Make Leicester great again

Il nuovo progetto delle Foxes è davvero entusiasmante.

Il Leicester City ha vissuto gli ultimi quattro anni come se fossero stati un film, con una sceneggiatura trionfale diventata di colpo triste e crudele. Il titolo nazionale vinto nel 2016 sarà ricordato per sempre come una delle più grandi imprese della storia del calcio postmoderno, la morte del presidente Vichai Srivaddhanaprabha è stata una tragedia terribile, dai contorni cinematografici, che ha inevitabilmente scosso l’immaginario collettivo. Nonostante questa altalena emotiva, il club delle Midlands è riuscito a sopravvivere, anzi ha cavalcato la tempesta e sembra esserne uscito addirittura rafforzato. Prima dell’inizio della stagione, infatti, il Guardian ha pubblicato un articolo intitolato «Leicester emerge from chaos ready to write new Premier League story». In queste parole c’è la visione, anzi la missione del nuovo Leicester City: rispondere al caos e al caso con un progetto lungimirante e sostenibile per la parte sportiva come per lo sviluppo corporativo della società.

Oggi il Leicester è una delle squadre più interessanti del campionato inglese, per la freschezza del suo gioco e per le sue prospettive future. La svolta decisiva per la stabilità tecnica del club è avvenuta a marzo 2019, quando il manager francese Claude Puel è stato sostituito da Brendan Rodgers. Dall’arrivo dell’ex allenatore del Celtic al King Power Stadium, le Foxes hanno accumulato 28 punti in 15 partite di Premier League: solo Liverpool (46 punti) e Manchester City (40) hanno fatto meglio. Però l’impatto di Rodgers è più ampio e profondo, va oltre questi numeri, per la verità già abbastanza indicativi: il nuovo tecnico ha avviato la metamorfosi partendo dall’introduzione di un sistema di allenamento basato sulla periodizzazione tattica – una teoria già applicata in passato da van Gaal, Mourinho e Guardiola. Il modello originario prevede un apprendimento meccanico e sequenziale delle quattro fasi di gioco (attacco, difesa, transizione positiva e negativa), ma Rodgers l’ha interpretato in maniera decisamente offensiva: l’obiettivo del Leicester è scendere in campo con una mentalità ambiziosa che non viene mai abbandonata o ridimensionata, nemmeno quando i valori dell’avversario sono molto più alti. Harvey Barnes, 21enne centrocampista delle Foxes, ha spiegato al Telegraph come questo metodo di allenamento abbia creato un clima di grande competitività interna per cui «tutti i giocatori si impegnano moltissimo per migliorare, per entrare nella formazione titolare, per poter giocare il nostro calcio divertente e spregiudicato contro qualsiasi squadra, che sia l’ultima in classifica, il Liverpool o il Manchester City».

Prima di approdare sulla panchina del Leicester, Rodgers ha allenato il Watford, il Reading, lo Swansea, il Liverpool e il Celtic Glasgow (Jordan Mansfield/Getty Images)

Quella che a prima vista sembra una pura scelta tattica e didattica da parte di Rodgers rappresenta invece una parte fondamentale della strategia globale del Leicester. Il progetto dell’allenatore nordirlandese è in perfetta continuità con quello del club, che ha deciso di puntare su giocatori giovani e da valorizzare. In questo senso l’idea di Rodgers – sviluppare le abilità dei calciatori all’interno di un sistema di gioco ricercato, godibile e riconoscibile – può contribuire ad aumentare il valore tecnico ed economico della rosa, mentre crescono, di pari passo, i risultati della squadra. Certo, in sede di mercato il Leicester è favorito dal fatto di militare in Premier League, una condizione che garantisce una grande disponibilità economica e quindi agevola un approccio aggressivo: il Guardian ha raccontato come le trattative per acquistare Tielemans e Ayoze Pérez siano state risolte in poche ore grazie a investimenti imponenti (45 e 33 milioni, rispettivamente), ma soprattutto perché «c’è stata perfetta sinergia tra Rodgers e i dirigenti del Leicester che si occupano del reclutamento, il director of football Jon Rudkin e Lee Congerton, che da maggio ricopre il ruolo di head of senior recruitment: grazie a un lavoro coordinato, il Leicester ha individuato e acquistato velocemente i calciatori più funzionali al gioco di Rodgers».

Oltre che dall’armonia tra tutti i reparti, questa capacità di chiudere velocemente le operazioni di mercato è stata facilitata nell’ultima sessione estiva dalla cifra enorme versata dal Manchester United per acquistare Harry Maguire. Il difensore della Nazionale inglese è l’elemento che più di ogni altro rappresenta e racconta il successo del modello-Leicester: prelevato due anni fa dall’Hull City per 13 milioni di euro, è stato rivenduto per 87 milioni. Prima di Maguire, le cessioni di Kanté (37 milioni), Drinkwater (38 milioni) e Mahrez (68 milioni) avevano finanziato  gli investimenti per i giocatori che oggi compongono la squadra titolare: Wilfred Ndidi, James Maddison, Ricardo Pereira, Caglar Söyüncü. Tutti acquistati prima di compiere 25 anni.

Tra questi, il 22enne James Maddison ha certamente il profilo più eccitante, per qualità tecniche e (ampi) margini di miglioramento è il nuovo uomo simbolo del progetto-Leicester. Nel Norwich e poi nelle Foxes si è imposto come esterno offensivo di grande creatività e dinamismo, ma ora Rodgers ha deciso di trasformarlo in trequartista di movimento, uomo di fantasia che parte dal centro ma esplora il campo con totale libertà di movimento. Anche Jonathan Wilson ha apprezzato questa nuova soluzione tattica: sul Guardian ha scritto che il cambio di ruolo di Maddison «evidenzia la flessibilità del manager del Leicester e permette alle Foxes di sfruttare gli spazi creati da Jamie Vardy, ancora e sempre in grado di mettere in difficoltà le difese avversarie». La vittoria di domenica scorsa contro il Tottenham è stata propiziata proprio da una rete di Maddison, la prima segnata in questa edizione della Premier League, arrivata al termine di un’azione che ha ricalcato perfettamente la dinamica descritta da Wilson: lancio in verticale per Vardy, respinta corta della difesa degli Spurs e conclusione da fuori di Maddison dopo un tocco di Choudhury, che si era spinto in avanti per sostenere la manovra offensiva – come impone il gioco ambizioso di Rodgers. La rete dell’ex Norwich ha portato il Leicester al terzo posto in classifica, due punti sotto il Manchester City. La stampa inglese ha riportato alcune indiscrezioni per cui Maddison sarebbe diventato un obiettivo di mercato del Liverpool, ma i Reds sono solo l’ultimo club che è stato accostato al numero 10 delle Foxes. Nel frattempo, il trequartista del Leicester ha visto salire la propria quotazione di mercato del 350% in una sola stagione: secondo i dati Transfermarkt, il suo cartellino aveva un valore di 10 milioni quando è stato acquistato dalle Foxes, nell’estate 2018. Oggi il suo prezzo ha già toccato quota 45 milioni.

Il gol di Maddison contro il Tottenham

Il Leicester non si è limitato a costruire un circuito virtuoso di player-trading, ma ha anche creato un settore giovanile molto fertile, in grado di produrre giocatori di alto livello che, nel tempo, hanno integrato e rinforzato la rosa della prima squadra. In questo avvio di stagione, Rodgers ha utilizzato stabilmente da titolari Harvey Barnes, Ben Chilwell e Hamza Choudhury, tutti elementi cresciuti nel vivaio delle Foxes. Inoltre, lo stesso manager invita spesso alcuni ragazzi dell’Under 23 ad allenarsi con la prima squadra e segue regolarmente le partite delle formazioni giovanili insieme a Jon Rudkin.

È un altro passaggio che descrive la profondità del progetto portato avanti da Ayatt Srivaddhanaprabha, figlio e successore di Vichai nel ruolo di presidente. La lungimiranza nella gestione della parte sportiva caratterizza anche i programmi di sviluppo del club, anzi il Leicester percorre queste due strade in parallelo, con un occhio al bilancio (secondo la Deloitte Football Money League 2019 il City ha fatturato 179 milioni di euro) ma senza lesinare gli investimenti. In una recente intervista, proprio Ayatt Srivaddhanaprabha ha spiegato che il Leicester «vuole crescere da ogni punto di vista, così da diventare un business redditizio e sostenibile nel lungo periodo. Per questo siamo sempre disponibili a intervenire, a investire le nostre risorse, che si tratti della rosa, del campo di allenamento, dello stadio, del personale e delle infrastrutture».

Youri Tielemans è stato acquistato dal Leicester per 45 milioni di euro: l’operazione di mercato più cara nella storia delle Foxes (Christopher Lee/Getty Images)

È come se il gioco ambizioso di Rodgers si fosse esteso fino a influenzare la politica aziendale, ma è solo una suggestione, la verità è esattamente contraria: l’assunzione dell’ex allenatore del Liverpool, uno dei più visionari dell’intero panorama britannico, è stata una scelta in continuità con un approccio propositivo per ogni aspetto strategico. Ben prima dell’arrivo di Rodgers, infatti, era già stato approvato il progetto per il nuovo centro di allenamento a Seagrave, 10 miglia dal centro di Leicester. I lavori sono partiti nella scorsa primavera, per un investimento stimato che oscilla tra gli 80 e i 100 milioni di sterline. La nuova struttura sarà dotata di 12 campi da calcio regolamentari, un campo indoor, un palazzetto dello sport e una scuola calcio per le giovanili con 30 camere da letto per giocatori e personale tecnico.

È evidente che siamo di fronte a un progetto che sta andando nella direzione giusta, tanto che il sito di approfondimento The Athletic ha scritto come il Leicester abbia «tutte le carte in regola per emulare il successo sportivo e manageriale del Tottenham». L’obiettivo è proprio quello: entrare e stabilizzarsi nell’élite del calcio inglese, stavolta però tramite un percorso lineare e duraturo, non attraverso un exploit clamoroso destinato a sgonfiarsi nel tempo. L’era del caos e del caso sembra proprio essere finita, anche a Leicester.