Roberto Gagliardini nel giro di un anno è passato dalla Serie B, dove ha giocato per la maggior parte della sua breve carriera, all’essere una delle pedine fondamentali dell’Atalanta di Gasperini, una delle squadre più lanciate di questo inizio stagione. Grazie alle sue ottime prestazioni, sommate all’attenzione di appassionati e addetti ai lavori per il gioco dell’Atalanta, il giocatore ha ottenuto la prima convocazione in Nazionale maggiore a inizio novembre e sembra ora imminente il suo passaggio all’Inter per una cifra che, tra prestito oneroso, riscatto e bonus, sfiora i 30 milioni di euro.
Che giocatore è Gagliardini e cosa cerca l’Inter in lui?
Alla luce della sua rapidissima ascesa e dell’importante somma che Suning è pronta ad investire su di lui, è lecito porsi qualche domanda sulle caratteristiche di questo giocatore ancora poco conosciuto dal grande pubblico e su come potrebbe essere utilizzato nell’Inter. Per quanto riguarda le sue caratteristiche tecnico-tattiche, Gagliardini è un interno di centrocampo. Alto un metro e 90, forte di testa e in progressione, con discrete doti da incursore, nelle 13 presenze fin qui registrate con la maglia dell’Atalanta il giocatore bergamasco ha mostrato buone proprietà tecniche e capacità di palleggio, come testimonia anche l’1,15 dribbling di media a partita registrato a fronte di una media nel ruolo di 0,84. Questo dato, unito a quello della percentuale di passaggi completati (84,8) ci permette di capire come Gagliardini sia un giocatore in grado di contribuire alla fluidità della manovra senza eccessive sbavature. Tutto questo senza trascurare del tutto la fase difensiva: Gagliardini infatti è anche un discreto incontrista, con una media di 4,38 palle recuperate a partite contro una media nel ruolo di 4,44 (dato GdS).
Al centrocampo attuale dell’Inter non manca l’accuratezza nel palleggio, tutti i giocatori maggiormente utilizzati come centrocampisti centrali, infatti, toccano o superano l’85% di precisione di passaggio, mentre si nota come, per quanto riguarda i recuperi palla, Gagliardini superi tutti i centrocampisti dell’Inter (sul sito della Serie A si può vedere come nell’Inter il migliore recuperatore di palloni sia Miranda, mentre Brozovic, primo centrocampista nerazzurro in classifica, è a cinque lunghezze da Gagliardini). Ciò che Gagliardini può dare in più all’Inter viene da quanto il centrocampista bergamasco ha imparato lavorando con Gasperini quest’anno: l’abitudine ad un calcio giocato sull’intensità e la copertura di un ruolo che coniuga un buon contenimento e la costruzione del gioco.
Inoltre, a livello motivazionale, è indubbio che nel centrocampo dell’Inter Gagliardini sarebbe quello più “affamato”, trattandosi di un giovane che sente questo passaggio come un vero salto di qualità in carriera. Al contrario, giocatori arrivati tra gli elogi della stampa e destinati a generare aspettative nei tifosi hanno deluso senza riuscire ad avere un impatto sul gioco dell’Inter (Kondogbia, Banega). Gagliardini in questo senso sarebbe chiamato a dimostrare sul campo il proprio valore, considerato l’investimento fatto su di lui dalla proprietà Suning, desiderosa di mostrare di non voler badare a spese nell’accaparrarsi un giocatore che possa allo stesso tempo riequilibrare il centrocampo e vantare l’etichetta di «giovane talento italiano».
Il meglio di Gagliardini sintetizzato in dieci minuti.
La sua posizione nel centrocampo dell’Inter
Per quanto riguarda la sua collocazione tattica nello scacchiere nerazzurro, a questa domanda dovrà rispondere Stefano Pioli, l’uomo chiamato dalla dirigenza nerazzurra a “normalizzare” la situazione in casa interista dopo il fallimento dell’esperimento De Boer. Dal punto di vista prettamente tattico, nel 3-4-1-2 dell’Atalanta di Gasperini, Gagliardini occupava il ruolo di interno in un centrocampo a due al fianco di Kessié. Il ruolo di interno nel 4-2-3-1 provato da Pioli all’Inter non è dissimile. In questo sistema l’ex atalantino troverebbe quindi collocazione al fianco di Brozovic (attualmente inamovibile), giocandosi il posto da titolare con Kondogbia e con l’eventuale spostamento di Medel sulla linea difensiva.
Come alternativa a Kondogbia, Gagliardini garantirebbe, rispetto al francese, una maggiore presenza negli inserimenti offensivi e una maggior capacità di generare superiorità posizionale oltre la linea di pressione del centrocampo avversario. Infatti, mentre il francese predilige ricevere palla sui piedi, il bergamasco ha maggiore attitudine alla ricerca dello spazio e alla ricezione del pallone su corsa. In fase difensiva, Kondogbia ha mostrato evidenti difficoltà di posizionamento, e finora non è stato in grado di accontentare Pioli, che chiede ai propri centrocampisti di effettuare un pressing alto per infastidire la costruzione bassa del gioco da parte degli avversari. Il dinamismo di Gagliardini, condizione necessaria per sposare l’intensità del gioco richiesta sia da Gasperini che da Pioli, lo pone in una posizione di vantaggio rispetto al francese, senza contare che in questa prima fase di stagione il giovane bergamasco si è rivelato più attento nelle letture delle trame di gioco avversarie (1,5 intercetti a partita, contro l’1,3 di Kondogbia), più pulito negli interventi (1,8 falli a partita, contro il 2,1 del francese) e più abile nell’affrontare l’avversario portatore di palla nell’uno contro uno, con 0,6 dribbling subiti a partita, statistica impietosa in confronto ai dribbling a partita subiti dall’attuale numero 7 dell’Inter: 1,7 .
Nel caso in cui Pioli decidesse di optare per un più compatto 4-3-3 ecco che Gagliardini troverebbe posto nel ruolo che probabilmente è più congeniale alle sue caratteristiche di centrocampista box-to-box, vale a dire quello di mezzala opposta a Brozovic e come alternativa a João Mario, con Medel davanti alla difesa. Il rientro del cileno, ancora fuori per infortunio, a oggi appare come un elemento imprescindibile per poter permettere all’Inter di giocare con questo modulo.
In questo contesto, il centrocampo dell’Inter sarebbe più equilibrato, disponendo di un giocatore difensivo (Medel) affiancato da due giocatori più offensivi (Brozovic e Gagliardini o Brozovic e João Mario). Tuttavia, mentre una terna di centrocampisti centrali costituita da Joao Mario, Gagliardini e Brozovic è più improbabile (in questo caso il portoghese sarebbe l’uomo deputato a stare davanti alla difesa ma non ha le caratteristiche sia fisiche che tecniche per adattarsi a tale collocazione) non è invece da escludere l’utilizzo di Gagliardini come uomo in grado di far rifiatare Brozo. Ecco che il centrocampo nerazzurro assumerebbe quindi una conformazione con Medel davanti alla difesa affiancato ai lati da un playmaker (João Mario) e da un incursore (Brozovic o appunto Gagliardini).
La vittoria interna dell’Atalanta contro il Genoa, una delle migliori gare disputate da Gagliardini quest’anno
Chi rischia con l’arrivo dell’atalantino?
L’arrivo di Gagliardini aumenta quantitativamente il numero di centrocampisti a disposizione di Pioli e, di conseguenza, la concorrenza interna per una maglia da titolare. A rischiare di più, in questo senso, sono Banega e Kondogbia. Del francese, in parte, abbiamo detto sopra. Gagliardini aggiunge maggior dinamicità al centrocampo interista rispetto a quanto mostrato da Kondogbia. Tecnicamente simili (88% di passaggi riusciti per l’ex Monaco contro l’85% di Gagliardini) l’ex atalantino si fa però preferire in fase offensiva come dimostrano anche le 8 chances create a partita (sommando assist e passaggi chiave) a fronte delle 4 registrate dal francese. Questo proprio alla luce di una maggior propensione del giovane italiano nell’attaccare gli spazi in avanti.
Ma l’arrivo di Gagliardini mette in pericolo anche il futuro di Banega con la squadra nerazzurra. Arrivato in estate come il vero colpo di mercato dell’Inter l’ex Siviglia si è fin qui distinto più per i palloni persi che per la capacità di incidere sul gioco dei nerazzurri e ha trovato difficoltà ad inserirsi nell’undici titolare sia con De Boer che con il suo successore. Nonostante Banega abbia registrato un interessante numero di passaggi chiave (2,7 a partita) e realizzato finora 2 gol e 3 assist, con De Boer andava spesso fuori posizione, e pare poco adatto a integrarsi nel gioco di Pioli, essendo tatticamente ambiguo e spesso vittima della propria discontinuità.
L’arrivo di un altro centrocampista e la difficoltà palesata e ammessa dallo stesso Pioli di far convivere l’argentino con Joao Mario (finora dimostratosi più costante) non fa altro che restringere gli spazi a disposizione di Banega. L’Inter ha mostrato difficoltà nel reggere un reparto di centrocampo composto da Perisic, Candreva, João Mario e Banega a ridosso di Icardi. Con Brozovic e/o Gagliardini, più eventualmente Medel, la squadra sarebbe invece più equilibrata. Un equilibrio che però va a discapito della titolarità di Banega, che non a caso, secondo i rumors, sarebbe già sulla lista dei possibili partenti.
Inoltre, l’idea che Gagliardini possa diventare un cambio per Brozovic può avere senso anche in prospettiva futura. Infatti, se ad oggi il numero 77 nerazzurro è uno degli elementi chiave dell’Inter, soprattutto per il suo apporto in fase offensiva, bisogna considerare anche che il croato è (insieme ad Icardi) uno dei pochi giocatori nerazzurri ad avere mercato e sembrava già in procinto di lasciare l’Inter la scorsa estate, cosa da non sottovalutare in vista della prossima sessione estiva e della necessità per l’Inter di chiudere in pari il prossimo bilancio. Provare un centrocampo con Gagliardini nel ruolo di Brozovic e senza il croato potrebbe rappresentare il test base di una situazione che diventerà la norma nella prossima stagione.
Le prospettive per Gagliardini in più, e le incognite riguardo al suo inserimento
Detto questo, al momento non è scontato immaginare per Gagliardini un ingresso immediato nell’undici di partenza. Il giocatore è un giovane di prospettiva, che deve ancora dimostrare per intero il proprio valore. In questo senso, a meno che l’ex atalantino non dimostri una capacità di impatto immediata (cosa non impossibile ma difficile per gli acquisti nel mercato di gennaio), la prospettiva più probabile per Gagliardini è quella di entrare inizialmente nelle rotazioni del centrocampo interista in concorrenza (come accennato poc’anzi) soprattutto con Kondogbia e a scapito del minutaggio concesso a Banega.
A livello mentale, l’impatto con una piazza più esigente e con una concorrenza più agguerrita rappresenta inoltre una variabile da tenere in considerazione: il modo in cui Gagliardini affronterà il nuovo ambiente ci dirà qualcosa in più sulla sua personalità e sulle sue potenzialità di crescita, anche in ottica Nazionale.
Dati Whoscored salvo dove specificato diversamente