Tre cose sulla quindicesima giornata di Serie A

La crisi "di testa" della Roma, Juve-Inter emblematica, e un grande Empoli.

La Roma è difficile da capire

È una strana crisi, quella della Roma, e la partita contro il Cagliari è un manifesto di questa stranezza. Il Cagliari di Maran, nonostante una classifica non eccezionale, è una squadra solida: subisce poco, ha buone individualità, e segna poco. Maran, poi, sa essere un bravo tattico, e si è visto. Nel primo tempo la Roma ha giocato tranquillamente, ha subito poco ed è andata in vantaggio di due gol: le fasce funzionavano bene, il Cagliari non le sapeva contrastare. Poi Maran ha cambiato: via il rombo a centrocampo, attenzione alle corsie laterali, e la Roma ha diminuito il suo potenziale offensivo. Ma i due gol del Cagliari, in fondo, non sono totalmente il frutto di questi cambi: è quello che si chiama “testa” e che lo stesso Di Francesco ha sottolineato nella conferenza stampa dopo la partita: due gol subiti in superiorità numerica negli ultimi minuti di partita, dopo una gara controllata tutto sommato tranquillamente, non sono frutto di approcci tattici fallimentari, ma di un mix di disattenzione e paura che è difficilmente curabile se non con la pazienza. Il Milan dello scorso anno e quello di quest’anno ne sono la dimostrazione.

Sì, Manolas buca, ma il passaggio lento e a mezza altezza passa in mezzo a troppe maglie giallorosse

Juve-Inter è la fotografia del campionato

I quattordici punti di differenza non dicono tutto ma spiegano molto. La Juventus è lassù, con un cammino quasi immacolato; l’Inter, dopo la sconfitta nello scontro diretto, non può più mettere i bianconeri nel mirino, eppure è terza. I nerazzurri hanno vinto quasi due partite su tre in campionato, hanno trovato un’identità su cui poggiano le certezze di squadra, hanno sviluppato, in brevissimo tempo, la capacità di adattarsi al contesto europeo, potendo preparare l’ultima giornata della fase a gironi quasi da favoriti, in ottica qualificazione, rispetto ai concorrenti del Tottenham. Allo Stadium si è vista un’ottima Inter, quadrata, coraggiosa, vicina più volte al gol del vantaggio. Ma, quando la Juventus alzava la pressione, la squadra di Spalletti andava inevitabilmente in difficoltà. Segno di come una Juve al settanta per cento valga, ad ora, più dell’Inter al cento per cento – e non certo per demeriti dei nerazzurri, quanto della supremazia totale dei rivali. Del resto, se si prendono in considerazione i match della Juve contro le prime della classifica, l’Inter è la squadra che ha tenuto meglio il campo e che ha evitato il passivo peggiore. Lazio e Milan sono state battute agevolmente, senza nemmeno ricorrere agli straordinari, il Napoli ha esibito un grande avvio di gara allo Stadium ma, non appena i bianconeri hanno cambiato marcia, è rimasto inghiottito dalla furia dei padroni di casa. C’è un modo di battere questa Juve? Una domanda che, ad ora, non ha risposta.

La rete decisiva di Mandzukic

Iachini risolve problemi

A Giuseppe Iachini una squadra viene affidata raramente dall’inizio della stagione. Non che ci siano motivazioni particolari, ma negli ultimi anni è semplicemente successo così. Solo l’Udinese aveva deciso di iniziare l’annata 2016/17 con lui, ma non ha avuto la pazienza di aspettare oltre 7 partite. Chiamato a novembre al Sassuolo, lo scorso anno, fece un mezzo miracolo: ereditò una squadra al diciassettesimo posto, che era stata sconfitta volte nelle prime 14 partite. Iachini, dopo un’ulteriore sconfitta alla sua prima partita (ma dopo soltanto due giorni dalla firma) portò gli emiliani a tre vittorie consecutive, seguite da un periodo di appannamento interlocutorio e un grande finale di stagione. Risultato: undicesimo posto finale, vittorie (due volte) contro Inter e Fiorentina, pareggi contro Napoli e Milan. Da quando è stato nominato nuovo allenatore dell’Empoli, i toscani hanno vinto tre partite su quattro, realizzando 10 punti in 4 gare. Iachini ha riconosciuto l’ottimo lavoro in termini di gioco di Aurelio Andreazzoli, il tecnico precedente, e in effetti l’Empoli è una squadra inesperta ma molto talentuosa. Si vedano, per farsi un’idea, i gol: il primo, contro il Bologna, è una manovra che coinvolge più giocatori, da Bennacer a Krunic, da Di Lorenzo ancora a Krunic, per finire con il triangolo di prima Caputo-La Gumina-Caputo. Insomma, l’Empoli di Iachini non ha sacrificato il bel gioco al bisogno di risultati, ma sta facendo maturare un gruppo di giocatori giovanissimi e con un potenziale di talento davvero interessante.

Il primo gol di Caputo è decisamente un bel gol