Tre temi sulla seconda giornata di Champions League

L'occasione di Atalanta e Juventus, il test dell'Inter a Barcellona.

L’Atalanta ha una grande occasione

La sconfitta all’esordio contro la Dinamo Zagabria ha complicato i piani dell’Atalanta, ma il calendario offre subito un’occasione di riscatto alla squadra di Gasperini. Prima della caduta in Croazia, la sfida contro lo Shakhtar Donetsk era considerata come quella potenzialmente decisiva per il secondo posto. In realtà è ancora così, solo che ora anche la Dinamo è in piena corsa per la qualificazione con i bergamaschi e gli ucraini. È una questione matematica: in caso di vittoria contro lo Shakhtar, Gómez e compagni si candiderebbero autorevolmente per gli ottavi di finale, se consideriamo il Manchester City fuori scala basterebbe che le altre due avversarie si togliessero dei punti a vicenda per poter credere ancora nella qualificazione. A patto, però, di non sbagliare più. Questa è la grande incognita per i ragazzi di Gasperini: la Champions è una bestia non proprio semplicissima da addomesticare, in più offre poche chance in caso di errori grossolani. Ecco, la sfida allo Shakhtar è già praticamente un dentro-fuori, un risultato negativo costringerebbe l’Atalanta a fare punti contro il Manchester City per poter sperare negli ottavi – una condizione francamente difficile da ipotizzare. L’avvicinamento alla partita di San Siro (l’Atalanta è ospite nello stadio milanese per le sue partite casalinghe in Champions) è andato benissimo, dopo la sfida di Zagabria i bergamaschi hanno ritrovato in campionato le proprie certezze, il pareggio contro la Fiorentina è stato seguito da due vittorie nette, importanti, contro Roma e Sassuolo, risultati che hanno ridato all’ambiente l’entusiasmo giusto per il match europeo. Poi non ci sarà da gestire l’impatto emotivo con un nuovo contesto, anzi la carica del pubblico potrebbe moltiplicare le risorse degli uomini di Gasperini.

La delusione dei giocatori dell’Atalanta dopo la sconfitta a Zagabria:  (Damir Sencar/AFP/Getty Images)

 

È il momento di scoprire la Juve di Sarri

La Juventus di Sarri, intesa come squadra (più) intensa e ricercata e ambiziosa nel gioco rispetto al passato, si è vista contro il Napoli e l’Atlético Madrid – in alcuni spezzoni delle due partite. Non è un caso che gli avversari più forti incrociati in questo avvio di stagione abbiano “stuzzicato” i bianconeri, è come se li avessero invitati a mostrare il meglio che possono essere, che potrebbero fare. Anche se sulla carta non sembrerebbe, la sfida contro il Bayer Leverkusen rientra nella stessa microcategoria di partite: da anni la squadra tedesca pratica un calcio ipercinetico, rapido, verticale, non ha cambiato il suo approccio e costringerà la Juventus a tenere un ritmo alto fin dal calcio d’inizio. Probabilmente è lo stimolo che serve ai bianconeri per poter insistere nel new deal tattico, dopotutto il risultato dello Stadium dirà tanto, se non tutto, sull’andamento del girone di Champions, con una vittoria i bianconeri metterebbero un’ipoteca seria sulla qualificazione, soprattutto in considerazione della doppia sfida con la Lokomotiv a cavallo della terza e della quarta giornata. Al contrario, un passo falso interno costringerebbe la Juventus a non commettere più errori, anche e soprattutto nel return match a Leverkusen. Il Bayer è una squadra di livello inferiore rispetto a quella di Sarri, ma un approccio concentrato e senza indugi sarà fondamentale. Il fatto che il big match domestico contro l’Inter sia all’orizzonte potrebbe rappresentare un ulteriore incentivo a spingere sull’acceleratore, in modo di trovare certezze definitive in questo avvio che sa ancora di transizione.

Cuadrado e Matuidi esultano dopo il gol dell’esterno colombiano contro l’Atlético Madrid: per l’ex Chelsea e Fiorentina, si è trattato dell’ottava rete in competizioni europee (Javier Soriano/AFP/Getty Images)

Il significato di Barcellona-Inter, per l’Inter

Un anno dopo l’ultimo incrocio, sempre nel girone di Champions League, Barcellona e Inter si incontrano di nuovo. Pure questa volta Lionel Messi è in dubbio per la sfida del Camp Nou, anche se nel 2018 la sua assenza non ebbe peso sul risultato della partita: 2-0 per i blaugrana e Inter eliminata al termine del girone – anche a causa del brutto pareggio interno contro il Psv. Le cose sono un po’ cambiate per i nerazzurri, almeno in campionato: le sei vittorie di fila contro Lecce, Cagliari, Udinese, Milan, Lazio e Sampdoria hanno iniettato entusiasmo nell’ambiente, la sensazione di crescita evidente della squadra  non è stata cancellata da un altro brutto pareggio interno in Europa, contro lo Slavia Praga. Il viaggio in Catalogna permetterà all’Inter di capire se i miglioramenti mostrati in campionato possono essere estesi anche ai match internazionali: l’avversario è di primissimo livello, anche eventualmente senza Messi, e rappresenterà un esame complicato per la miglior difesa della Serie A (tre gol subiti). L’equilibrio del girone – tutte le squadre hanno pareggiato all’esordio – permetterà ai nerazzurri di avere altre occasioni per la qualificazione anche in caso di risultato negativo; certo, una sconfitta al Camp Nou renderebbe più complicato il cammino di Conte, ma il pass per gli ottavi sarà davvero in palio nella doppia sfida contro il Borussia Dortmund. In virtù di tutto questo, Barcellona-Inter ha un senso di test in itinere, più che di verifica finale, per le ambizioni dei nerazzurri, per capire qual è il perimetro in cui si muove e si muoverà la squadra di Conte, finora apparsa solidissima ma ancora a digiuno di veri scontri diretti – difficile considerare il Milan come un’avversaria alla pari dei nerazzurri, almeno in questo momento. Forse è il modo migliore per avvicinarsi a Inter-Juventus, una partita che invece offre la sensazione di essere già decisiva, o quasi, per il futuro della squadra nerazzurra.

Barcellona-Inter 2-0, un anno fa