Cosa ci ha detto Paulo Sérgio sulla Bundesliga

di Redazione Undici 18 Gennaio 2018 alle 16:50

In Italia ce lo ricordiamo con la maglia della Roma, indossata tra il 1997 e il 1999, ma la maggior parte della carriera di Paulo Sérgio, Brasile escluso, si è svolta in Germania: l’ex giocatore della Seleçao – era nella spedizione mondiale del 1994 che vide i verdeoro laurearsi campioni del mondo – si è diviso tra il Bayer Leverkusen, dove ha giocato dal 1993 al 1997, e il Bayern Monaco, con cui, tra il 1999 e il 2002, ha vinto una Champions League, una Coppa Intercontinentale, due campionati tedeschi e tre coppe nazionali. In virtù di un legame così importante, oggi Paulo Sérgio è ambassador della Bundesliga, e lo abbiamo incontrato grazie a Fox Sports, che in Italia trasmette in esclusiva il campionato tedesco.

Dopo il ritiro dal calcio, Paulo Sérgio è rimasto nel calcio, lavorando per il Bayern Monaco: prima come scout, poi come ambasciatore. Da aprile lo è diventato della Bundesliga: «Il mio compito è mostrare la crescita del campionato tedesco in tutto il mondo. Ha una media di pubblico che supera quelle degli altri campionati, ed è un torneo interessante a livello tecnico. Della squadra campione del mondo nel 2014, in undici giocano in Bundesliga. Dopo il 2002 la Nazionale andava svecchiata, e si è deciso di dare un’opportunità ai giovani: da allora tutte le società investono sui loro vivai». Paulo Sérgio ammette che la Serie A, rispetto alla Bundesliga, è indietro: «Quando ho cominciato a giocare a calcio, volevo venire in Italia. I brasiliani più forti, come Juúnior, Sócrates, Zico, erano in squadre italiane, e lì hanno vissuto il meglio delle loro carriere. Anche quando sono arrivato io in Italia, nel 1997/98, in Serie A c’erano ancora i giocatori più forti. Oggi possiamo dire che lo scenario è cambiato. Basta guardare la media spettatori: in Germania è di 41mila tifosi, in Serie A di 21mila, come la seconda divisione tedesca. Penso che in Italia occorra un cambio di calciatori, con le squadre che devono investire di più sui settori giovanili».

A proposito di giovani, Paulo Sérgio fa due nomi di giovani talenti della Bundes su tutti: Niklas Süle, difensore passato in estate dall’Hoffenheim al Bayern Monaco, e Leon Goretzka dello Schalke. Quest’ultimo a giugno sarà libero di accasarsi in un’altra squadra, e potrebbe proprio essere il Bayern: non c’è un problema di competitività in Germania? «Sì, il Bayern è la squadra che vince di più, ma non credo sia un problema. Anche in Italia, o in Spagna, sono sempre le stesse squadre a trionfare». Su Ancelotti e l’esonero dai bavaresi nello scorso settembre, Paulo Sérgio si dice sorpreso: «Non me lo aspettavo, al Bayern non è usuale cambiare allenatore. Penso che Ancelotti avesse perso il controllo dello spogliatoio, e non avesse più un buon rapporto con i giocatori. Penso alla partita contro il Psg, quando Ribery e Robben erano entrambi in panchina».

>

Leggi anche

Calcio
Il Deportivo ha superato la sua crisi economica, e così ha potuto rifiutare un’offerta da 35 milioni per Yeremai
La capacità di trattenere uno dei maggiori talenti del calcio spagnolo restituisce l'immagine di un club che vuole tornare grande in fretta
di Redazione Undici
Calcio
Nel campionato dell’Arabia Saudita sono arrivati i primi investitori stranieri e hanno già cominciato a cambiare un po’ di cose
Il fondo sovrano PIF ha smesso di elargire senza ritorno, per questo i club hanno bisogno di nuovi capitali dall'estero
di Redazione Undici
Calcio
La crisi economica del Barcellona sta mettendo in grande difficoltà la squadra di basket e quella di calcio femminile
I problemi finanziari dei blaugrana si ripercuotono sull'intera polisportiva. Tra budget tagliati e calciomercato al risparmio.
di Redazione Undici
Calcio
L’Europeo dell’Italia ha avuto un impatto culturale dentro e fuori il calcio femminile, intervista a Laura Giuliani
Il portiere delle Azzurre racconta la sua estate indimenticabile, la sua carriera al Milan, le prospettive sue, del club rossonero e di tutto il movimento.
di Jacopo Morelli