Programmi per il weekend #2

Cosa ci aspetta nella tre giorni di campionati: la Juve al San Paolo, Sassuolo contro Chievo per l'altissima classifica. Poi, due derby: quello "minore" di Londra e quello di Mosca.

Questo weekend vi “proponiamo” due partite di Serie A, tra sabato e domenica. Venerdì andiamo in Championship, e per finire vi portiamo a Est, in Russia.

Fulham-Qpr (25 settembre, ore 20.45)

Il derby dell’altra Londra. Quella piccola, lontana dal sensazionalismo (e dalle sterline) di un qualsiasi incrocio tra Chelsea, Arsenal o Tottenham. Il massimo del romanticismo calcistico inglese: due club con sede nello stesso quartiere (il borough di Hammersmith e Fulham), due stadi che distano tra loro appena tre miglia. Uno di questi, quello che ospiterà il derby numero trentadue della storia, è lo storico Craven Cottage. Per un tifoso del Fulham, lo stadio che ha uno dei distinti – la Riverside Stand – a picco sul Tamigi vale persino più della squadra stessa. Figurarsi cosa accadde nel 2002, quando il Fulham, causa lavori di ammodernamento, fu costretto a lasciare momentaneamente il Cottage per giocare le gare interne al Loftus Roas, proprio l’impianto del Qpr. Fu quasi una sommossa popolare.

“Back to the Cottage”, breve documentario sull’attaccamento dei tifosi del Fulham al proprio stadio.

In campo, questa sera, ci vanno due squadre in via di ridimensionamento, reduci da annate particolari: il Fulham, dopo dieci anni di Premier, ha avuto un impatto pessimo con la Championship e, l’anno scorso, ha addirittura sfiorato la retrocessione in terza serie. Il momento storico del Qpr, invece, si sintetizza in una di quelle immagini virali che girano su Facebook, e che possiamo pressappoco riassumere così: promozione, acquisto di grandi giocatori, retrocessione. La nuova avventura nella serie cadetta è interlocutoria per entrambe: al momento gli Hoops (soprannome del Qpr) sono noni e avanti in classifica rispetto al Fulham, ma la distanza è minima (quattro punti, 12 a 8) e la sfiancante stagione della Championship è appena all’inizio. In campo, occhio ai calciatori più in forma: per i Cottagers il mediano Cairney e la punta McCormack, mentre negli Hoops continua il momento d’oro di Charlie Austin, ex muratore di professione riscopertosi attaccante di razza. I diciotto gol in Premier dell’anno scorso non sono bastati a garantirgli il grande salto. Ora ci riprova, ed è già a sei gol in otto partite di Championship.

La straordinaria stagione 2014/2015 di Charlie Austin: una volta faceva il muratore.

Napoli-Juventus (26 settembre, ore 20.45)

Non ingannino i nove e i dieci punti di distacco dall’Inter. Certo, dicono che l’inizio di azzurri e bianconeri è stato, semplicemente, non all’altezza. Ma sono numeri, e in quanto tali non possono dire tutto. Quindi, sì: nonostante i problemi di Sarri e Allegri, questa Napoli-Juve è e sarà una partita interessante. In campo andranno due squadre che sono due cantieri aperti: il Napoli ha cambiato gestione tecnica, metodi di lavoro e modo di occupare il campo, mentre la Juventus ha voluto cancellare il quasi Triplete 2015 e ha ricominciato praticamente daccapo.

Nemmeno un anno fa e sembra passata una vita.

Tatticamente, assisteremo a uno scontro tra due allenatori “adattati”: entrambi, da sempre innamorati del 4-3-1-2, hanno dovuto “piegarsi” alle esigenze di due organici che spingono in altre direzioni. Per Sarri, il 4-3-3 è necessario per garantire copertura ad una squadra fatalmente e geneticamente squilibrata in avanti; Allegri, invece, dopo la cessione di Vidal e le prime prove negative di Hernanes come trequartista, sceglierà tra il tridente o la difesa a tre, in modo da esaltare comunque le qualità di Cuadrado e gestire al meglio le assenze di Marchisio, Khedira e Mandzukic, non arruolabili per la sfida del San Paolo. Che per la classifica odierna assumerà anche i tratti inattesi dello “scontro tra deluse”, ma che vedrà affrontarsi due squadre alla ricerca perenne del bel calcio e di una (nuova) identità. Napoli-Juventus, questo Napoli-Juventus, sarà interessante anche per questo, per capire chi sia più avanti nel suo nuovo progetto. I segnali incoraggianti non sono mancati né per gli azzurri (le prestazioni esaltanti contro Brugge e Lazio) né per i bianconeri splendidi corsari a Manchester, ma sono in netta minoranza rispetto ai dubbi e alle difficoltà di un inizio complicato. E ai risultati, ovviamente. Per la Juventus, infatti, questo è il peggior avvio di campionato dal 1970. Il Napoli, invece, non cominciava così male dalla stagione 2009/2010, con Donadoni in panca e quattro punti nelle prime cinque. Nonostante l’eloquenza di questi numeri, per Sarri non sarà una partita decisiva. Allegri è sulla stessa frequenza e sostiene che Napoli-Juventus non sarà una sfida da dentro o fuori. Entrambi chiedono, giustamente, pazienza.

Cska Mosca – Lokomotiv Mosca (26 settembre, ore 13)

Prima contro seconda. Ma non solo, ovviamente. Perché parliamo di un derby, seppur ambientato in una città che solo in prima serie conta quattro club. E poi perché s affrontano due squadre in crescita, destinate a competere con lo Zenit per la vittoria della Premier League russa. Il Cska parte nettamente favorito, dall’alto di un organico di prim’ordine e ricco di elementi dal riconosciuto valore internazionale: gli stranieri Mário Fernandes, MusaTošić, Erëmenko e Doumbia (che da queste parti fa ancora la differenza), più gli autoctoni (ed eterni) Berezutski, Akinfeev ed Ignashevich. E poi il principino calcistico della Russia, quell’Alan Dzagoev a cui gli addetti ai lavori hanno profetizzato una grande carriera e che ha tutti i numeri per farla davvero, questa grande carriera. Solo che ha già 25 anni e gioca ancora, seppur da protagonista, “solo” nel Cska.

La roba bella di Alan Dzagoev.

Meno scintillante la rosa della Lokomotiv, che ai calciatori russi aggiunge pochi nomi d’appeal: l’ex City Corluka, il portiere brasiliano Guilherme e Moubarak Boussoufa, ex grande talento marocchino (e olandese, essendo nato ad Amsterdam) passato per l’Anzhi e poi arrivato nella capitale al momento della frantumazione dei gialloneri del Daghestan. In rampa di lancio, quindi, più che gli stranieri scartati dai grandi campionati, ecco un attaccante venticinquenne del Senegal ancora sconosciuto al grande pubblico: Oumar Niasse. Un tipetto niente male, con già sei gol e tre assist in otto gare stagionali. Ha già segnato anche in Europa League.

Qualche gol (e la velocità) di Oumar Niasse.

Il derby e la Premier League, ok. Ma Cska-Lokomotiv è anche un fronte comune contro la decisione, un po’ controversa, della federazione russa. Che, in vista dei mondiali casalinghi del 2018, ha deciso nella scorsa primavera di limitare a sei il numero di stranieri in campo nelle gare di campionato. Un taglio che costringe e costringerà le due squadre a limitare il contingente straniero in campo, anche in questo derby che vale un bel pezzo di campionato.

Sassuolo-Chievo (27 settembre, ore 15)

È l’idea che ci sia ancora il “calcio di provincia” ad essere sbagliata. La provincia, oggi, è chi rimane attaccato a un certo vecchiume, a una gestione societaria da “tutto e subito”, con poca lungimiranza. Il Sassuolo con il suo stadio di proprietà, o il Chievo che negli ultimi anni conferma utili (risicati, ma pur sempre utili), appartengono a un calcio in linea con una fascia medio-alta. Come la loro classifica: terza contro quarta, un punto a dividerle, se fossimo qualche mese più avanti si parlerebbe di scontro diretto per un posto in Champions. L’appeal lo si guadagna sul campo, lo si conferma stagione dopo stagione: Sassuolo e Chievo hanno fatto staccare oltre 7000 tessere di abbonamento, che molte non sono ma neppure poche. In sei anni gli emiliani hanno quadruplicato la media spettatori casalinga: non male, per una squadra che in un certo senso gioca in trasferta, a Reggio Emilia. A Verona, sponda clivense, i prezzi degli abbonamenti sono stati contenuti, e le formule di agevolazione aumentate. E al Mapei Stadium, domenica, non ci saranno forze dell’ordine. Succede, quando c’è semplicemente voglia di fare calcio.

Una delle cose più belle del campionato.

Poi, il campo: non ci è mai capitato di annoiarci, guardando una partita del Sassuolo o del Chievo. Perché ognuno sa quello che deve fare: meccanismi funzionanti, coinvolgenti. Non servono idee astruse, rivoluzionarie: ciò che sorprende delle due squadre è la semplicità, la capacità di creare gioco in modo geometrico e ordinato. Due esempi, su tutti. Il primo gol dei neroverdi all’Olimpico: Defrel scambia con Politano, poi scappa alle spalle della difesa romanista per ricevere il passaggio in profondità di quest’ultimo. La rete del Chievo nell’ultimo match con il Toro: un lancio lungo trasformato in un’arma offensiva, con la corsa di Castro a seguire le sponde di Paloschi e Meggiorini.

 

Nell’immagine in evidenza, José Callejón in acrobazia. Maurizio Lagana/Getty Images