L’Inter può sfruttare il calendario e l’entusiasmo
Due vittorie in due partite, un altro match morbido in programma (a San Siro contro l’Udinese) e poi un approccio soft alla Champions, sempre a San Siro contro lo Slavia Praga. L’Inter è stata coccolata dal calendario, ma solo in questo primissimo scorcio di stagione, perché dopo sarà durissima: all’esordio europeo seguiranno il derby e poi le sfide alla Lazio, alla Sampdoria in trasferta, al Barcellona e alla Juventus. I nerazzurri hanno la possibilità, se non addirittura il dovere, di sfruttare quest’occasione. Poi c’è anche l’entusiasmo che si è acceso dopo i successi contro Lecce e Cagliari, un ulteriore propellente per la squadra di Conte. Il tecnico salentino si trova di fronte a un primo, piccolo esame di bilanciamento: la partita contro lo Slavia Praga non si può sbagliare, dato l’enorme coefficiente di difficoltà del girone europeo – oltre ai cechi e al Barça c’è il Borussia Dortmund –, quindi sarà importante trovare un buon equilibrio tra turnover e miglioramento dei sincronismi di gioco, un discorso che riguarda il campo ma anche la gestione dello spogliatoio. In virtù di questa situazione, il match contro l’Udinese potrebbe/dovrebbe rappresentare una chance per la prima da titolare di Barella, per l’esordio assoluto di Sánchez o Lazaro, poi c’è Godín che scalpita per testare l’intesa con de Vrij e Skriniar, per formare un terzetto che sembra perfetto per il gioco di Conte, la difesa forte e sicura e completa su cui il nuovo allenatore ha deciso di costruire la nuova Inter.
La prima di Sarri, proprio a Firenze, e non sarà facile
Maurizio Sarri celebrerà il suo ritorno in Serie A proprio a Firenze, il luogo da cui è partito il suo distacco spirituale dal campionato italiano. È il 29 aprile 2018, la Fiorentina batte il Napoli per 3-0 e gli azzurri dicono addio al sogno scudetto; di lì a poche settimane, sarebbe stato ufficializzato il divorzio con De Laurentiis, un divorzio che con tutta probabilità si sarebbe consumato comunque, solo che la scia di rimpianti e polemiche che ne è conseguita è stata alimentata dal mancato successo. Nel frattempo sono cambiate molte cose, Sarri ha accettato l’offerta della Juventus e oggi ha il compito – ambizioso, non facile – di dare una nuova identità alla squadra bianconera; nel frattempo, però, deve continuare a fare risultati, a esercitare un dominio che sembra dovuto, se non inevitabile, date qualità e profondità della rosa. L’inizio è stato incoraggiante, le vittorie contro Parma e Napoli hanno mostrato sprazzi di una Juve diversa, più vicine alle idee del suo nuovo tecnico, ma anche qualche piccolo scompenso – soprattutto fisico. In virtù di questa situazione, il match contro la Fiorentina non è certo il più morbido: la squadra di Montella ha (già) un certo bisogno di punti, ha fatto intravedere un buon potenziale soprattutto nell’esordio contro il Napoli, ma è stata frenata da inesperienza e da una evidente sensazione di precarietà. Per i viola, queste difficoltà potrebbero essere diminuite grazie alla sosta, poi c’è il significato emotivo di una partita sempre molto attesa a Firenze. Insomma, la Juve parte favorita ma potrebbe avere un po’ di problemi, anche perché all’orizzonte si intravede la Champions, c’è da preparare la trasferta di Madrid contro l’Atlético, un altro appuntamento fondamentale per capire quali possono essere le ambizioni dei bianconeri.
L’ultima Fiorentina-Juventus è finita 0-3
Per l’Atalanta Marassi può essere una svolta
È quasi una gemma nascosta, tra le pieghe della terza giornata della Serie A, il lunch match della domenica tra Genoa e Atalanta. Perché sono due squadre con progetti di gioco coesi e strutturati, seppur con avanzamenti diversi – quello dei rossoblu, con Andreazzoli, è appena cominciato, rispetto a un’Atalanta che con Gasperini ha trovato negli anni più recenti continuità di uomini e risultati. Quello che è certo è che la sfida tra le due squadre sarà uno scontro tra due allenatori che, nonostante la reputazione di tecnici “di provincia”, hanno saputo fare dell’identità di gioco un punto di forza delle loro squadre. L’inizio di campionato ha sottolineato la comune trazione offensiva, con cinque reti segnate a testa – e quindi una media vicina ai tre gol a partita. Se il bilancio iniziale del Genoa resta positivo, con la vittoria sulla Fiorentina e uno spettacolare pareggio all’Olimpico contro la Roma, l’Atalanta deve rimettersi sulla buona strada dopo lo sbandamento dell’ultimo turno – rimontata dal Torino, dopo che la doppietta di Zapata l’aveva portata in vantaggio. A Gasperini servono segnali positivi, perché la storia recente del campionato dice che l’Atalanta ha mezzi e risorse per stare in alto in classifica, e perché mercoledì arriva la prima storica apparizione in Champions – sul campo della Dinamo Zagabria, di certo l’avversaria più semplice del girone dei bergamaschi. Bisogna evitare una falsa partenza stagionale come quella dell’anno scorso, quando i nerazzurri vinsero solo una partita nelle prime otto giornate: ricordarsi troppo tardi della propria forza, soprattutto con un impegno europeo da affrontare da subito nel migliore dei modi, sarebbe un delitto.