Ma il Parma?

C'è stata una rivoluzione societaria: via l'intero staff tecnico, protagonista del post fallimento, mentre il presidente Scala ha dato le dimissioni.
di Redazione Undici 23 Novembre 2016 alle 12:43

Sabato scorso, nella gara di 14esima giornata di Lega Pro girone B, il Parma ha perso 4-1 in casa contro il Padova. Dopo il vantaggio di Calaiò, i veneti hanno dilagato tra la fine del primo tempo e l’inizio del secondo, costringendo i ducali alla terza sconfitta interna stagionale. Il pesante rovescio contro il Padova ha aperto una crisi societaria all’interno del Parma: la dirigenza ha esonerato ben tre figure centrali della società, l’allenatore Luigi Apolloni, il direttore sportivo Andrea Galassi e il responsabile dell’area tecnica Lorenzo Minotti. In disaccordo con le decisioni della proprietà, il presidente Nevio Scala ha dato le dimissioni da presidente.

È stata una decisione sorprendente, perché Scala, Apolloni, Galassi e Minotti erano stati gli artefici della rinascita del Parma dopo il fallimento. Gli emiliani erano falliti nel marzo 2015, al culmine del loro disordine societario: dopo le difficoltà finanziarie dell’ex presidente Tommaso Ghirardi, la squadra era passata di mano in mano a vari soggetti, tutti incapaci di assicurare investimenti e solidità al club. In quella stagione, terminata all’ultimo posto in Serie A con 19 punti (e 7 di penalizzazione), si possono contare ben sette presidenti succedutisi alla guida del club (Ghirardi, Doca, Giordano, Kodra, Manenti, Anedda, Guiotto).

La sconfitta contro il Padova

Nell’estate 2015 il Parma è stato rifondato con la denominazione Parma Calcio 1913 e iscritto in Serie D. A capo della nuova società c’è la cordata Nuovo Inizio Srl, formata da imprenditori locali (Guido Barilla, Giampaolo Dallara, Mauro Del Rio, Angelo Gandolfi, Marco Ferrari, Giacomo Malmesi e Paolo Pizzarotti). L’assetto societario prevede la possibilità per i tifosi di diventare soci, sottoscrivendo azioni di Parma Partecipazioni Calcistiche. Per avvicinare ulteriormente la città alla squadra, erano stati richiamati in società figure legate al passato importante del Parma degli anni Novanta, capace di arrivare secondo in Serie A nel 1996/97 e di vincere una Coppa delle Coppe e due Coppe Uefa: Nevio Scala, allenatore dal 1989 al 1996, Luigi Apolloni, difensore dal 1987 al 1999, e Lorenzo Minotti, difensore dal 1987 al 1996. Era rimasto anche Alessandro Lucarelli, capitano della squadra e arrivato a Parma nel 2008.

PARMA, ITALY - APRIL 17:  Nevio Scala president of Parma celebrates with supporters after the Serie D match between Parma Calcio 1913 and Delta Rovigo at Stadio Tardini on April 17, 2016 in Parma, Italy.  (Photo by Roberto Serra/Getty Images)

Nevio Scala da presidente del Parma, lo scorso aprile (Roberto Serra/Getty Images)

La stagione in Serie D è stata trionfale: il Parma ha dominato il girone D, chiudendo con 94 punti in classifica (l’Altovicentino, arrivato secondo, ne ha raccolti 77). Gli emiliani hanno chiuso il campionato senza mai perdere e con un’impressionante differenza reti di +65. La risposta della piazza era stata entusiasta: erano state staccate 10.089 tessere d’abbonamento. Per affrontare la Lega Pro, il Parma si è rinforzato, puntando all’immediata risalita in Serie B: gli acquisti di maggior peso sono stati gli attaccanti Emanuele Calaiò e Felice Evacuo.

Il Parma ora è sesto nel girone B di Lega Pro con 25 punti, a quattro lunghezze di ritardo dal Venezia capolista. I fischi del pubblico al termine della sconfitta contro il Padova, arrivati dopo prestazioni poco convincenti (nella giornata precedente i ducali non erano andati oltre lo 0-0 contro la Maceratese), hanno convinto la dirigenza a cambiare. Nella prossima partita di campionato contro l’Ancona, potrebbe andare in panchina Stefano Morrone, ex calciatore del Parma e allenatore a interim. Per il futuro, si fanno i nomi di Delio Rossi e della leggenda del club Hernan Crespo, che del Parma era stato già allenatore della formazione Primavera, prima della sfortunata esperienza con il Modena in Serie B. Per il ruolo di direttore sportivo, sono favoriti Pierpaolo Marino e Fabrizio Larini.

Un gran gol di Calaiò, contro il Lumezzane

Dopo la decisione del club, Scala, Apolloni, Minotti e Galassi hanno diffuso una lettera per esprimere il loro disappunto: «Siamo sorpresi di questa decisione perché avevamo la certezza di un progetto che si nutriva di logiche differenti da quelle dei risultati, dei social e dell’apparire. Avevamo sposato l’idea e i valori di una società che aveva dichiarato e si era impegnata pubblicamente a interpretare il proprio ruolo per “un calcio diverso”, etico ed espressione della rinascita sportiva di una città, ma prendiamo atto di questo nuovo inaspettato atteggiamento».

Stamattina è intervenuto il vicepresidente della società Marco Ferrari per spiegare i motivi della decisione: «Dopo cinque mesi della nuova stagione, la valutazione del nuovo percorso non è stata positiva. Non si tratta di una partita o di un risultato: questa proprietà non ha mai imposto a nessuno di andare in Serie B. Sentiamo però l’obbligo di fare meglio e in questi cinque mesi non abbiamo visto, e questo è stato preoccupante, la possibilità di migliorare i propri limiti. Con il Consiglio di Parma Partecipazioni Calcistiche, abbiamo così deciso di cambiare l’area tecnica, sperando di migliorare. In questi mesi ci è stato spiegato che il lavoro impostato a livello tecnico non era il lavoro di una persona, ma di un intero staff ed è per coerenza che la decisione ha coinvolto tutto lo staff. L’allenatore di solito è il capro espiatorio di queste situazioni, ma non qui. Scala non ha condiviso questa decisione, come era presumibile, e con coerenza ha rassegnato le dimissioni».

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