Il futuro del tennis è di Tsitsipas

Chi è e come gioca il 20enne che ha già vinto un titolo Atp.

Mancava solo l’ultimo tassello. Un ultimo passo in direzione di un obiettivo che non era previsto nei piani originari d’inizio 2018 – che dovevano condurre alla Top 50 e alla seconda settimana di uno Slam – ma che col passare dei mesi è diventato inevitabilmente prioritario davanti ai risultati e all’esplosione di Stefanos Tsitsipas, 20enne greco dalle idee tanto chiare quanto la sua voglia di arrivare. Il giovane ateniese ha ottenuto il primo titolo della carriera nel circuito Atp nel 250 di Stoccolma, battendo con un doppio 6-4 un redivivo Ernest Gulbis che – pur non essendo più il giocatore capace di arrivare in semifinale a Parigi nel 2014 e alla Top 10 – aveva un invidiabile record personale di sei trionfi su sei finali giocate. Un trionfo storico non soltanto per il riccioluto ragazzo di origini russe (sua madre, Julia Salnikova, è stata una giocatrice del circuito Wta) ma per tutto il movimento tennistico greco, che trova la prima gioia assoluta nell’era Open e, forse, anche qualcosa di più grande.

Nato il 12 agosto 1998 e allenato dal padre Apostolos, quello di Stoccolma è un trionfo cercato con insistenza da Tsitsipas, soprattutto dopo l’exploit nel 500 di Barcellona, quando riuscì a battere il futuro finalista del Roland Garros Dominic Thiem nei quarti prima di raggiungere la prima finale nel circuito maggiore contro Rafael Nadal, vittorioso poi con un perentorio 6-2 6-1. Lo stesso avversario che poi si è messo di mezzo nella prima finale 1000 della carriera tre mesi dopo, a Toronto (persa 6-2 7-6), dove è stato capace di diventare però il primo giocatore nella storia a mettere in fila quattro Top 10 nello stesso torneo: Dominic Thiem, Novak Djokovic (reduce dalla vittoria a Wimbledon), Alexander Zverev e il finalista dello Slam londinese Kevin Anderson. In mezzo il primo ottavo di finale Slam a Church Road – sconfitto da John Isner, che poi raggiungerà la semifinale, per 6-4 7-6 7-6 – che certifica le qualità universali di Tsitsipas, adattabili a qualsiasi superficie e condizioni di gioco. Un dettaglio questo mai banale, anche in un’epoca in cui il passaggio da una superficie a un’altra è divenuto meno traumatica rispetto anni fa.

Il punto della vittoria a Stoccolma

193 cm per 85 kg, dotato di un ottimo servizio grazie al quale riesce a comandare spesso lo scambio, ciò che colpisce di Stefanos Tsitsipas sono la consapevolezza nei propri mezzi, unita a un’eleganza tennistica che il suo rovescio a una mano tende ad esaltare. Un colpo questo che il greco gioca con grande scioltezza e con cui riesce a produrre una grande quantità di vincenti, soprattutto in lungolinea. È proprio con questo colpo che ha ottenuto il break decisivo, nel terzo set, contro Djokovic in Canada, diventando così l’unico giocatore ad avere battuto il serbo negli ultimi quattro mesi. Ma è soprattutto con il diritto che Tsitsipas tende ad aprirsi il campo esaltando le proprie doti di giocatore d’attacco. Una mentalità offensiva che lo porta spesso nei pressi della rete, dove non disdegna soluzioni anche spettacolari come alcune volée in tuffo di beckeriana memoria. Una varietà di soluzioni in cui trova spazio anche un drop shot preciso e ben fintato, difficile da leggere per gli avversari.

Il suo rovescio a una mano

Da sparring partner a candidato più autorevole – al pari di Alexander Zverev e Denis Shapovalov – per riempire il vuoto che si verrà a creare quando Nadal, Federer e Djokovic porranno fine alle loro carriere. Un anno fa, Stefanos Tsitsipas, era infatti solo un prospetto interessante chiamato a fare la riserva durante la prima edizione delle Next Gen Finals. Buono giusto per far esibire il volto pubblicitario dell’evento Alexander Zverev, costretto a dare forfait al torneo per impegni ben più prestigiosi alle Finals di Londra. Quello stesso torneo londinese che ora il n. 16 del mondo (era n. 91 a inizio 2018) sogna ancora di poter raggiungere. «Credo di meritare più delle Next Gen Finals. Merito di giocare contro i più forti», ha dichiarato in conferenza stampa dopo la finale di Stoccolma. Sono circa 1000 i punti da recuperare a John Isner con ancora 1500 punti a disposizione. Improbabile che ci riesca quest’anno. Ma, d’altronde, non era improbabile anche una stagione così travolgente?