Il posto di Milinkovic-Savic

Come Simone Inzaghi ha trasformato un centrocampista acerbo ma promettente in uno dei migliori Under della Serie A.

Saltare tanto in alto per poi rimanere su. La stagione di Sergej Milinkovic-Savic può essere riassunta brevemente dal primato nella classifica dei duelli aerei vinti nel corso di tutto il campionato: il 65% delle volte in cui va a contendere una palla alta a un avversario, ne esce vincitore. Impressiona la capacità del classe ’95 di staccare con una sorta di terzo tempo cestistico: nel momento del rilancio parte da una posizione laterale, il più delle volte da sinistra, per riuscire a prendere il tempo sul diretto concorrente e colpire la palla con forza. Ce l’ha fatta 145 volte su 221, spesso innescando pericolose azioni offensive. È, tuttavia, una virtù che non sorprende: all’età di 14 anni Sergej sembra avviato a una brillante carriera da giocatore di basket, come sua madre Milijana, nazionale serba di pallacanestro. Alla fine, come il padre Nikola, sceglierà il calcio.

Ma il 2016/17 di Milinkovic-Savic è stato molto di più: l’anno dell’esplosione, impreziosito da 4 gol in campionato, 3 in Coppa Italia e 10 assist in totale. Segna, ispira, contrasta e corre tantissimo. Sono 11,3 i chilometri che percorre mediamente, ogni partita. Sergej, prendendo il volo, ha anche messo fine al dilemma che lo aveva accompagnato per tutta la passata stagione, quello del ruolo: mezzala o trequartista?

Durante quel primo anno, il meglio si era solo intravisto. Milinkovic-Savic era apparso un giovane di belle speranze dotato di grande fisicità, personalità e ottimo inserimento, ma con una posizione in campo ancora del tutto da definire. Lui stesso nel novembre scorso diceva: «Amo giocare dietro la punta. Come dicono in Italia, da trequartista o da seconda punta. Lì do il massimo, anche se in questi anni, mi è capitato di dover giocare ovunque». La sua seconda stagione nella Capitale ha confermato l’evoluzione: ormai Milinkovic-Savic è una delle mezzali più forti della Serie A.

SS Lazio Training Official Photo

*

Al suo arrivo a Roma, ad agosto 2015, è reduce dal Mondiale Under 20 vinto con la Serbia in finale contro il Brasile. Sin dalle prime battute Stefano Pioli lo schiera nel ruolo che predilige e il primo squillo arriva all’esordio da titolare, nella fase a gironi di Europa League, in trasferta contro il Dnipro. Milinkovic-Savic sblocca il risultato correggendo in rete un calcio di punizione di Kishna. Solo alla fine gli ucraini trovano il gol del pari, dopo che per buona parte della ripresa Pioli urla ai suoi di «cercare Sergej», soprattutto in occasione delle rimesse laterali per tenere palla.

Con la Nazionale Under 20 gioca come trequartista in un 4-2-3-1, nell’arco della competizione incanta: come trequartista è atipico, poco dinamico benché tecnico e con una buona visione di gioco. Tuttavia è il leader tecnico di una squadra talentuosa, che tra le sue fila annovera Grujic, Zivkovic e Gacinovic, poi passati rispettivamente a Liverpool, Benfica ed Eintracht Francoforte. Milinkovic-Savic è l’incaricato a calciare le punizioni e proprio da una palla da fermo dai 20 metri sblocca la sfida contro il Mali. Salterà solo l’ottavo contro l’Ungheria, per somma di ammonizioni. È nel corso di questa competizione che si innamora del ruolo di trequartista.

FBL-ITA-SERIEA-LAZIO-PALERMO

 

Ancora prima, nell’estate del 2013, era arrivato il successo con l’Under 19 agli Europei in Lituania. Sergej in quella rassegna gioca da mediano, in coppia con Maksimovic in un 4-2-3-1. Quella Serbia batte in finale per 1-0 una Francia che schiera Rabiot, Martial e Laporte, e prima il Portogallo di Bernardo Silva e Joao Cancelo. Il debutto in prima squadra con il Vojvodina avviene solo nella seconda parte della stagione successiva: 13 presenze in campionato e 3 gol; 3 apparizioni e una rete (decisiva, nella semifinale di ritorno contro lo Spartak Subotica finita 0-1) nella Coppa di Serbia che il Vojvodina conquista per la prima volta nella sua storia. Lui gioca sempre da mediano e fa coppia con Radoja. Nella partita di aprile 2014 contro il Partizan Belgrado viene impiegato come centravanti dal 12° minuto di gioco, quando a seguito di una doppia ammonizione viene espulso il terzino Nastic. L’allenatore Branko Babic sostituisce un attaccante, Stojanovic, per inserire un difensore, Puskaric, e cerca di contenere gli assalti dei padroni di casa allo stadio Partizan. Missione che riesce fino a inizio secondo tempo quando i bianconeri passano in vantaggio. Il gol però sveglia il Vojvodina nonostante l’inferiorità numerica: Milinkovic-Savic si accende e prima colpisce la traversa con un bolide dalla distanza e poi pareggia i conti al 90°, trasformando un rigore.

A fine campionato la coppia Milinkovic-Savic-Radoja si smembra: il primo viene ceduto al Genk e il secondo al Celta. Anche in Belgio il serbo continuerà a occupare il ruolo di mediano nel 4-2-3-1. Lì emergerà con ancora più chiarezza la confidenza con il gol e la propensione all’inserimento. Ragioni che convinceranno il ct Paunovic ad avanzare il raggio d’azione di Sergej in vista dei Mondiali di categoria in Nuova Zelanda.

*

Il cambiamento di Milinkovic-Savic, quest’anno, è apparso evidente sin dalla prima giornata, nella gara vinta 4-3 dalla Lazio sul campo dell’Atalanta. Il gol del vantaggio di Ciro Immobile nasce da una palla sporca rinviata da Hoedt, addomesticata da Milinkovic-Savic e servita in profondità proprio al centravanti italiano. È l’inizio di una collaborazione fortunata: 4 dei 9 assist in campionato di Milinkovic-Savic vengono forniti proprio a Immobile.

Sa vedere gli spazi: per Immobile contro il Bologna

Simone Inzaghi sceglie inizialmente come base un centrocampo a 3 con Biglia vertice basso e, ai suoi lati, Milinkovic-Savic a sinistra e Parolo a destra. Al primo dà più libertà di manovra, di cercarsi la posizione tra le linee. Al secondo chiede un lavoro di copertura maggiore: l’ex centrocampista del Parma va in gol 5 volte(4 centri in una sola gara, all’Adriatico contro il Pescara) e già dalla scorsa stagione ha ridotto la quantità dei suoi inserimenti, passando dalle 10 reti del suo primo anno laziale ai 3 della Serie A appena conclusa. Milinkovic-Savic è sceso in campo 33 volte in campionato, 26 delle quali nel ruolo di mezzala sinistra: poco cambia se nel 4-3-3 o nel più accorto 3-5-2 disegnato da Inzaghi per affrontare la Roma nelle tre sfide di questo 2017 o in altre gare come quella casalinga con il Napoli o quella con la Sampdoria.

Ma anche da seconda punta non è andata male: nel derby di ritorno, a causa della defezione di Ciro Immobile, Simone Inzaghi ha schierato Milinkovic-Savic come seconda punta in appoggio a Keita, nel più attendista 3-5-1-1. I due hanno mostrato un ottimo affiatamento, testimoniato dal passaggio in occasione dell’1-0 messo a segno dall’ex Barça.

Inserimenti: il gol contro la Roma, in Coppa Italia

Dietro all’esaltante stagione di Milinkovic-Savic c’è dunque la sapienza di Inzaghi nel creare le condizioni adatte a far rendere al massimo i singoli più talentuosi. Condizioni che si generano attraverso gli equilibri che la squadra ha saputo trovare attorno alla leadership nei rispettivi reparti di De Vrji e Biglia. È anche importante, in questo caso, il lavoro svolto da Immobile nell’attaccare la profondità e, spesso, nell’uscire dalla sua zona aprendo varchi per gli inserimenti: una situazione di cui ha giovato proprio Milinkovic-Savic.

In pochi anni di carriera sono arrivati, sulla bacheca personale di Sergej, già tre titoli: uno con il Vojvodina, uno con la Nazionale Under 19 e uno con la Nazionale Under 20. Non dovrebbe, per volere della Lazio, andare all’Europeo Under 21, ma il 2017/18 potrebbe diventare l’anno della sua consacrazione in Serie A. I suoi compagni già sanno che, in caso di difficoltà, si può calciare lungo dalle sue parti. C’è un buon 65% di probabilità che a prenderla sia proprio Sergej.