Il Canada ha battuto per la prima volta gli Usa dal 1985

E non è l'unica brutta notizia per la nazionale americana.

Gli Stati Uniti non attraversano un grande periodo dal punto di vista calcistico. O meglio: se la Mls è una lega in crescita, la Nazionale vive una crisi senza precedenti negli ultimi trent’anni, con il Mondiale del 2018 saltato a causa di una sconfitta contro Trinidad & Tobago e la finale di Gold Cup persa contro il Messico. Inoltre, si fa fatica a individuare dei giovani di talento che possano trascinare la selezione maggiore fuori dal pantano. La grande speranza del calcio americano, Christian Pulisic, ha alimentato la sensazione di essere in un momento storicamente negativo: il suo approdo al Chelsea non ha dato vita a una grande avventura, anzi l’ex Borussia Dortmund ha perso diverse posizioni nelle gerarchie di Lampard, finendo ai margini della squadra. Tutto questo si è sublimato in una sconfitta storica, arrivata ieri sera: la USMNT di Gregg Berhalter ha perso per 2-0 in casa del Canada. Non succedeva dal 1985, per la precisione 17 partite consecutive.

Ci sono altri numeri che restituiscono la dimensione epocale del risultato di ieri, arrivato nella nuova competizione della Concacaf, la Nations League, creata sulla falsariga di quella europea: negli ultimi quattro precedenti, per esempio gli Usa non avevano mai concesso neanche un gol ai Canucks. Insomma, ieri a Toronto è avvenuto qualcosa di straordinario: il ct americano Berhalter ha detto che «il Canada ha mostrato di aver più voglia di vincere rispetto a noi, i miei giocatori invece hanno mostrato di essere superficiali dal punto di vista tecnico, hanno sbagliato molte giocate facili»; per Christian Pulisic, che si è fatto parare anche il rigore del possibile pareggio (l’ha calciato quando il punteggio era di 1-0 in favore dei canadesi), «gli Usa non hanno giocato con la stessa energia degli avversari, e questo è molto deludente».

La sconfitta costringerà gli Stati Uniti a battere il Canada nel return match di novembre per poter sperare ancora nella qualificazione alla fase finale del torneo, in calendario per giugno 2020. Questo risultato è solo una parte del discorso, perché la partita di ieri ha evidenziato una distanza percepita tra le due squadre, soprattutto per quanto riguarda il talento dei giovani. Ieri, per esempio, il gol del vantaggio del Canada è stato segnato da Alphonso Davies, promettente esterno offensivo classe 2000 di proprietà del Bayern Monaco; il compagno di reparto di Davies è Jonathan David, altro calciatore nato nel 2000 che si sta facendo apprezzare nel Gent, in Belgio. Loro sono i profili più futuribili, e guidano una generazione composta da altri ragazzi interessanti (Derek Cornelius, Stephen Eustáquio, Liam Millar). Tenendo conto delle differenze di scala, un nuovo gruppo di talenti del futuro è proprio quello che sembra mancare agli Stati Uniti: negli ultimi anni, il calcio americano ha prodotto solo Pulisic come atleta di alto livello, tanto che nelle ultime convocazioni Berhalter ha potuto contare appena su cinque calciatori che giocano nelle cinque leghe top in Europa, oltre a Pulisic ci sono Steffen (Fortuna Dusseldorf), Yedlin (Newcastle), McKennie (Schalke 04) e Sargent (Werder Brema). I loro club di appartenenza e la scarsa riconoscibilità internazionale sono un’ulteriore dimostrazione della crisi della USNMT, al di là dei risultati delle singole partite.