Ravel Morrison potrebbe giocare in Messico

di Redazione Undici
30 Agosto 2017

Ravel Morrison potrebbe andare a giocare in Messico, nell’Atlas: l’ennesimo capitolo nella carriera movimentata, e incostante, di una promessa mancata. Morrison è ancora di proprietà della Lazio, ma in biancoceleste ha giocato appena otto partite dal 2015, anno in cui è arrivato: gli scorsi sei mesi li ha trascorsi nel Queens Park Rangers, anche qui trovando poco spazio. Morrison ha ancora altri due anni di contratto con la Lazio, ma il passaggio all’Atlas potrebbe essere definitivo: i messicani dovrebbero prenderlo in prestito e poi riscattarlo a fine stagione. A Guadalajara, la città dove ha sede l’Atlas, Morrison troverà Rafa Márquez, capitano della Nazionale messicana, ultimamente coinvolto in un’indagine che lo vede in connessione con persone vicine al narcotraffico.

Nel settore giovanile del Manchester United, Ravel Morrison era il giocatore su cui erano puntati tutti i riflettori. «Le sue abilità erano mostruose», ha detto di lui Gary Neville». Giocava in un centrocampo a tre con Pogba e Ryan Tunnicliffe. Erano tutti eccezionali, ma Ravel era il trascinatore. Un talento incredibile, una specie di Paul Gascoigne che poteva segnare gol pazzeschi». Pat Crerand, che giocò nello United dal 1963 al 1971, la pensa allo stesso modo: «Il miglior giovane talento che ho visto dai tempi di George Best. Era rapido e con svelto di testa, qualcosa che un grande campione deve avere». Entrato nei Red Devils nel 2009, Morrison ci resta fino al 2012.

Nel 2010/11 Morrison vince la Fa Youth Cup con lo United, mettendo in mostra tutte le sue qualità: nella finale di ritorno, contro lo Sheffield United, mette a segno una doppietta, regalando il successo alla sua squadra. Insieme a Pogba, è uno dei primi di quella formazione a entrare nell’orbita della prima squadra, anche se in partite ufficiali colleziona solamente pochi minuti in Coppa di Lega. Ferguson, scrivendone nella sua autobiografia, ha detto: «Ci sono giocatori che, nonostante un talento enorme, non sono forti mentalmente per sconfiggere i loro demoni interni e ricucire le ferite della loro infanzia. Ravel Morrison potrebbe essere il caso più triste. Aveva un talento naturale fantastico, ma finì subito nei guai. Per me fu un dolore venderlo nel 2012 al West Ham, poteva essere un grande giocatore. Ma i problemi fuori dal campo aumentavano e non avevamo altra soluzione che privarcene».

Al suo collega del West Ham Sam Allardyce, Ferguson disse: «Ha bisogno di una nuova vita. Se riuscirai a stanarlo, diventerà un genio». Dopo sei mesi passati in naftalina, nel 2012/13 Morrison passa in prestito al Birmingham, dove trova spazio. Quando torna a Londra, a un inizio incoraggiante segue un graduale accantonamento. Morrison attacca apertamente Allardyce, sostenendo che dietro quella situazione ci fosse il suo rifiuto di firmare con l’agente Mark Curtis, che aveva in procura molti dei giocatori di Allardyce. Dopo i prestiti non del tutto fruttuosi a Qpr e Cardiff City, Morrison è andato alla Lazio, dove, però, il suo scarso impegno lo ha rapidamente accantonato. Il Messico sembra l’ultima frontiera utile per il rilancio della sua carriera.

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