Mentre i maggiori contendenti al titolo di Pichichi – da Ronaldo a Benzema, da Griezmann al compagno di squadra Suárez – stanno vivendo un inatteso momento di appannamento realizzativo, Lionel Messi ha cominciato la Liga in grande stile: 12 reti in 11 presenze, compreso un poker all’Eibar, una tripletta all’Espanyol e due doppiette (contro Alavés e Las Palmas). Nell’ultima gara di campionato, vinta 2-1 contro il Siviglia, il tabellino marcatori è stato riempito da Paco Alcácer, autore di entrambi i gol del Barça, ma Leo Messi non ha certo fatto mancare pezzi di bravura.

Messi è tutt’altro che un solista – per quanto alcuni dei gol più belli sono arrivati dopo lunghe corse a tagliare il campo – ma, in un’azione contro il Siviglia, ha quasi dato l’impressione, per una trentina di secondi, di sfidare da solo la difesa avversaria. Nonostante fosse marcato da vicinissimo, attaccato con veemenza, persino raddoppiato, l’argentino ha danzato sul limite dell’area di rigore palla al piede, cercando il momento giusto per colpire. È una di quelle situazioni che spazientiscono i tifosi, perché al giocatore di turno che cerca di fare tutto da solo si è spontaneamente portati a urlare di passare il pallone, prima che questi possa perderlo. Nel caso di Messi, invece, non funziona così, perché la palla resta incollata ai suoi piedi, anche contro una difesa che ti sorveglia minacciosa.

Proprio in questi giorni, Messi ha rilasciato un’intervista a TyC Sports, in cui confessa una spensieratezza positiva che sembra riflettere sul campo: «Non penso al futuro, non ho nessun’idea in merito. Mi diverto ogni giorno di più nel fare quello che faccio, giocare ogni weekend».

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