Wenger ha detto di essere discriminato per la sua età

Anche se non vince una Premier League da 14 anni.

Arsène Wenger ha dichiarato che le richieste di lasciare la panchina dell’Arsenal, provenienti sia dai media che dai tifosi, sarebbero frutto di discriminazioni relative alla sua età. Sono sempre più crescenti le richieste da parte di una folta schiera di sostenitori dei Gunners che vorrebbero il francese si facesse da parte prima della conclusione del contratto che termina il prossimo anno. L’allenatore francese non vince la Premier da ormai 14 anni, e a proposito delle contestazioni ha detto a beIN Sports: «Quando maturi ti focalizzi su ciò che è meglio per il club e cominci a ignorare il resto. Ma più invecchi e più si fanno intense le discriminazioni. Devo accettare il fatto, però, che più i risultati peggiorano e più bisogna abituarsi alle conseguenze».

Con l’Arsenal sempre più fuori dalle zone di classifica che significano Europa, a Wenger non resta che provare a vincere l’Europa League per accedere alla Champions della prossima stagione. Ormai sono due anni che i “Wenger Out” fanno capolino sugli spalti dell’Emirates e tra i supporter del club londinese. «Ma in generale questa cosa di quanto a lungo sei stato in un club, di che età hai la trovo un po’ difficile da gestire. Ma devo accettare tutto perché sono un personaggio con un lavoro pubblico, devo ottenere risultati e accettare che in base a questi vengo giudicato».

Wenger è convinto che i suoi risultati con l’Arsenal siano passati in secondo piano e che le contestazioni non tengono conto del suo contributo complessivo alla storia del club. Ha vinto 3 Fa Cup negli ultimi quattro anni, altre 4 le ha ottenute nel primo decennio da tecnico dell’Arsenal, oltre a 3 campionati inglesi e 7 Charity Shield. «Sono abbastanza ingenuo da credere che con il passare del tempo, con prospettiva e contesto, ciò che emergerà è quello che ho veramente fatto per questo club e non soltanto l’ultima partita». Il tecnico francese ha detto di essere stufo di prendersi troppa cura dell’aspetto moderno del calcio, dell’eccessiva attenzione all’immagine: «Ho sempre lavorato tutta la vita con l’idea che fosse importante come sei realmente piuttosto che quello che mostri, quindi non mi preoccupo della mia immagine».

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