Tre cose sulla ventunesima giornata di Serie A

Cosa ci ha colpito? Soprattutto la fabbrica dei gol della Lazio e la classe di Alisson, ma anche un Crotone finalmente all'altezza.

La classe di Alisson

In questo momento il Brasile ha la miglior coppia di portieri al mondo. Tra Alisson ed Ederson non solo i verdeoro hanno assicurate parate e interventi decisivi, ma anche due tra i migliori interpreti al mondo in fatto di gioco con i piedi. Il portiere della Roma è stato tra i migliori, se non il migliore, in campo nella sfida di ieri sera a San Siro: sei interventi decisivi con le mani, e intorno alla mezz’ora del primo tempo, il lancio preciso con cui scavalca l’Inter e trova El Shaarawy – aiutato dall’errore evidente di Santon – che trasforma il tutto nella rete del vantaggio. In stagione Alisson ha mostrato le proprie abilità già a settembre con il pareggio per 0 a 0 in casa con l’Atlético, in una gara in cui l’ex Internacional ha salvato i giallorossi in 9 occasioni, una delle quali al 90′. Se il ruolo del portiere sta cambiando, in maniera sempre più radicale, Alisson sta mostrando come la Roma abbia fatto bene a investire su di lui. Il brasiliano è il migliore in A per precisione dei passaggi corti – che sono oggi circa 15,3 di media – ha una sensibilità nei piedi non comune tra gli estremi difensori in circolazione, ed è stato capace, in pochi mesi, di far dimenticare ai romanisti la figura guascona e un po’ ingombrante di Szczesny.

Il lancio lunghissimo in cui il pallone sembra non scendere mai

La potenza distruttiva della Lazio

Un dato è un semplice dato finché non diventa un’evidenza: nelle ultime 29 gare di Serie A della Lazio, ben 26 sono finite con 2,5 gol segnati, di media: prima c’era stata Spal-Lazio 2-5, ma anche Lazio-Crotone 4-0 e Atalanta-Lazio 3-3. Quando in campo ci sono i biancoazzurri quello che pare non mancare mai è lo spettacolo. Stiamo assistendo all’opera di una cooperativa del gol: la Lazio, infatti, non definibile come una squadra dipendente dal proprio numero 9 – in questo caso l’11 di Immobile comunque top-scorer del torneo. Nei primi venti marcatori della Serie A ben 3 vestono la casacca laziale, con Luis Alberto e Milinkovic-Savic a quota 7. Anche ieri pomeriggio contro il Chievo la squadra di Inzaghi ha mostrato che le possibilità offensive non mancano: oltre ai due centrocampisti sono da tenere in considerazione i rientri a pieno regime di Nani e Felipe Anderson, oltre agli inserimenti di Parolo e Lulic, e le doti aeree di due giocatori come Bastos e de Vrij. La Lazio ha così tante variabili da poter sfruttare che quel terzo posto sembra decisamente qualcosa in più che una semplice casualità.

Leiva fa il Pirlo per la doppietta di Milinkovic

L’importanza di confermarsi in Serie A

Un anno fa, di questi tempi, il Crotone era penultimo, e soprattutto aveva undici punti di svantaggio dall’Empoli, che occupava l’ultimo posto disponibile per la salvezza. Il resto è noto, con un incredibile filotto di risultati che ha permesso ai calabresi di riuscire nell’insperata rimonta e ottenere la permanenza in Serie A. Oggi il Crotone lotta ancora per la salvezza – e questo, date le premesse, era più che scontato – ma ha conquistato otto punti in più rispetto a dodici mesi fa e soprattutto è fuori dalle ultime tre posizioni, certificando il tutto con la fondamentale – e schiacciante – vittoria per 3-0 sul campo dell’Hellas Verona, avversario diretto nella corsa alla permanenza. Non solo: la squadra è passata per l’addio improvviso, per certi versi sconvolgente, dell’allenatore Nicola, grande artefice dell’impresa della scorsa stagione perché straordinariamente abile a mantenere compatto e unito un gruppo che altresì rischiava la caduta libera. L’arrivo di Zenga ha portato finora due vittorie e ha alzato la media punti dei rossoblù rispetto alla gestione Nicola, da 0,88 a partita a 1 – e il calendario non ha di certo aiutato, visto che ha messo di fronte i calabresi a squadre come Lazio, Napoli e Milan. Il campionato del Crotone è sintomatico di come la continuità in Serie A sia indispensabile per elevare la propria competitività: non è solo un discorso economico – i rossoblù hanno speso meno di 3 milioni di euro sul mercato, e hanno il monte stipendi più basso di tutto il torneo (12 milioni) – ma anche tecnico. Il salto dalla Serie B alla Serie A sembra davvero troppo proibitivo – diversa ricchezza, diversa qualità, difficoltà decisamente maggiori – e non è un caso che le ultime tre della classifica siano proprio le neopromosse. Anche quando si tratta di squadre con una rosa importante – è il caso dell’Hellas – o con un progetto ben definito e imperniato su automatismi consolidati – come la Spal, reduce da due promozioni di fila. E il fatto che il Crotone non abbia mai perso contro una delle tre che arrivano dalla B è indice di come la frattura esista, e di come il ricambio tra retrocesse e neopromosse sia un tema delicato.

Il primo gol di Barberis in Serie A