Tre cose sulla ventiduesima giornata di Serie A

L'Inter nel pallone, il momento della Juventus, Donnarumma e Zaniolo.
di Redazione Undici 04 Febbraio 2019 alle 12:37

L’Inter prigioniera della confusione mentale

I risultati dell’Inter degli ultimi due mesi di campionato sembrano stringhe di codice binario. Ma se prima della pausa si trattava di risultati positivi – con l’eccezione, giustificabile, della sconfitta allo Stadium – il girone di ritorno vede l’Inter ancora a secco di vittorie. Peggio ancora, l’attacco non segna più: zero gol nelle prime tre giornate di campionato del 2019, un dato negativo che Opta ricorda essere successo soltanto una volta nella storia nerazzurra – nel 1956. Icardi su azione in Serie A non segna dal 2 dicembre e il resto della truppa ha numeri realizzativi stagionali troppo bassi – Lautaro, Keita e Perisic, in tre, complessivamente hanno segnato meno reti di Icardi tra tutte le competizioni. La sconfitta contro il Bologna è certamente la più grave del misero inizio di 2019 nerazzurro – che comprende, va ricordato, anche l’eliminazione in Coppa Italia. Perché arrivata contro una squadra in grande difficoltà – non vinceva da 14 turni, in trasferta addirittura dal dicembre 2017 – e perché ha palesato, oltre alle note difficoltà realizzative, il tilt mentale dei giocatori di Spalletti. Il secondo tempo, passato alla ricerca del gol del pareggio, è stato vissuto all’insegna della paura, più che della cattiveria e della voglia di ribaltare il risultato. L’ingresso di Ranocchia in veste da attaccante, paradossalmente, è stato il più sostanzioso, segnale del fatto che ai nerazzurri, privi di certezze, il piano elementare di sfruttare l’altezza di un difensore ha liberato dall’obbligo di costruire un’azione ragionata. È chiaro che l’Inter deve prima liberarsi di queste paure per rimettersi in marcia: ma deve farlo in fretta, perché ora nemmeno il terzo posto è più al sicuro.

Il gol sbagliato da Icardi al primo minuto contro il Bologna

Il momento della Juventus

Due indizi non fanno ancora una prova, ma cominciano a rappresentare un segnale, soprattutto se si susseguono a tre giorni di distanza. La Juventus pareggia allo Stadium contro il Parma, già questa sarebbe una notizia da prima pagina, se non fosse per i sei gol incassati da Szczęsny e Perin in poco più di 72 ore. Allegri ha dovuto rinunciare a tre quarti di difesa titolare – subito dentro il rientrante Cáceres accanto a Rugani, con Cancelo e Spinazzola esterni – ma la sua squadra è sembrata troppo fragile quando gli uomini di D’Aversa hanno trovato spazi e tempi per uscire dalla loro metà campo. Rispetto alla partita con la Lazio, i bianconeri hanno costruito un numero maggiore di palle gol (i due pali di Khedira rientrano nel conto totale di 28 tentativi verso la porta di Sepe), ma la manovra offensiva è apparsa ancora poco fluida, merito anche di un Parma attento, compatto, sempre concentrato. La serata di Ronaldo (nuovo capocannoniere della Serie A con 17 reti) è diventata la notte di Gervinho, la doppietta dell’ivoriano ha riaperto un piccolo spiraglio per la lotta-scudetto, con il Napoli di nuovo a nove punti, e ha certificato il primo momento negativo della stagione della Juventus – che però resta l’unica squadra imbattuta nei cinque campionati top in Europa. Allegri dovrà recuperare gli infortunati e le certezze in vista dell’impegno contro l’Atlético Madrid, primo vero crocevia dell’annata bianconera. L’avvicinamento alla sfida del Wanda Metropolitano (20 febbraio), all’improvviso, è diventato in salita.

Il gol di Gervinho su assist di Inglese per il 3-3 finale dello Stadium

Roma-Milan e il futuro azzurro

I migliori in campo della sfida dell’Olimpico sono stati gli unici due under 20 in campo, Donnarumma e Zaniolo. In una sfida tesa e importante nella corsa Champions, i ragazzini di Milan e Roma sono stati ancora una volta decisivi, giocando da leader. Il portiere ha tenuto in partita i rossoneri con almeno quattro-cinque parate decisive: volo sul tiro di Dzeko, tuffo a terra su Zaniolo, doppia gran parata sui colpi di testa di Schick e ancora Dzeko. Anche in occasione del gol della Roma, Gigio era stato miracoloso sul quasi autogol di Musacchio, ma nulla ha potuto sul tap-in di Zaniolo. Il giovane giallorosso, unico insieme a De Rossi a essere risparmiato dalla contestazione, ha giocato un’altra partita di sostanza sia in attacco che in fase di non possesso. Partito un po’ nervoso e ammonito dopo poco, ha lottato su ogni palla e ispirato tre-quattro ripartenze della Roma. Con il gol segnato ha raggiunto quota tre in campionato, a 19 anni e 7 mesi. L’ultimo a riuscirci tanto giovane (aveva anzi 18 anni e 6 mesi) con la maglia della Roma era stato Francesco Totti. La partita di Roma ha lasciato apertissima la corsa Champions e ha detto una cosa: la Nazionale azzurra ha futuro.

Il gol del pari di Zaniolo
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