«Ricordo il mio primo incontro con il presidente, quando arrivai al Leicester City quest’estate. Si sedette a fianco a me e mi disse: “Claudio, questo è un anno molto importante per il club. È vitale per noi rimanere in Premier League. Dobbiamo salvarci”». La lettera che Claudio Ranieri, allenatore del miracolo Leicester, ha scritto su The Players’ Tribune, inizia così. Continua: «Ho 64 anni, non esco molto. Mia moglie sta con me da 40, quindi nei miei giorni di riposo cerco di passare del tempo con lei. Andiamo al lago vicino a casa nostra, o se ci sentiamo più avventurosi guardiamo un film. Ma ultimamente, ho sentito il rumore da ogni angolo del mondo. È impossibile da ignorare».
Ranieri racconta dell’arrivo al Leicester, delle prime impressioni dei suoi nuovi giocatori, come Kanté («Kanté correva così tanto che pensavo avesse una batteria nascosta nei pantaloncini. Non smetteva mai di correre»), o Vardy, a cui ha detto di sentirsi libero di muoversi in tutto il fronte offensivo, a patto di pressare subito gli avversari una volta perso il possesso.
Poi un curioso aneddoto sui troppi gol subiti. Dopo un ottimo inizio di campionato, superiore a ogni aspettativa, il Leicester continuava ad avere una difesa troppo perforabile. La soluzione: al primo clean-sheet, pizza per tutti. Il clean-sheet arrivò, e ne arrivarono altri: una dozzina, per la precisione.
Tutta l’intervista, con un finale, naturalmente, che tocca corde più epiche ed emozionanti, è su The Players’ Tribune.