Il primo febbraio di 6 anni fa, 79 persone rimanevano uccise e oltre 1.ooo venivano ferite durante gli scontri tra una squadra di Port Said, l’El-Masry, e l’Al-Ahly, club del Cairo, nel match valido per la Serie A di calcio egiziana. La gara era cominciata con 30 minuti di ritardo a causa della presenza, sul campo da gioco, di tifosi della squadra di casa. Ci furono invasioni di campo dopo ogni gol dell’El-Masry, e una grande invasione al fischio finale, sul 3-1. I tifosi di Port Said, sembra, assaltarono gli ospiti con pietre, bottiglie e coltelli. Le morti sarebbero state causate sia dalle ferite negli scontri, sia da asfissia mentre tra la folla di tifosi presenti si scatenava il panico.
Da subito ci furono accuse “politiche”: in particolare furono mosse dagli oppositori del regime di Hosni Mubarak. Secondo molti di loro, tra cui i Fratelli Musulmani, le violenze furono pilotate dall’ex presidente, dimessosi un anno prima, per scatenare il caos nel Paese. Molti testimoni dissero che i controlli di sicurezza agli ingressi dello stadio furono praticamente nulli, a differenza di quanto accadeva solitamente.
Le immagini degli scontri di Port Said
Dopo una serie di ricorsi, il numero delle condanne a morte è stato ridotto a 10. Tra gli altri imputati, 32 hanno ricevuto pene detentive da 5 a 15 anni e 21 sono stati assolti. Proprio alle vittime di Port Said, Mohamed Salah aveva dedicato il proprio numero di maglia durante il periodo passato in prestito alla Fiorentina, in prestito dal Chelsea. La strage di Port Said resta a oggi la più sanguinosa nella storia del calcio egiziano e il numero di morti ne fa una delle peggiori in quella del calcio mondiale.