I club inglesi sono tornati protagonisti in Champions

Quattro squadre di Premier ai quarti di finale: non accadeva dal 2009.

Il Liverpool ha eliminato il Bayern Monaco e ha chiuso l’ein plein dell’Inghilterra in Europa. Quattro squadre su quattro qualificate al turno successivo, metà dell’urna per i quarti di finale appartiene alla Premier League. Ci sono i due club di Manchester, il Tottenham di Pochettino, e poi gli uomini di Klopp, finalisti nella scorsa edizione. Proprio il successo dei Reds sembra aver certificato il grande momento del calcio britannico nel confronto con gli avversari continentali: match aperto a tutti i pronostici contro il Bayern Monaco, viaggio in Germania dopo lo 0-0 di Anfield e vittoria netta, un 3-1 senza discussioni, con una squadra apparsa nettamente superiore in tutti gli aspetti del gioco.

Era da un decennio che il calcio inglese non riusciva ad avere questo successo in Europa: dopo la finale tutta britannica del 2008 (vittoria del Man United sul Chelsea), l’ein plein ai quarti di finale mancava dalla stagione seguente, allora le qualificate furono Manchester United, Chelsea, Liverpool e Arsenal. La Champions League fu sollevata al cielo (di Roma) dal Barcellona di Guardiola, ma la Premier portò comunque tre squadre in semifinale, esattamente come nel 2007. Anche in qual caso il successo finale andò al quarto incomodo, il Milan di Ancelotti.

Al di là delle cifre e delle ricorrenze statistiche, le motivazioni di questa rinascita vanno ricercate nella progettualità di tre dei quattro club giunti ai quarti di finale. Tottenham, Liverpool e Manchester City hanno affidato a tecnici stranieri dei progetti simili,  pluriennali, e ora stanno raccogliendo grandi risultati– Pochettino, Klopp e Guardiola sono allenatori molto diversi tra loro, eppure sono accomunati dalla fedeltà rispetto alle proprie idee di calcio. Anche il Manchester United aveva avviato un ciclo simile con Mourinho, una scelta rivelatasi sbagliata: mon a caso, il successo del suo erede Solskjaer contro il Psg è stato il più “casuale” tra quello dei club inglesi.

Psg-Manchester United 1-3

Il resto del discorso va fatto risalire alla forza economica delle società di Premier sul calciomercato, quindi alla capacità di attrarre/comprare i migliori calciatori in circolazione e di creare un contesto interno estremamente competitivo. Una condizione che, evidentemente, ha migliorato l’approccio delle squadre inglesi alla Champions League: prima del Liverpool 2018, l’ultima finalista di Premier era stata il Chelsea campione nel 2012, al termine dell’ultimo ciclo d’oro del calcio inglese. Oggi, forse, sta per iniziarne un altro.