Il sedicenne più costoso di sempre

Chi è Vinicius Júnior, che il Real Madrid ha acquistato dal Flamengo per 45 milioni. Gli aspetti, importanti e migliorabili, del suo gioco.

Vinícius José Paixão de Oliveira Júnior, o più semplicemente Vinicius Júnior, è il nome dell’attaccante brasiliano che il 23 maggio è diventato un giocatore del Real Madrid. Segni particolari? Prezzo del cartellino (45 milioni di euro, quelli versati nelle casse del Flamengo), età (compirà 17 anni il prossimo 12 luglio) e rapporto fra i due elementi. Una cifra inaudita e naturalmente mai vista prima, per un classe 2000 che in patria – come da prassi – è stato già etichettato “nuovo Neymar”. L’accordo stretto tra i blancos e il Mengão prevede la sua permanenza in patria per le prossime due stagioni, ma con una postilla: nel caso in cui entrambe le parti si trovassero d’accordo, il giocatore potrebbe partire alla volta di Madrid anche prima del giugno 2019.

Vinicius è essenzialmente un attaccante, e ad ora dovremmo farci bastare questa informazione. La sua esplosione tanto prematura porterà senza alcun dubbio all’incrementare delle metamorfosi tecniche cui sarà soggetto nel corso degli anni, e con tutta probabilità il Vinicius che arriverà in Spagna sarà molto diverso da quello che conosciamo oggi. Ad ora il grafico posizionale di WyScout è indice di una evidente duttilità, e le sue heatmap lo confermano, presentandoci un giocatore piuttosto anarchico. Le informazioni più interessanti le traiamo però dai dati generali riferiti al suo rendimento: Vinicius è un grandissimo individualista nella gestione della palla (trasforma in azione individuale oltre il 30% dei palloni toccati) e ha un discreto feeling con la porta, ma non disdegna neppure l’assist, che nel grafico a torta delle sue caratteristiche occupa un buon 22%. Ha un fisico in linea con la sua età (1,77m per 70kg), facilità di corsa, si trova a suo agio con entrambi i piedi, e – come osserveremo in seguito – è un vero e proprio skiller.

Flamengo v Atletico MG - Brasileirao Series A 2017

In Brasile si è diffuso a macchia d’olio il partito di quelli che giurano di aver visto in lui un potenziale fenomeno già dai 13 anni, ma, stando alle fonti più attendibili, sembra che Vinicius non abbia mai riscosso particolare audience se non tra gli esperti di scouting fino a pochi mesi fa. Ha messo insieme 21 presenze nelle selezioni giovanili della Nazionale verdeoro, totalizzando ben 18 reti. Ha esordito nella prima squadra del Flamengo il 13 maggio, all’età di 16 anni e 305 giorni, due mesi dopo aver partecipato al Sudamericano Under 17. Lì il suo Brasile ha trionfato in finale contro il Cile, mentre Vinicius è stato eletto miglior giocatore del torneo ed ha vinto il titolo di capocannoniere con 7 reti segnate in 8 partite. Dopodiché, pochi giorni dopo la sua seconda (ed ultima, fino ad ora) presenza in campionato, Real e Flamengo hanno concluso la trattativa.

 

Le qualità balistiche del Millennial più costoso di sempre sono riassunte in questi pochi secondi di video: Vinicius sottrae la palla ad un avversario in posizione decentrata, la controlla con un doppio tocco nel giro di un secondo e scarica il destro verso il palo lontano, dove Roa non potrebbe arrivare neppure leggendo in anticipo le intenzioni dell’avversario. Vinicius non è propriamente un tiratore da lontano, ma situazioni come questa dimostrano che limando alcune imperfezioni del suo gioco potrebbe tranquillamente diventarlo.

 

Tra le varie posizioni occupate nel corso del Sudamericano, Vinicius ha agito per la maggior parte sulla fascia sinistra di un 4-3-3. Qua sopra dà un saggio della sua duttilità: si ritrova insolitamente nelle vesti di punta centrale, chiama la palla a Weverson e rifinisce in rete il traversone del compagno. Certo, è evidente come la pessima disposizione dei difensori centrali dell’Ecuador lo favorisca: difficilmente Vinicius sarebbe arrivato su quel pallone contro avversari più attenti, visto e considerato che il suo movimento in profondità viene totalmente ignorato. Non è tuttavia da sottovalutare il fatto che il suo istinto lo porti verso quella zona del campo.

 

Qua sopra risalta l’unico lato associativo del suo gioco: la visione periferica. Nel primo dei due frame del video Vinicius vede il taglio verso il centro di Lincoln e lo serve con un passaggio filtrante di 30 metri, giocata che di per sé è già notevole. Se poi consideriamo che aveva appena dribblato un avversario, e che un altro gli si stava avvicinando in fase di pressione, ecco che la stessa giocata assume un valore ancora maggiore. Nella seconda parte del video (estratto dalla gara contro il Venezuela) sfrutta la sua visione periferica per segnare il gol del 3-0: viene servito con una palla lunga che spiove a pochi passi dall’area di rigore ed ha il marcatore ad un metro di distanza, ma nota in tempo l’uscita del portiere avversario e lo beffa con un pallonetto dalla parabola altissima.

 

Il principale difetto consiste nel suo rapporto simbiotico con il pallone: Vinicius è il prototipo di funambolo brasiliano che non può fare a meno di toccarlo dalle tre alle dieci volte ogni volta che se lo trova tra i piedi, e se da un lato questo aspetto del suo stile di gioco può contribuire a creare superiorità numerica per i suoi, dall’altro è fortemente limitante per la manovra della squadra. Inutile dire che al momento del suo approdo a Madrid gli sarà verosimilmente richiesto di smussare questa imperfezione.

 

Meno fumo e più arrosto: sarà molto simile a questo lo slogan europeo di Vinicius, la cui prerogativa sarà imparare ad essere più concreto sotto porta. Non che sia carente in senso assoluto nel fondamentale della finalizzazione, ma l’impressione che dà spesso è quella di piacersi un po’ troppo: è un esteta, e il suo estetismo lo costringe a prendere decisioni che con il ruolo dell’attaccante hanno veramente poco a che fare (il no-look e l’enorme repertorio di skills di cui dispone sono, in questo senso, le specialità della casa). Nel video qua sopra, ad esempio, tenta di sorprendere il portiere avversario con un pallonetto totalmente insensato rendendo di fatto inutile l’ottima proposizione laterale di pochi secondi prima.

Prescindendo dal costo del cartellino, perfettamente in linea con le tendenze del calcio moderno, la decisione del Real di puntare su Vinicius è sicuramente particolare. Un recente articolo di Squawka ha ipotizzato addirittura che la ragione principale per cui a Madrid abbiano deciso di puntare su di lui sia di natura concorrenziale («il Barça ha preso Neymar e il City Gabriel Jesus: i prossimi dobbiamo essere noi»), ma sarebbe sbagliato pensare ad un colpo esclusivamente mediatico. Il mix di qualità tecniche e atletiche di Vinicius, se coltivato correttamente, ha tutte le carte in regola per mettere a tacere le malelingue. E, soprattutto, per imporsi con la nuova maglia.