Joachim Löw contro i neonazisti

Eden Arena, Praga. È appena terminata la gara di qualificazione ai Mondiali in Russia tra Repubblica Ceca e Germania. Sul tabellino dei marcatori sono finiti, nell’ordine, Timo Werner, l’attaccante del Red Bull Lipsia spesso contestato dai tifosi tedeschi per aver lasciato un club storico come lo Stoccarda per una maglia marchiata a fuoco con il logo di una gigantesca multinazionale, il ceco Vladimir Darida, che ha segnato il gol del pari a 12 minuti dalla fine, e Mats Hummels. A fine partita il centrale di difesa del Bayern e della Nazionale tedesca, di cui è capitano, si rifiuta di andare sotto lo spicchio di tifosi che sono arrivati dalla Germania a sostenere la squadra, invitando i suoi compagni a fare altrettanto. Un gesto che è stato accompagnato, un paio di giorni dopo, anche dal ct Joachim Löw, che alla vigilia della partita di Stoccarda tra Germania e Norvegia, la seconda dei tedeschi in questo inizio di settembre, ha fatto esplodere la protesta della squadra contro i suoi tifosi.

L’accusa, arrivata durante la conferenza stampa pre-gara, è una condanna verso quei tifosi che hanno intonato canti del periodo nazista durante il minuto di silenzio che ha preceduto la partita di Praga. «Sono pieno di rabbia», ha detto il commissario tecnico, «per quei tifosi, o presunti tali, che hanno messo in imbarazzo il nostro Paese». Löw si è detto «disgustato» dall’atteggiamento dei tifosi, e non solo. Non ha esitato a reclamare sanzioni dure e punitive verso quelle persone.

L’episodio si inserisce in un momento particolarmente delicato per la Germania: il Paese è infatti in piena campagna elettorale per le elezioni federali del prossimo 24 settembre, quelle che eleggeranno il futuro cancelliere. I due candidati principali, la cancelliera uscente Angela Merkel (Cdu) e il socialdemocratico Martin Schulz (Spd), si sono confrontati poche ore fa in un dibattito televisivo (durato 90 minuti). Ma il tema dei neo-nazisti è stato toccato solo marginalmente, e solo in riferimento alle manifestazioni violente di Charlottesville, negli Stati Uniti. Intanto il partito di estrema destra tedesco, Alternative for Germany, sembra in crisi dopo aver trascorso qualche mese in crescita costante, ma il voto del 24 settembre potrebbe garantirgli per la prima volta dei seggi in Parlamento.