Cipro inferno

Minacce, bombe, corruzione e partite truccate: il calcio a Cipro, anarchico e spietato, senza speranze di cambiamenti all'orizzonte.

La prima bomba è scoppiata nel febbraio 2014 all’interno della macchina del più importante arbitro cipriota Leontios Trattos. La Cyprus Football Association (Cfa) ha definito il gesto un «atto di terrorismo» e sospeso per una settimana tutte le partite di prima divisione. Otto mesi dopo, un secondo ordigno è esploso davanti alla sede dell’Associazione arbitri. Succede così a Cipro, da ormai due anni. Un leitmotiv dinamitardo che ha preso di mira gli arbitri del Paese: le loro vetture vengono fatte saltare in aria attraverso una serie di attacchi rivendicati dal gruppo Armed Gate Niners Urban Guerillas, del quale fanno parte alcuni ultrà del Gate 9 al seguito dell’Omonia. Su un totale di sei attentati avvenuti finora, almeno due portano la loro firma. Dicono di voler «iniziare una lotta armata per combattere la corruzione che sta dilagando nel movimento calcistico contemporaneo».

Uno scandalo divenuto di dominio pubblico quando l’arbitro Marios Panayi ha deciso di averne abbastanza. Il 17 dicembre 2014 ha convocato una conferenza stampa straordinaria e ha rivelato tutto: rigori inventati ed espulsioni pilotate per manipolare l’esito delle partite. Come ricompensa, i direttori di gara avrebbero avuto la possibilità di accedere allo status di internazionale e ricevere salari tre volte superiori. A sostegno di queste affermazioni, Panayi ha fornito nomi, documenti e audio di conversazioni telefoniche che hanno rovesciato il vaso di Pandora. Queste dichiarazioni, oltre a costargli l’espulsione dalla federazione e la fuga in Gran Bretagna, hanno portato nelle settimane seguenti all’arresto degli arbitri Michalis Spyrou e Michalis Argyrou, accusati di aver provato a influenzare altri colleghi in passato. Il suo coming out ha squarciato il velo di omertà sul calcio cipriota, ma al tempo stesso ha esasperato una situazione divenuta ormai fuori controllo. Sono esplose ulteriori bombe: una nel gennaio 2015 davanti alla casa di Thomas Mouskos, l’altra un paio di mesi più tardi, nuovamente all’interno dell’auto di Trattos.

Cyprus, Larnaka:Omonoia FC fans before the game against Ermis Aradippou on May 16,2014
Tifosi appartenenti al Gate 9 dell’Omonia

In base a quanto affermato da Panayi, sui circa 300 arbitri presenti a Cipro, non più del 10% può definirsi pulito. Le partite incriminate riguardano soprattutto quelle di squadre che negli ultimi tre anni hanno lottato per non retrocedere. Gli ordini sarebbero partiti dai vertici della Cfa, come rivelato anche da Spyros Neofitides, presidente dell’Associazione calciatori, che ha parlato di intimidazioni ricevute per far passare tutto sotto silenzio. In cambio dei voti utili per mantenere le cariche all’interno della Federcalcio, con la conseguente possibilità di lucrare sui diritti televisivi, i dirigenti concordavano risultati ad hoc con quelle squadre che, in caso di salvezza, avrebbero garantito il maggior numero di introiti. A sostegno di questa tesi, il Cyprus Auditor General’s report del 2013 aveva mostrato come, dei 2,8 milioni di euro pagati alla Cfa dalla piattaforma Cytavision per trasmettere le gare di prima divisione, 2,2 milioni erano stati versati a quattro compagnie straniere collegate a un membro del Comitato Esecutivo della Federcalcio.

La corruzione nel calcio cipriota è tuttavia un affare più complesso, che non riguarda solo gli arbitri, ma coinvolge parallelamente gli oltre 600 giocatori sparsi tra le prime due divisioni nazionali. Persino i bookmakers si sono accorti del flusso anomalo di puntate, sospendendo le scommesse sulle gare ritenute sospette, mentre la Federbet, nel rapporto annuale del 2015, ha titolato la scheda su Cipro «la lega è una truffa, ma le minacce sono vere», evidenziando come la precaria situazione del Paese abbia agevolato la diffusione delle combine. Le cause di questa calciopoli mediterranea partono da lontano, precisamente dalla crisi bancaria del 2012. Molti giocatori, a causa dei circa 60 milioni di debiti che hanno sommerso le società, sono stati costretti ad attendere mesi prima di ottenere gli stipendi, a tal punto che la FifPro (Associazione Internazionale dei calciatori) si è schierata contro il tesseramento di nuovi atleti da parte delle squadre cipriote. Ristabilito un certo equilibrio, molti dirigenti hanno intravisto nelle scommesse illegali il mezzo ideale per ottenere soldi facili e aumentare i fondi propri e dei club. Con 350 tesserati in prima serie e 280 in seconda, non è stato difficile organizzare tentativi di combine. Gli atleti venivano raggiunti negli spogliatoi, spesso durante l’intervallo delle partite, e convinti della bontà dell’imbroglio: quei soldi sarebbero serviti anche per pagare i loro stipendi arretrati.

PAPHOS, CYPRUS - OCTOBER 27: Players from team England warm up before the start of the match against Macedonia on October 27, 2014 in Paphos, Cyprus. (Photo by Andrew Caballero-Reynolds/Getty Images)
Giocatori si allenano allo stadio di Paphos (Andrew Caballero-Reynolds/Getty Images)

Uno degli aspetti più preoccupanti riguarda la consapevolezza e la mancata denuncia da parte degli stessi giocatori: circa l’80% è infatti a conoscenza dei tentativi di truccare le partite. Lo scorso anno la FifPro ha lanciato un sondaggio nel quale chiedeva loro di riportare, in forma anonima, i casi in cui sospettavano ci fosse stato match fixing. I risultati sono stati impietosi: il 69% ha ammesso che molte gare sono state manipolate. Alcune riguardavano grandi club come l’Apoel Nicosia, l’Anorthosis Famagosta, l’Omonia e l’Apollon Limassol. Nonostante Cipro abbia portato almeno un club in Champions League o in Europa League in sei occasioni dal 2010 a oggi, il campionato continua a godere di scarso appeal. Basta dare uno sguardo ai dati relativi l’attendance di riempimento degli stadi, che nella scorsa stagione ha toccato il minimo storico: appena 2.542 presenze, il peggior risultato negli ultimi sedici anni. Dal 2010 la media spettatori è sempre calata, segno dell’indignazione che ha colpito i tifosi, decisi a non rassegnarsi all’idea di assistere a incontri dall’esito già scontato e deciso a tavolino. A registrare le maggiori perdite sono state proprio le grandi del Paese, con l’attendance dell’Apollon Limassol che nel 2015/16 è addirittura calata del 38% rispetto alla stagione precedente.

Anche la politica ha deciso di alzare la voce e assumere una posizione. Il presidente della commissione parlamentare Sotiris Sampson ha invocato una collaborazione tra la Cfa, la polizia e le società che possa portare alla «creazione di nuove soluzioni». La Cfa, su pressione del Ministro della Giustizia, ha così promulgato lo scorso 22 agosto una serie di misure speciali per arginare il fenomeno. Le punizioni partono dalle 5mila sterline di multa di multa per le società coinvolte per la prima volta, fino ad arrivare all’esclusione dai finanziamenti che la Federazione calcistica riserva ogni anno. Nei casi più gravi e reiterati sono previste pene più corpose, dalla detrazione di 9 punti alla retrocessione d’ufficio. Le sanzioni riguardano anche calciatori e allenatori, che rischiano squalifiche di due anni.

Apoel's players celebrate after their UEFA Champions league football match against Atletico Madrid at the Vicente Calderon stadium on September 15, 2009 in Madrid. The match ended in a 0-0 draw. AFP PHOTO/DOMINIQUE FAGET (Photo credit should read DOMINIQUE FAGET/AFP/Getty Images)
I giocatori dell’Apoel dopo una gara contro l’Atlético Madrid, nel 2009 (Dominique Faget/AFP/Getty Images)

Nel frattempo Spyros Neofitides è stato deferito da un comitato disciplinare della Cfa a causa delle dichiarazioni che accusavano la federazione di complicità: «Il provvedimento dimostra quanto qualcuno abbia paura – ha detto – e l’intenzione di mettere a tacere qualsiasi tentativo di rivelare quello che effettivamente sta accadendo». Sulla questione è intervenuta anche la Uefa, che già lo scorso anno aveva inviato alla Cfa un dossier contenente le prove che dal 2013 erano state manipolate 17 partite. L’ultimo caso posto sotto osservazione è avvenuto pochi giorni fa: alla Cfa è arrivato un file contenente i dettagli della gara tra Apollon Limassol e Aez vinta per 4-0 dai padroni di casa. È contrassegnato dal colore rosso, quello utilizzato per indicare incontri in cui sicuramente c’è stato match fixing. Sono passati oltre due anni dal primo caso: la diagnosi resta sempre la stessa, la cura, invece, fatica ad arrivare. I tempi difficili per il calcio cipriota sembrano non finire mai.

 

Nell’immagine in evidenza, la squadra dell’Ermis Aradippou a raccolta (Yiannis Kourtoglou/EuroFootball/Getty Images)