Tre cose sulla quattordicesima giornata di Serie A

L'ultima di Montella con il Milan, la crescente importanza di Douglas Costa e il gran momento di El Shaarawy.

L’ultima panchina rossonera di Montella

In pochi si sarebbero aspettati l’esonero di Montella a questo punto della stagione. È vero che la squadra non segna da due mesi a San Siro in campionato e che contro il Napoli, in tutto il primo tempo, la squadra non era mai entrata nell’area di rigore avversaria. Lo spettro dell’esonero si è materializzato dopo un pareggio senza reti contro il Torino, una gara non peggiore o migliore delle altre. Ed è proprio questa sensazione di indefinito, di mancanza di obiettivi, di distanza dalle grandi che è forse più marcata anche rispetto allo scorso anno. Una stagione ormai compromessa con oltre dieci punti di distanza dall’obiettivo quarto posto. La sensazione è che non ci fosse alcuna idea di calcio alla base del nuovo corso rossonero: i moduli cambiati in rapida successione, la mancanza di leader tecnici, l’involuzione di calciatori (Bonaventura, Bonucci e Biglia su tutti) che erano stati o sarebbero dovuti essere il centro gravitazionale di questa squadra. Se alla lunga si è arrivati a non poter fare a meno della corsa di Borini sulla destra o della regia di Montolivo, dopo un mercato in grande stile, qualcosa in questo Milan non stava funzionando. Forse non ha mai funzionato. E come accade, il più delle volte, la soluzione più rapida è far pagare chi di questa squadra doveva essere la guida tecnica e la mente pensante.

L’errore nel primo tempo di Kalinic, fischiato dal pubblico

È arrivato il momento di Douglas Costa

La prima mossa di mercato della Juventus 2018/19 l’ha svelata Rummenigge: «Douglas Costa è andato in prestito alla Juventus la scorsa estate, mentre la prossima sarà acquistato definitivamente dai bianconeri per 46 milioni di euro (40 per il riscatto più 6 per il prestito, ndr)», ha detto ai soci del Bayern Monaco. Una dichiarazione arrivata un po’ a sorpresa: Douglas Costa non è ancora uno dei punti fermi della Juventus, e quindi sarebbe stato lecito attendersi un periodo di riflessione più duraturo sul futuro del brasiliano in bianconero. In realtà il necessario rodaggio riservato al giocatore – che si è dovuto ambientare in un calcio nuovo, ancor prima che in una squadra nuova – è andato nel migliore dei modi, con Allegri che lo ha confermato alla vigilia di Juventus-Crotone: «Douglas Costa sta crescendo». L’ex Bayern sta avendo sempre maggior minutaggio – titolare in tre delle ultime quattro partite – e si è ormai guadagnato il posto sulla fascia sinistra, complici alcune circostanze (il rendimento in calo di Mandzukic nel ruolo e il passaggio al 3-4-3, su tutte). Contro il Crotone, in un primo tempo non molto brillante della squadra di Allegri, il brasiliano è stato uno dei migliori: ha dato quell’imprevedibilità che serviva alla manovra un po’ troppo lenta dei bianconeri. Le prime due occasioni della Juventus, entrambe non sfruttate da Matuidi, sono arrivate grazie all’intraprendenza di Douglas Costa, che si è dimostrato sì esterno in grado di puntare l’uomo e recapitare palloni deliziosi – un piede sempre caldo, come dimostra l’assist decisivo per Mandzukic contro lo Sporting Lisbona, pochi secondi dopo essere entrato in campo – ma anche incursore capace di entrare dentro il campo e aggiungere qualità negli ultimi metri. Un giocatore che sarà sempre più decisivo nelle prossime gare.

Corsa a creare scompiglio nella difesa avversaria e cross perfetto per Matuidi

Non si vedeva un El Shaarawy così da anni

Poco prima del quarto d’ora di Genoa-Roma, Stephan El Shaarawy si avventa su un cross dalla destra di Florenzi: il gol che arriva pochi attimi dopo è tutto fuorché di facile realizzazione. Il modo in cui riesce a tenere a terra il pallone che gli arriva alto dalla fascia è sintomo di sicurezza, di concentrazione e doti rare. Izzo se lo lascia sfuggire alle spalle, ma la torsione del tronco con cui riesce a girare in rete il pallone è da talento vero. L’ex Milan, a 25 anni, sta lavorando per fare in modo che questa sia la stagione della svolta, in una carriera fatta di troppi alti e bassi. Fin qui la stagione di El Shaarawy racconta di 2 tiri di media a partita, 3 assist, 1.2 key passes, e soprattutto quattro reti nelle ultime sette apparizioni tra campionato e Champions League. Anche se il gol di ieri non è servito per regalare alla Roma i tre punti, la rete contro la squadra che lo ha formato e lanciato è un’ulteriore conferma delle capacità di un talento che freme per tornare a brillare.

Il gol contro il Genoa