Rafael Leão è l’acquisto giusto per il Milan di Giampaolo, e per il Milan del futuro

Il portoghese ex Lille è un attaccante moderno, potenzialmente completo.

Tiago Fernandes è l’allenatore dell’Estoril, nella Primeira Liga portoghese. Prima di iniziare la sua carriera tra i professionisti, è stato per anni uno dei tecnici dell’Academy dello Sporting Lisbona, una delle squadre più prolifiche d’Europa per quanto riguarda la formazione e la valorizzazione dei giovani talenti – secondo i dati del Cies, ci sono 58 giocatori cresciuti nel club biancoverde nei campionati europei di prima divisione. In un’intervista rilasciata a L’Equipe, Tiago Fernandes non aveva dubbi su chi fosse il miglior calciatore prodotto negli ultimi anni dallo Sporting. Anzi, questo concetto diventava assoluto nel tempo: «Rafael Leão è il calciatore più forte nella storia del settore giovanile dello Sporting. Ho spinto io Jorge Jesus ad aggregarlo alla prima squadra, perché per me si trattava di un giocatore superiore persino a Cristiano Ronaldo, almeno durante il suo percorso nelle formazioni giovanili».

Dunque, il nuovo attaccante del Milan ha credenziali importanti. La prima stagione tra i pro ha confermato certe sensazioni positive, soprattutto in relazione al potenziale futuro: nel Lille secondo in Ligue 1, il 20enne portoghese (è nato il 10 giugno del 1999 ad Almada, un distretto di Lisbona) ha giocato 24 partite totali (16 da titolare) con 8 gol segnati. Più che lo score assoluto, non eccezionale, va considerata la distribuzione temporale di queste marcature: dopo un inserimento difficile – 6 presenze fino a dicembre 2018, di cui 2 da titolare, e una sola rete messa a segno –, Leão è esploso a cavallo tra fine 2018 e inizio 2019, quando ha trovato continuità di utilizzo come prima punta.

In realtà anche l’ultima fase della stagione di Leão è stata negativa – complice anche il risultato raggiunto dal Lille con largo anticipo – solo che gli sprazzi mostrati nel momento migliore hanno convinto il Milan a versare 30 milioni di euro al Lille per il suo cartellino. Evidentemente, la dirigenza rossonera ha intravisto qualità importanti e ampi margini di miglioramento, soprattutto in relazione al possibile – ulteriore – potenziamento di un fisico già statuario, eppure agile, elastico (Leão è alto 188 cm e pesa circa 80 kg).

Nonostante la forte componente atletica, Leão ha una grande tecnica di base, una caratteristica che lo rende particolarmente adatto alle idee di Giampaolo: come detto può giocare da prima punta, ma ha dimostrato di poter occupare lo slot di attaccante supporto a un centravanti più classico, o anche quello di esterno offensivo in un reparto a tre punte. Nel Lille, i continui interscambi di posizione con i compagni – Pépé su tutti – hanno creato un contesto ad altissima qualità, efficace in fase di transizione ma anche in spazi più stretti, in cui le lunghe leve e la forza muscolare aiutano nella protezione del pallone.

A dispetto della giovane età, Rafael Leão legge il gioco offensivo in maniera diversificata. Già durante le prime partite con lo Sporting, alternava l’attacco dello spazio in verticale con profondi rientri al di qua del centrocampo, per venire a giocare il pallone in fase di costruzione, muovere i difensori avversari e poi strappare in avanti grazie alla velocità in progressione. Probabilmente, proprio l’ampio menu tecnico-tattico rappresenta – indirettamente – anche il grande limite di Leão, un calciatore ancora non perfettamente formato nel decision making, nella scelta della miglior soluzione nelle varie situazioni di gioco, e/o in relazione alle diverse fasi della partita.

Con l’acquisto di Leão il Milan ha messo a segno un’operazione ambivalente, dall’impatto potenzialmente immediato ma anche – se non soprattutto – proiettata nel futuro. Le idee condivise da Giampaolo e dalla dirigenza portano alla valorizzazione di Piatek attraverso un sistema di gioco che veda il polacco meno isolato in avanti, quindi fatalmente meno responsabilizzato nella fase di costruzione. Proprio quella situazione di gioco in cui Leão, invece, tende a esaltarsi, secondo un’interpretazione moderna del ruolo di centravanti. Allo stesso modo, però, il Milan va è andato anche oltre la stagione che sta per iniziare, perché Leão è e sarà un asset importante, un elemento su cui costruire l’attacco dei prossimi anni, sperando ovviamente nella sua esplosione definitiva durante l’esperienza italiana.