchina del River dopo otto anni. Otto meravigliosi anni in cui ha vinto tutto quello che c’era da vinto, 13 trofei tra cui spicca la Copa Libertadores strappata proprio al Boca nella cosiddetta Final per la Gloria Eterna. Per gli Xeneizes, invece, quello conquistato ieri è il titolo nazionale numero 35, il quarto nelle ultime sei edizioni del campionato argentino, ed è stato celebrato con una grande radunata all’Obelisco, laddove si festeggiano le grandi gioie sportive delle squadre di Buenos Aires. Se volete, qui c’è un video di highlights incrociati che prova a restituire un po’ della tensione, della gioia e della delusione vissute questa notte. Senza riuscirci appieno, ovviamente, perché era francamente impossibile. Ma è già qualcosa: