Tre cose sulla ventottesima giornata di Serie A

Il Milan cinico e vincente di Gattuso, la partita fenomenale di Milan Skriniar, il gol spettacolare di Ciro Immobile, vero leader tecnico di questa Lazio.
di Redazione Undici 12 Marzo 2018 alle 12:06

Si può vincere con poco

Il 2018 del Milan in Serie A parla di 7 vittorie e 1 solo pareggio, di una squadra che anche nelle giornate in cui non mostra il meglio di sé riesce comunque a portare a casa il risultato. Nonostante un Genoa resistente, il Milan l’ha spuntata come sanno fare le squadre che stanno imparando a diventare grandi, con un’azione a pochi secondi dal termine che ha portato alla prima rete in Serie A di André Silva. Fino a quel momento la gara aveva vissuto di alti e bassi, di folate che potevano cambiare l’inerzia della partita da un momento all’altro. Il Genoa di Ballardini ha reso difficile le cose al Milan sfruttando la propria fisicità, vincendo quasi tutti duelli aerei e usando la ruvidità necessaria quando necessario. Ma Gattuso sembra aver dato ai rossoneri uno spirito nuovo, non solo figlio del proprio approccio aggressivo ma anche risultato di una ritrovata lucidità. Pur con delle novità necessarie a far rifiatare alcuni interpreti del suo 4-3-3 in vista del ritorno con l’Arsenal agli Emirates, i rossoneri hanno trovato la forza di costruire fino agli ultimi istanti della gara. Come sempre il pallone più importante è partito dal sinistro imprescindibile di Suso, dopo essere rientrato verso l’interno del campo. Una vittoria sofferta, vero, ma che arriva in conclusione dell’ennesima partita dove la porta resta inviolata. Bene Bonucci e Romagnoli, meglio Ricardo Rodríguez.

Vittoria a tempo scaduto

Il muro elegante: Milan Skriniar

Nello zero a zero di ieri sera a San Siro – un risultato non brillante ma che non evidenzia abbastanza il ritmo di una gara giocata per larghi tratti in spazi stretti, cercando di usare meno tocchi possibili per far risalire l’azione – uno dei protagonisti indiscussi è stato Milan Skriniar. Il centrale dell’Inter è stato ciò che di più vicino possiamo trovare al concetto di perfezione: sempre pronto a bloccare l’avversario nell’uno contro uno, con un posizionamento del corpo magistrale e la consueta capacità di rendersi pericoloso sui calci piazzati. Lo slovacco ha bloccato tutto ciò che passava dalle proprie parti, compreso un calcio di punizione di Insigne su cui si è immolato lasciandosi colpire dal pallone rimanendone stordito. Di Skriniar impressiona l’eleganza e l’apparente facilità con cui affronta ogni vento all’interno della gara. È anche per merito suo se, una volta bloccata la ragnatela di passaggi dei partenopei, l’Inter è riuscita a rendere inoffensivi Insigne e Mertens, due calciatori che servirebbero al Napoli per cambiare indirizzo alle partite quando non riescono a essere sbloccate dal collettivo. I due terzi del tridente biancoazzurro sono stati annullati dal centrale di Spalletti, e in un’occasione Insigne, bloccato da Skriniar che usciva palla al piede dopo una chiusura perfetta, si è lasciato andare a un fallo di frustrazione per fermarlo, prendendosi un cartellino giallo. Milan ha fatto da calamita per i palloni che sono orbitati all’interno dell’area di rigore nerazzurra, niente è transitato da quelle parti senza il lascia passare dello slovacco. Accanto a lui anche Miranda, non perfetto in molte delle gare di questa stagione, ha ritrovato sicurezza.

Non si passa contro Skriniar

Il peso da leader di Ciro Immobile

Un dato su tutti fa capire come la Lazio non stia vivendo un momento particolarmente felice: nelle dieci giornate fin qui disputate del girone di ritorno sono arrivate quattro sconfitte, una in più di quelle subite nell’intero girone di andata. Potevano essere cinque, se al 95’ di un Cagliari-Lazio Ciro Immobile non avesse estratto dal cilindro uno dei gol più belli del campionato e non solo: un tacco volante, nel cuore e nella frenesia dell’area di rigore, che ha sorpreso Cragno, scavalcato dalla traiettoria del pallone. Un gesto tecnico arrogante e sensazionale – alla Ibrahimovic, diremmo – che porta a 24 le marcature dell’attaccante napoletano in campionato: 24 (sei in più di Icardi, che insegue), esattamente quanto i migliori cannonieri d’Europa – Messi, Kane, Salah, Cavani.
Sono numeri da leader, ma poi c’è il peso da leader. In sintesi: Immobile è quello che si dice un trascinatore, perché nelle pieghe delle partite è sempre lui a trovare il modo, all’improvviso, di cambiare gli esiti. È successo a Cagliari, è successo ogni volta che, in questo girone di ritorno dei biancocelesti, la Lazio ha preso punti (vittoria sul Chievo a parte, dove però Immobile è uscito al 35’ per infortunio): contro Spal, Verona, Sassuolo, prima della trasferta sarda. Si aggiunga pure l’ottavo di Europa League, con la Lazio prima sotto contro la Dinamo Kiev e poi capace di ribaltarla, prima del 2-2 finale: ancora una volta, la riscossa è partita da Ciro, e poteva diventare doppia riscossa non fosse stato per quel palo proprio sul gong del match.

Un gol spettacolare
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