Quando si analizza la carriera di un calciatore nella sua completezza ci sono poche cose che aggiungono valore al percorso: come una convocazione con la propria Nazionale. Ritrovarsi tra i 23 migliori giocatori del proprio Paese ha da sempre conferito al destinatario della chiamata quel senso misto di orgoglio, responsabilità e gratificazione da non poter essere descritto senza scadere nel banale. Il tema delle convocazioni si ripete in maniera praticamente periodica e riveste un fascino particolare: adesso sono i Mondiali di Russia 2018 che si avvicinano e ci danno lo spunto per conoscere le storie diverse dei protagonisti chiamati per la prima volta a confrontarsi a livello internazionale nelle qualificazioni. Se per alcuni rischia di essere un’apparizione quasi casuale e passeggera, quasi un premio alla carriera, per altri si tratta più formalmente di un battesimo, della prima di una lunga serie di uscite in rappresentanza del proprio Paese.
Michael Keane – Inghilterra
«Quando ho trovato sul cellulare tutte quelle chiamate perse del mio allenatore (Sean Dyche) ho subito pensato che avessi fatto qualcosa di sbagliato», ha dichiarato il giovane difensore del Burnley, protagonista in Premier della sorpresa della settimana. Perché il ko di Glen Johnson ha convinto il nuovo allenatore ad interim della Nazionale inglese, Gareth Southgate, a puntare su un giocatore che già conosceva bene dai tempi dell’Under 21, preferendolo a terzini destri puri come Danny Simpson (Leicester), Joel Ward (Crystal Palace) e Adam Smith (Bournemouth). Keane, che in seguito alle ultime brillanti uscite in pochi mesi ha moltiplicato di dieci volte il suo valore di mercato (il Manchester United lo ha praticamente regalato ai Clarets per 2.5 milioni di sterline nel gennaio 2015) ha comunque ottime chance di vedersi riconfermato tra i convocati nel ruolo di difensore centrale, dove potrebbe formare la coppia del futuro con John Stones.
Michael Keane del Burnley durante una gara di Premier League contro lo Swansea (Nigel Roddis/Getty Images)
Aymeric Laporte – Francia
È senz’altro l’infortunio patito lo scorso marzo ad aver tardato così tanto la convocazione del giovane talento dell’Athletic Bilbao da parte di Deschamps che, a corto di difensori, l’avrebbe volentieri scelto per i ventitré di Euro 2016. Adesso, oltre che per ovviare alle tante defezioni nel reparto arretrato, il ct francese è stato praticamente obbligato dalla Federazione a chiamare il classe 1994 per evitare che si prolungassero le avance provenienti dalla Spagna, la terra dove Aymeric ha sempre giocato, diventando basco d’adozione. Messe a tacere, dunque, alcune voci interlocutorie riguardo alla reale volontà di Laporte, dalle parti di Clairefontaine si aspetta solamente il suo esordio, che potrebbe già esserci venerdì in casa contro la Bulgaria. Sarà senz’altro la prima di una lunga serie per il numero 4 dell’Athletic, che dopo aver superato le 150 presenze con i Zurigorriak ha recentemente rinnovato con il club basco aumentando ancora la clausola rescissoria, fissata a circa 70 milioni di euro, e ritardando così la sua cessione.
Aymeric Laporte è il futuro del calcio francese?
Ander Herrera – Spagna
Ci voleva un allenatore basco per portare in Nazionale questo centrocampista che, a differenza di Laporte, è basco al 100%. Uno dei migliori colpi della sfortunata era van Gaal, il play del Manchester United si è messo particolarmente in luce nelle ultime uscite, riconosciuto come il miglior partner possibile per Paul Pogba. Le assenze di Xabi Alonso e Fábregas , insieme ai forfait di Saúl Ñíguez e per ultimo di Javier Martínez, hanno di fatto aperto le porte della Roja a Herrera, che, come riporta Marca, è riuscito a presentarsi presso il centro di Las Rozas appena 45 minuti dopo aver ricevuto la chiamata di Lopetegui, interrompendo i suoi giorni di vacanza. Come se, a 27 anni già compiuti, avesse fiutato che questa sarebbe stata davvero la volta buona. Ha anche un coro molto divertente: «drinks Estrella by the cask / not Spanish he is Basque».
Gelson Martins – Portogallo
Qualche giorno fa è uscita fuori la storia che nel 2012, quando stavano per accordarsi per il passaggio di Jeffrén allo Sporting, i dirigenti del Barça avevano avuto in pugno questo giovane capoverdiano dal talento cristallino, salvo poi preferire gli acquisti di Edgar Ié e Agostinho Cà, presto finiti dimenticati. Nativo di Praia come Nani, Gelson Martins è l’unica novità assoluta nelle file dei neo-campioni d’Europa in vista delle sfide contro Andorra e Far Oer, contro cui la baby ala ha grosse chance di esordire. Non ha giocato gli Europei Under 21 del 2015 e quest’anno non ha partecipato alle Olimpiadi; ad inizio stagione guadagnava appena 120 mila euro: gli sono bastate poche uscite stagionali (e una vetrina come quella del Bernabeu, dove è stato a tratti imprendibile) per portarlo subito alla ribalta europea. Non è di certo una sorpresa per gli scout navigati come Ariedo Braida, che ha confermato di seguirlo da tempo per conto del Barcellona. Martins gioca quasi stabilmente sul fronte offensivo destro: quando non segna, fa segnare ai compagni. Al netto di una serie di miglioramenti necessari, se il portoghese continuerà con questo rendimento lo Sporting farà molta fatica a trattenerlo, ma si è già parzialmente tutelata impostando una clausola rescissoria già altissima, una cifra le Big europee non faranno fatica a sborsare.
Un video con tutte le giocate più belle di Gelson
Lynden Gooch – Stati Uniti
La decisione di abbandonare a dodici anni la California per allenarsi sotto la pioggia di Sunderland, almeno per il momento, pare aver pagato: per il giovane nordamericano è arrivata la chiamata di Klinsmann che gli permetterà di prendere parte a un evento doppiamente storico: l’amichevole che si disputerà a Cuba, 69 anni dopo l’ultima volta. Figlio di un inglese e un’irlandese ha tuttavia optato per giocare negli Usa, dove è nato. Gooch è una delle poche note positive di questo inizio di stagione dei Black Cats, schierato a sorpresa a centrocampo già nella prima uscita stagionale all’Etihad Stadium con quel vistoso numero 46. È tozzo ma fisico e tecnico, anche se la sua qualità migliore è molto probabilmente la velocità, visto che come evidenziato dal Telegraph è il secondo più veloce del campionato: 21,87 miglia orarie, peggio solamente di Shane Long.
Un po’ di azioni di Lynden Gooch durante il prestito al Doncaster Rovers
Wendell – Brasile
Insieme al secondo portiere, il debuttante Alex Muralha, il nome nuovo nella Seleção di Tite è quello del terzino in forza al Bayer Leverkusen, considerato la migliore controfigura possibile dell’acciaccato Marcelo. Anche se è difficile che l’esterno scalzi nelle gerarchie Filipe Luís, pressoché certo di partire titolare nelle sfide di qualificazione contro Bolivia e Venezuela, per Wendell è già una bella soddisfazione aver vinto il ballottaggio con due validi colleghi di reparto come lo juventino Alex Sandro e l’ex nerazzurro Alex Telles. Nel frattempo, in patria, la scelta di Tite ha rappresentato l’ennesima occasione per mettere in discussione le scelte dei ct, come accaduto durante l’era Dunga. Reduce da un inizio poco confortante a Leverkusen, Wendell (che ha l’età dalla sua: ha ancora 23 anni) ha piano piano preso confidenza con il campionato tedesco, anche grazie ai consigli di Zé Roberto, uno dei pionieri brasiliani in Bundesliga.