Il bridge è uno sport

A lungo si è dibattuto riguardo a ciò che può essere definito uno sport, dalla filosofia di Wittgenstein fino alla Corte Europea di Giustizia. Ultimamente è successa una cosa che potrebbe rendere più chiari i confini della definizione: è il caso della lunga disputa cominciata dalla EBU (English Bridge Union) con gli apparati dello stato Britannico – compresa Her Majesty’s Revenue and Customs, vari concili sportivi e il segretariato di Stato per la cultura i media e lo sport. Inizialmente la EBU ha tentato di recuperare 631.000 sterline di imposte da cui gli sport sono esenti; il caso è andato in tribunale nel 2014, ed è proseguito tra i diversi tribunali inglesi. Fino ad oggi l’EBU aveva sempre perso. Semplicemente, perché il bridge non era definito uno sport. Finché non è arrivato Maciej Szpunar, “Advocate General” della Corte Europea: citando Wittgenstein, ha sostenuto che il bridge, un gioco di carte per quattro giocatori, è a tutti gli effetti da considerare uno sport.

circa 1930: Card players playing bridge. bridge was introduce to the United Kingdom in the late 19th century. (Photo by General Photographic Agency/Getty Images)

La domanda a cui Szpunar stava rispondendo era molto simile a quella posta da Wittgenstein nelle sue Ricerche filosofiche, riguardo a cosa definiamo “gioco” – inclusi quelli da tavolo, giochi di carte, sport con la palla e i Giochi Olimpici. Per chiarire cosa è realmente assimilabile alla stessa sfera, la ricetta sarebbe studiare le somiglianze, le relazioni, e non trovare un mero elemento comune a tutte le discipline.

Discussioni si sono accese nei decenni anche tra gli organi dello Stato e quelli di legge. Sebbene esistano prove di “sport” in Cina ed Egitto migliaia di anni fa, così come nei primi giochi olimpici in Grecia, il concetto non è entrato nella lingua inglese fino alla fine del Medioevo, traslato dal “desport” francese. Il suo primo utilizzo con significato di “gioco” che prevede l’esercizio fisico risale, secondo il dizionario online di etimologia, al 1520.

Più in avanti, quando gli sport sono diventati maggiormente popolari, sono nati i diversi organi governativi atti a codificarne le regole. Il più antico pare essere il Cricket Club di Marylebone, fondato nel 1787 per rivedere le leggi del cricket che nel 1744 era stato elaborato da un gruppo di “nobili e gentiluomini”. Il Golf Club Royal e Ancient venne fondato, invece, nel 1754, ma non ha definito le regole dello sport fino al 1897. Con il ventesimo secolo e la crescita dello sport professionistico, come le Olimpiadi moderne del 1896, c’è stata la crescita delle federazioni e la regolamentazione dei regolatori stessi.

29th November 1930: Four players of the Bridge Club of the Lyceum Club staging the first exhibition of contract bridge held in London in the Lyceum Club's drawing room on Piccadilly, London. (Photo by Sasha/Getty Images)

Il testo definitivo di diritto dello sport, Sports Law di Michael Beloff, Tim Kerr e Marie Demetriou, definisce come tale «(i) un’attività, umana o animale, (ii) in cui due o più giocatori, uomini o animali, competono l’uno contro l’altro (iii) secondo regole predeterminate (iv) in cui qualcuno vince».

Il tutto è complicato dal concetto di “mind sport”: laInternational Mind Sports Federation è stata costituita per unire le cinque federazioni tradizionali: vale a dire scacchi, bridge, dama, go e xiangqi, così come altri tipo il poker e il mah jong. Szpunar non è però d’accordo, non vedendo il motivo per cui gli sport debbano essere necessariamente fisici. La decisione della Corte Europea sarà pubblicata nei prossimi mesi.