Ha lasciato il calcio nel 2008. Per coerenza. Al termine della stagione giocata con la maglia del Newcastle, appena retrocesso, aveva detto di voler rimanere anche in serie cadetta. Ma a una sola condizione: «Shearer deve rimanere l’allenatore». Appena i Magpies annunciarono l’esonero del manager, Viduka rescisse il contratto e terminò la sua carriera.
Lasciandosi alle spalle i numeri del grande attaccante, 269 centri in 550 presenze, amato in tutti gli stadi in cui è stato protagonista. Il viaggio di Viduka è lunghissimo: parte dall’Australia, passa per la Croazia e finisce in Gran Bretagna, dove il suo essere centravanti fisico e di sacrificio non poteva che trovare estimatori. Il Celtic Glasgow, il Leeds dei miracoli, il Middlesbrough. E poi il Newcastle, che chiude la parabola del primo grande giocatore planetario partorito dall’Australia. Per coerenza, con coerenza.
Oggi, The Duke compie quarant’anni. Lo celebriamo con una compilation di video, ma è bello e giusto anche riconoscergli il merito principale: aver dimostrato al mondo che anche gli australiani sanno giocare bene a calcio. I Kewell o i Bresciano dell’altro ieri, così come i Cahill o i Matthew Ryan di oggi, devono quasi tutto a lui.
I primi passi con i Melbourne Knights. Viduka è quello grosso, con la maglia rossa numero nove.
Dicembre 1999. Mark è al secondo anno al Celtic dopo tre buone stagioni a Zagabria con la Dinamo. Dopo pochi mesi lascerà la Scozia per il Leeds, con uno score di 30 gol in 37 partite. Uno di questi gol è discretamente importante. Viduka lo segna nell’Old Firm
Il Leeds United di David O’Leary è una macchina bellissima. Viduka ne è il perfetto terminale offensivo. Lo sa bene il Liverpool, che qui incassa quattro gol dall’australiano. In una volta sola.
Più che in campionato, il Leeds 2000/2001 si esprime al meglio in Champions League. Arriverà fino alle semifinali. Qui batte la Lazio a domicilio. Il 70% del gol è tutto nell’assist di tacco di Viduka.
Corsa, sportellata, botta nel sette. Contro un Chelsea molto diverso da quello di oggi.
Sono passati appena due anni dalla semifinale di Champions, ma il Leeds è già costretto a lottare per non retrocedere. Questo gol ad Highbury vale la salvezza del 2003.
Capitano della nazionale australiana. Qui segna un gol non banale, anche se gli avversari sono quelli delle Isole Salomone.
L’avventura al Middlesbrough dura tre stagioni, fino al 2007. Segna anche gol così, da attaccante completo.