L’allenatore più giovane della storia della Bundesliga

Si chiama Julian Nagelsmann e a 28 anni è diventato il nuovo tecnico dell'Hoffenheim. Predica un calcio offensivo e si ispira a Tuchel.
di Redazione Undici 11 Febbraio 2016 alle 16:35

L’Hoffenheim ha un nuovo allenatore, Julian Nagelsmann, e la notizia resterebbe confinata al Baden-Württemberg e poco oltre se non portasse con sé un record: Nagelsmann ha solo 28 anni, un’età che lo fa diventare il più giovane allenatore di sempre nella storia della Bundesliga. In Serie A, questo primato appartiene a Vincenzo Montella, che nel 2011 ha debuttato sulla panchina della Roma a 36 anni.

L’Hoffenheim è ultimo in Bundesliga con 14 punti, alla pari dell’Hannover. L’ultimo punto l’ha conquistato in questa partita contro il Bayer Leverkusen

Nagelsmann era stato già scelto come tecnico per la panchina dell’Hoffenheim, ma solo a partire dalla prossima stagione: la decisione è stata anticipata a seguito delle dimissioni di Huub Stevens, che ha lasciato per problemi di salute. Nagelsmann è arrivato all’Hoffenheim nel 2013, quando aveva appena 25 anni, in qualità di vice-allenatore. Il suo modello è Thomas Tuchel, attuale allenatore del Borussia Dortmund, che ha incrociato ad Augusta, quando giocava da calciatore nella formazione Under 19: la sua carriera, però, si è conclusa presto a causa di un brutto infortunio al ginocchio. Una volta smesso con il calcio, Nagelsmann ha studiato prima Business Administration, per poi abbandonare e laurearsi in Scienze motorie: un percorso che l’ha portato ad allenare, fin da subito, squadre Under nel sud-ovest della Germania.

«Allenare è più divertente che giocare», dice Nagelsmann. «Come giocatore basta correre come un treno, ma per allenare devi pensare costantemente a come migliorare la squadra. E lo fai non solo sul campo di allenamento, ma anche dopo». La sua filosofia di gioco è offensiva: «Bisogna attaccare gli avversari nella loro metà campo, è più facile arrivare in porta se recuperi la palla più vicino. Tra le squadre che ammiro c’è il Villarreal, e poi ovviamente Barcellona e Arsenal».

>

Leggi anche

Calcio
Capo Verde ai Mondiali non è un miracolo, ma il frutto di un progetto portato avanti in mezzo alle difficoltà
La qualificazione conquistata dalla Nazionale africana arriva da lontano, da un'identità molto forte e da anni di lavoro, come raccontano il centrocampista Andrade e l'ex ct Rui Águas.
di Emanuele Giulianelli
Calcio
Quella tra Italia e Israele è una partita che dimostra come il calcio sia uno strumento nelle mani della politica
UEFA e FIFA sembravano a un passo dall'esclusione di Israele dalle competizioni ufficiali, poi le cose sono andate diversamente. Perché ormai le partite sono uno specchio riflesso di quello che succede tra Trump, Netanyahu e tutti gli altri capi di Stato.
di Alessandro Cappelli
Calcio
Marcus Rashford ci ha messo pochissimo per tornare ai suoi livelli, e per far innamorare il Barcellona
Agevolato anche dagli infortuni di Yamal e Raphinha, l'attaccante inglese è diventato subito protatonista.
di Redazione Undici
Calcio
Come hanno fatto le Isole Far Oer a mettere insieme una Nazionale competitiva?
Neanche 60mila abitanti, pochissimi giocatori professionisti. Non andranno al Mondiale (per quanto l'aritmetica ancora non lo escluda), ma sono già andati oltre ogni aspettativa. E attenzione al futuro.
di Redazione Undici