Stiamo sottovalutando il passaggio di Griezmann al Barcellona?

I blaugrana potenziano un attacco già fortissimo con un giocatore iconico, di qualità estrema.

Fino a questo momento, una delle novità più importanti della Liga 2019/20 è il passaggio di Antoine Griezmann dall’Atlético Madrid al Barcellona. Un’operazione da più di 100 milioni di euro, che rende l’attaccante francese uno dei giocatori più costosi di sempre; inoltre segna il passaggio di uno degli attaccanti più forti ed efficaci degli ultimi anni in una squadra fortissima, che poteva già contare su Leo Messi e Luis Suárez. Nonostante tutto questo, c’è la sensazione che, per un motivo o per un altro, la portata di questo trasferimento sia stata sottovalutata.

Griezmann e il Barcellona potrebbero formare un binomio devastante. È un discorso che ha diverse chiavi di lettura. La prima e più immediata esplora la dimensione umana e psicologica, l’impatto che questo cambiamento può e deve avere anzitutto sul calciatore francese. Parliamo di uno dei migliori talenti della sua generazione, uno che è stato vicinissimo a vincere il Pallone d’Oro e che, soprattutto, nelle ultime cinque stagioni ha avuto in mano l’attacco dell’Atlético Madrid di Simeone – vale a dire una squadra candidata a vincere tutto ogni anno.

Griezmann va al Barça per fare l’ultimo step in una carriera che lo ha già visto vincere Europa League, Supercoppa spagnola e Mondiali. A 28 anni, Grizou ha deciso di fare quel salto che rifiutò la scorsa estate – un salto necessario per uno come lui – per confermare il suo status di attaccante di livello superiore. E se il talento e le qualità tecniche non sono in discussione, è da capire se e come riuscirà ad inserirsi in un contesto ambientale e sportivo per certi versi molto distante da quello cui era abituato. Nell’Atléti, Griezmann era il motore di una squadra verticale, diretta, che può – anzi, preferisce – giocare senza palla. Ed era il simbolo di un club che vive all’opposizione pur essendo ormai con due piedi nell’establishment del calcio spagnolo. Stesso discorso anche nella Nazionale francese: nei Bleus l’ex Real Sociedad condivideva il campo con giocatori del suo livello come Pogba o Mbappé, ma indiscutibilmente quella squadra era la sua squadra. Non c’è dubbio che Griezmann sia stato – e sia – il vero regista della manovra del sistema di Deschamps, l’uomo che attiva la fase offensiva, quello a cui deve arrivare il pallone per riciclare il possesso (magari scambiando con Pogba) o andare in verticale (magari lanciando Mbappé).

L’Atlético Madrid, così come la Nazionale, ha aiutato Griezmann ad esplodere, a diventare il giocatore eccezionale che è oggi. Ma potrebbe averlo limitato. La sensazione è che potrebbe esserci del sommerso nel suo gioco, qualcosa che probabilmente è lì ma ancora non è venuto fuori, proprio perché non gli era richiesto di esplorare certi aspetti del suo talento. E in Catalogna, Grizou potrebbe trovare il contesto adatto per aggiungere ancora un tassello al mosaico delle cose che sa fare su un campo da calcio, in una squadra che sembra sposarsi perfettamente con le sue caratteristiche. Ma non è affatto scontato che l’inserimento sia automatico. Prima di tutto dovrà accettare di non essere più al centro di tutto. Perché tutti i giocatori che passano per Barcellona sanno perfettamente che l’ecosistema blaugrana si basa sull’eliocentrismo, e che il sole c’è già: Leo Messi. Tutti gli altri gravitano nella sua orbita: quando e come Griezmann riuscirà a declinare il suo gioco in funzione di Messi, saranno fattori determinanti nella valutazione della sua esperienza al Barça.

Tutto dipenderà dall’approccio che le petit diable dovrà avere rispetto al suo ruolo, in squadra e in spogliatoio prima ancora che in campo. E non è scontato che un giocatore che per anni è stato abituato ad essere il primo – quasi sempre unico – riferimento per i compagni, sia in grado di vestire i panni del gregario – dove per gregario si intende un giocatore che, indipendentemente dal suo livello, diventa semplice ingranaggio e si adatta a movimenti e letture di chi detta il gioco.

Griezmann continuerà a giocare nella Liga, l’unico torneo nazionale che ha conosciuto in carriera. Finora, con le maglie di Real Sociedad e Atlético Madrid, ha messo insieme 321 presenze e 134 gol nel massimo campionato spagnolo (David Ramos/Getty Images)

L’arrivo di Griezmann, però, è un fatto enorme anche per il Barcellona. Il club acquista uno dei migliori giocatori del mondo con l’obiettivo di rinnovare e riorganizzare il suo attacco, quindi in parte anche la sua struttura tattica. Ma è innanzitutto una scelta estrema da parte della dirigenza, che è andata all-in sul giocatore più forte che potesse comprare, indipendentemente dal fatto che fosse – o meno – il fit perfetto in campo. Una spesa di 120 milioni di euro è una decisione che deve essere stata valutata da più angolazioni dopo gli acquisti recenti – non proprio esaltanti, quanto a rendimento sul campo – di Coutinho e Dembélé, ancor di più perché si tratta di un attaccante di 28 anni, che al termine del contratto che ha appena firmato (2024) sarà nella fase discendente della sua parabola.

La dirigenza catalana potrebbe aver pensato di dover monetizzare subito in quelli che verosimilmente sono gli ultimi anni di Messi in versione Moloch onnipotente del calcio europeo: bisogna mettere in conto che nelle prossime stagioni Leo potrebbe ridurre gradualmente la sua influenza sul gioco del Barça, e la sua capacità di essere determinante sempre e comunque. Per questo il club ha pensato di alzare l’asticella mettendo insieme un quantitativo di star power che oggi nessun altra squadra può vantare. Un po’ come fece con Neymar e Suárez, quando costruì la MSN: non a caso l’ultima versione dei blaugrana che è riuscita a prendersi la Champions League.

Vincere la massima competizione europea è – deve essere – l’obiettivo del Barça dei prossimi anni. Anche perché la Liga è ormai terra di conquista dei catalani (confermando anche un trend sempre più comune in Europa: come in Francia, Germania e Italia, la squadra che ha vinto gli ultimi due campionati ha comprato il miglior giocatore della squadra che in questo stesso periodo è arrivata seconda, rischiando di polarizzare ulteriormente i rapporti di forza). E Griezmann, che nella sua personale bacheca ha giusto uno spazio vuoto per quella coppa con “le grandi orecchie”, potrebbe avere un ruolo decisivo nel rianimare lo spogliatoio del Barcellona. Quello gestito da Ernesto Valverde è un gruppo che avrebbe bisogno di essere stimolato, punzecchiato, per essere sempre al 100% della concentrazione e superare quel che sembra essere diventato un blocco psicologico: le due remuntade consecutive subite contro Roma e Liverpool potrebbero avere effetti devastanti. Inserire in rosa un giocatore del calibro di Griezmann potrebbe essere lo stimolo giusto per dimenticarsi certi limiti.

Per acquistare Griezmann, il Barcellona ha versato 120 milioni di euro all’Atlético Madrid – l’importo della clausola rescissoria presente nel contratto dell’attaccante francese con i Colchoneros (David Ramos/Getty Images)

Saranno necessarie anche tutte le doti da stratega di Valverde per far quadrare il discorso tattico. Intanto el Txingurri avrà tra le mani una rosa con una mole di talento che non si è mai trovato a gestire, considerando anche l’aggiunta di De Jong. Ma, anche qui, in ogni caso ci sono moltissime possibilità e opzioni vincenti, e altrettanti interrogativi. A partire dal ruolo che avrà Griezmann: banalmente, la prima considerazione sulla necessaria convivenza con Messi è che uno dei due, rispetto al passato, dovrà diminuire o almeno modificare le cose che fa col pallone nell’arco dei novanta minuti. E quello di certo non sarà Messi.

Grizou potrebbe allora funzionare come ala sinistra con il compito di tagliare sempre dall’esterno verso il centro puntando l’area. Un po’ per non demineralizzare l’unica arma letale del Barça nella scorsa stagione – il tracciante di Messi per gli scatti di Jordi Alba sul binario sinistro. Ma soprattutto, il valore aggiunto più grande che potrebbe portare l’ex Atletico Madrid è la possibilità di liberare Messi dall’enorme quantità di lavoro in fase di cucitura, palleggio e rifinitura dell’azione cui è stato sottoposto nelle ultime due stagioni, senza però rubare il suo ruolo centrale nella manovra. Se intendiamo Griezmann come un facilitatore, per Messi prima e per i compagni e tutta la squadra poi, allora siamo davvero di fronte all’acquisto potenzialmente più determinante della nuova stagione sportiva. Quello che potrebbe far detonare l’equilibrio del calcio europeo.