Tre cose sulla sedicesima giornata di Serie A

La Juve e le partite difficili, Milik versatile, Quagliarella inarrestabile.
di Redazione Undici 17 Dicembre 2018 alle 12:28

La Juventus ha vinto alle regole del Torino

«Quando c’è un po’ di fango, bisogna sapersi sporcare le mani», twitta Allegri festeggiando il successo nel derby. Il “fango” è quello di una partita spigolosa, con il Torino che ha giocato una straordinaria partita sotto il profilo dell’intensità, provando così a mandare in tilt le certezze dei rivali cittadini; la Juventus, però, non si è sottratta alla battaglia, accettando le regole d’ingaggio poste dagli avversari e alla fine festeggiando il quindicesimo successo in sedici partite di campionato. La morale è che la squadra di Allegri sa spuntarla anche nelle partite più rognose, rinunciando a far valere al meglio le qualità del collettivo e facendo emergere altre caratteristiche: la fisicità, la tenacia, il sacrificio. Tutti ingredienti che si possono riconoscere nell’azione che porta al calcio di rigore che decide il match: Bonucci insegue Zaza fin nell’area di rigore avversaria, mentre Mandzukic è bravo a capire in anticipo le intenzioni dell’avversario e, con una gran corsa, riesce a prendere il tempo a Ichazo e ad anticiparlo. Sono dettagli che, senza il fischio arbitrale, sarebbero passati inosservati. Eppure sono proprio i dettagli di una squadra che, nonostante la forza individuale e di squadra, sa interpretare il canovaccio di una gara come se non fosse la favorita.

Contro il Torino, l’undicesimo gol di Ronaldo in Serie A

Milik sa fare tutto

Dopo le prime 17 giornate di campionato, a due passi dalla fine del primo girone, potrebbe sembrare quasi una sorpresa che il giocatore che ha segnato di più del Napoli sia Arkadiusz Milik. Nel 2016 si infortunò – rottura del legamento – a ottobre, nel 2017 anticipò – sempre il legamento – addirittura a settembre. Il risultato è che in Italia abbiamo potuto vedere la potenzialità di Milik a sprazzi, e mani nell’arco di un’intera stagione. Una potenzialità che è evidentemente ancora la stessa dai tempi dell’Ajax, considerata la fiducia che Ancelotti sta mettendo nel giocatore polacco. Nonostante il turnover – una novità assoluta dopo gli anni di Sarri – Milik sta trovando continuità e gol, e dimostra di non aver perso il suo bagaglio: quello di attaccante completo, capace di attaccare gli spazi ma anche, nonostante la stazza, di puntare l’avversario in campo aperto, dotato di piedi delicati e precisi. Se nella prima partita contro la Lazio aveva segnato il più classico dei gol da attaccante d’area, approfittando di una presa non perfetta di Strakosha, già contro il Parma alla sesta giornata (doppietta) aveva mostrato un sinistro a giro da fuori area, terminato sotto l’incrocio. Contro l’Empoli è stato bravo a farsi trovare nello spazio giusto dopo una bella azione di Mertens, mentre contro l’Atalanta, nella prima partita di dicembre, ha deciso all’ultimo con uno scatto a bruciare i difensori seguito da controllo e tiro di collo pieno. Il repertorio si è completato contro il Frosinone – colpo di testa nella doppietta segnata – e soprattutto contro il Cagliari

La punizione, di sinistro, perfetta sotto l’incrocio

Quagliarella non si ferma più

È ripartita di slancio la Sampdoria, dopo un periodo di tre partite che la vedevano sempre perdere, e contro il Parma è arrivato il quarto risultato utile consecutivo, oltre che il secondo successo in casa di fila. Ovviamente, tra i protagonisti non può mancare Fabio Quagliarella, ancora una volta decisivo. L’attaccante blucerchiato chiude la sfida con un colpo di testa su assist di Praet: è il suo nono gol in campionato, e ancor di più impressionante è la statistica che lo vede a segno in ciascuna delle ultime sei partite in cui è sceso in campo. In scadenza di contratto, accostato con sempre più maggior frequenza al Milan, Quagliarella è l’anima di questa Sampdoria, il 35enne che, in una squadra piena di giovane talento, traccia la strada da percorrere. A Genova vive una seconda giovinezza, perché non aveva mai tenuto una media gol così alta in carriera come in queste annate blucerchiate: segna 0,40 reti a partita da quando è tornato a Marassi nel 2016, meglio dello 0,37 di Udine e degli 0,29 con Napoli, Torino e Juventus.

Il gol di Quagliarella che vale il 2-0 della Samp
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