La maledizione europea del Red Bull Salisburgo

Undici tentativi di qualificazione alla fase a giron di Champions League, undici eliminazioni.

Da quando è stato rilevato dalla Red Bull, nel 2005, il Salisburgo è diventato una potenza quasi incontrastata in Austria: ha vinto nove campionati, di cui otto nelle ultime dieci stagioni e cinque nelle ultime cinque. In precedenza, quando era noto come Austria Salisburgo, i campionati nazionali conquistati erano stati appena tre. Gli alti posizionamenti hanno permesso al club di accedere, quasi ogni anno, agli spareggi di Champions League – nessuna squadra austriaca, da regolamento, è ammessa direttamente alla fase a gironi. Una fase che, però, il Red Bull Salisburgo non ha mai raggiunto: a undici tentativi, sono corrisposte undici eliminazioni. Arrivate contro Valencia, Shakhtar, Maccabi Haifa, Hapoel Tel Aviv, Dudelange of Luxembourg, Fenerbahce, Malmo (due volte), Dinamo Zagabria, Rijeka.

L’ultima eliminazione è arrivata contro lo Stella Rossa, forse la più amara tra tutte. Perché il Salisburgo era reduce dalla semifinale di Europa League dello scorso anno, mostrando di riuscire a cavarsela bene anche fuori dai confini nazionali – clamoroso il 4-1 contro la Lazio nei quarti di finale. E poi perché la situazione era ideale: avversario non irresistibile, andata in trasferta chiusa sullo 0-0 e ritorno in casa che li vedeva nettamente favoriti. Il Salisburgo aveva persino ipotecato la qualificazione: a cavallo tra primo e secondo tempo, una doppietta di Dabbur dava ai padroni di casa un doppio vantaggio quasi rassicurante. Invece, a metà del secondo tempo, i serbi sono riusciti a segnare due gol nel giro di due minuti, con la doppietta di Ben Nabouhane. Se per gli austriaci è stata l’ennesima delusione, per la Stella Rossa un traguardo storico: l’ultima partita giocata in Coppa Campioni dai serbi è stata la finale del 1991, in cui si erano laureati campioni battendo l’Olympique Marsiglia.