Il Bolton sparirà, dopo 145 anni di esistenza

Un fallimento che sta facendo molto discutere in Inghilterra.

Non è un momento facile, per le categorie inferiori del calcio inglese. Durante tutta l’estate molti club hanno vissuto delle difficoltà finanziarie, e ora siamo alla resa dei conti per due società: il Bury e il Bolton Wanderers, destinate a fallire nel giro di poche ore. Soprattutto la sparizione del Bolton ha dell’incredibile: solo 7 anni fa, nel 2012, il club retrocedeva in Championship al termine di un’esperienza di 11 campionati consecutivi in Premier League, con picchi importanti – la finale di League Cup persa contro il Middlesbrough nel 2004 e due partecipazioni in Coppa Uefa, nelle edizioni 2005/06 e 2007/08. In questo periodo, tanti giocatori riconoscibili al grande pubblico hanno vestito la maglia del Bolton: Jay-Jay Okocha, Fernando Hierro, El-Hadji Diouf, Nicolas Anelka, un giovanissimo Marcos Alonso.

L’annuncio del fallimento in corso è arrivato attraverso una nota diffusa questa mattina dal sito ufficiale del club: «Alle 17:00 di venerdì 23 agosto, la vendita del club e di tutte le strutture erano state concordate da tutte le parti in causa, e gli impegni erano stati sottoscritti da tutti gli avvocati tranne quelli di Ken Anderson – nuovo acquirente del Bolton, ndr –. Sabato mattina l’accordo è saltato. Tra poco più di 24 ore, quindi, il Bolton vedrà revocarsi revocato l’adesione all’EFL. Oltre a ciò, il club non è attualmente in grado di continuare le negoziazioni e, come tale, il processo di liquidazione della società inizierà mercoledì. Domenica sera c’è stata una trattativa incerta per provare a salvare la società, ma siamo ancora lontani dal raggiungere una soluzione. A meno che non vi sia un cambio di posizione da parte di una delle parti coinvolte, il processo di chiusura del club e di messa in liquidazione del Bolton Wanderers inizierà questa settimana. Ciò porterà anche all’inevitabile perdita di oltre 150 posti di lavoro». Insomma, ci sarebbe ancora la possibilità di fare qualcosa per salvare una società dalla storia lunghissima – il Bolton è stato costituito nel 1874, 145 anni fa, ed è uno dei club fondatori del campionato inglese –, ma il tempo a disposizione è davvero troppo poco per immaginare un salvataggio in extremis. 

Stessa identica situazione per il Bury, un club con meno storia e blasone dei Trotters, iscritto alla Division One – la terza lega della piramide calcistica inglese. Il Bury ha ottenuto l’anno scorso la promozione dalla Division Two, ma nonostante questo risultato ha vissuto una terribile crisi finanziaria, che ha portato a una penalizzazione di 12 punti da parte dell’EFL per la stagione 2019/20. La stessa pena inflitta al Bolton. Il Bury non ha giocato alcuna partita di campionato, mentre i Trotters sono riusciti ad andare in campo, però con una squadra composta interamente da ragazzi del settore giovanile, che hanno ridotto di un punto la penalizzazione grazie a un pareggio (0-0) contro il Coventry City. Andy Holt, presidente dell’Accrington Stanley – un altro club di League One – ha scritto sul Telegraph in merito alla situazione di Bolton e Bury, ma ha anche esteso il discorso all’intero sistema delle leghe inferiori in Inghilterra: «La disparità finanziaria tra i vari livelli della piramide calcistica inglese è in aumento. È concreta la minaccia che altri sette-otto club possano ripercorrere lo stesso percorso del Bury o del Bolton. Questa crisi va oltre l’esperienza di due club, non è un caso che tante società stiano soffrendo problemi finanziari così gravi nello stesso momento. Le autorità non avrebbero dovuto permettere di raggiungere questo stato di cose».