Jovetić e Ranieri, su Undici #7

Due personaggi chiave del momento, primi con le loro squadre: uno trascinatore dell'Inter, l'altro allenatore della sorpresa Leicester. Intervistati, nel nuovo numero di Undici.

Da ieri a Milano, da oggi nelle edicole e librerie di tutta Italia: il numero 7 di Undici è arrivato (questo il link per sapere tutto quello che c’è), e lo riconoscete dal faccione in copertina di Stevan Jovetić. L’attaccante nerazzurro ci ha svelato molte cose interessanti su di sé, sulla sua storia e sul momento che sta vivendo. L’Inter capolista, ma anche la sua centralità nel progetto Mancini, testimoniata dalla volontà della società di fargli indossare la maglia numero 10. E poi i gol, preziosi per un attaccante: con quello di Udine, sabato scorso, fanno 4 centri stagionali. Tra la doppietta a Carpi e la rete del Friuli è passato un po’ di tempo, ma Jovetić ha raccontato che, dopo tutto, il digiuno da gol non va vissuto come un dramma: «Mi dispiace non aver segnato per un po’ dopo le prime due partite. Però ho fatto assist, anche a Palermo, anche contro la Roma, e siamo primi in classifica. Meglio così che segnare otto gol ed essere ottavi».

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Il montenegrino è tornato in Italia dopo due anni al Manchester City, una parentesi in cui non è andato troppo bene come sperava, anche per via dello scarso minutaggio: «Non ho mai litigato con Pellegrini, ma meritavo di giocare di più. Quando stavo bene non mi faceva giocare, quando segnavo uscivo dopo 50 minuti, 60 al massimo. Con quei minuti di più non potevo fare». Il ritorno in Italia è il ritorno ad un altro tipo di calcio, più difficile secondo Jovetić: «In Premier è più facile giocare che in Italia perché giocano più aperti. Invece qua stanno tutti indietro, c’è poco spazio».

La Premier League, appunto, dove dopo 16 giornate c’è un padrone inaspettato: Claudio Ranieri, allenatore del sorprendente Leicester, che ci ha regalato un’imperdibile intervista. Innanzitutto, ci ha detto dove possono arrivare i suoi Foxes: «Non può durare, per ora ce la godiamo, progettiamo e stiamo calmi. Tra 3 anni magari, quando i giovani cresceranno, potremo competere con i dominatori della Premier. Adesso aspettiamo, facciamo un bel respiro e non perdiamo la concentrazione».

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Ranieri ripercorre tutta la sua carriera: gli esordi, i primi riconoscimenti a Cagliari e Firenze, le esperienze all’estero, con la Roma a un passo dallo scudetto. In un derby capitolino, sostituì Totti e De Rossi in un colpo solo: «Non furono esattamente felici. Per fortuna vincemmo, altrimenti non so cosa sarebbe successo». Insieme a Totti, Zola, Del Piero, Rui Costa, Francescoli. Tutti grandi numeri dieci che il tecnico romano ha avuto la fortuna di allenare: «Il calcio è anche e soprattutto imprevedibilità e i campioni devono essere liberi di fare quello che gli riesce meglio. Inventare, trovare il colpo utile a cambiare il corso di una gara, provare a immaginare una soluzione a cui non ha pensato nessun altro».