Come Song 2 dei Blur è diventato un inno sportivo

I got my head checked
By a jumbo jet
It wasn’t easy
But nothing is
No

Woo-hoo
When I feel heavy-metal
And I’m pins and I’m needles
Well, I lie and I’m easy
All the time but I am never sure
Why I need you
Pleased to meet you

È il 7 aprile del 1997 quando Food Records e Virgin pubblicano “Song 2”, il secondo singolo dei Blur tratto dall’album omonimo. Il primo era stato Beetlebum, una ballad sgangherata e leggera. Ma quando arriva “Song 2” colpisce le radio e non solo. Secondo Pete Soto, direttore di CanesVision, il canale d’intrattenimento dei Carolina Hurricanes: «La canzone promuove gioia. Nessuno che sia veramente triste ha mai esclamato, “Woo-hoo!”». È così che la canzone viene utilizzata da diverse squadre di Nhl: i St. Louis Blues, i Buffalo Sabres, i Pittsburgh Penguins, i Boston Bruins, i Florida Panthers e gli Ottawa Senators. Tutti a festeggiare gridando “Woo-hoo!”.

Woo-hoo!

Stephen Street, il produttore del brano, che oltre che con i Blur ha lavorato anche con The Smiths e Cranberries, ha spiegato come sia incredibile che quella canzone sia diventata una hit. «Nessuno si aspettava che un brano dalla durata di 2 minuti scarsi potesse avere successo». Ed invece “Song 2” entra nel mercato del pop americano diventando immediatamente un mostro. Raggiunge la posizione numero 6 della classifica di Billboard, tra i brani alternative, la numero 25 nella Mainstream Rock chart. Sembrava essere letteralmente ovunque.

Ma la storia del brano non dura soltanto un’estate: sono vent’anni che ascoltiamo “Song 2”. Il grande successo statunitense è anche uno dei motivi per cui Nick Malaperiman, al tempo product manager per il nuovo gioco di Electronic Arts Fifa: Road to the World Cup 98, arriva a scoprire il brano:«Il mio produttore musicale arriva esclamando “holy shit, hai sentito questo brano di una band britannica?”». Dopo che i programmatori scelgono “Song 2”, il contatto con la band arriva attraverso Bob Rock, il super-produttore dietro il Black album dei Metallica. Preoccupati dalla possibile richiesta economica, l’accordo con la band viene trovato con una proposta ben più preziosa del denaro: sono bastati dei biglietti per la finale dei Mondiali e “Song 2” è diventata il brano culto che conosciamo ancora oggi.

Blur, from left: Graham Coxon, Alex James, Dave Rowntree and Damon Albarn.
I Blur, da sinistra: Graham Coxon, Alex James, Dave Rowntree and Damon Albarn.

Da “Song 2” in poi, Fifa ha cominciato a dare spazio non solo a grandi nomi come Chumbawamba e Robbie Williams, ma anche a realtà più piccole che stavano cercando un’esposizione più ampia. Dal 1997, da “Song 2″ è cominciata una tattica con cui Fifa è riuscita a tenere generazioni intere attaccate ad uno schermo, con una canzone che andava in loop:”Woo-hoo!”.