La Finlandia ha fatto la rivoluzione

I protagonisti della prima, storica qualificazione agli Europei sono un maestro elementare e il centravanti del Norwich.

La sconfitta subita in Grecia nell’ultimo impegno del gruppo J di qualificazione, lo stesso dell’Italia, è stata del tutto ininfluente: la Finlandia era già qualificata agli Europei, e per la prima volta affronterà la fase finale di una grande manifestazione internazionale. Merito del commissario tecnico Markku Kanerva, calciatore negli anni Novanta ma anche maestro di scuola elementare, in virtù di una laurea in Scienze dell’Educazione con una specializzazione in matematica. Oltre al tecnico Kanerva, va celebrato anche l’altro eroe della qualificazione: il pass per Euro 2020 è stato infatti già staccato dalla Finlandia il 15 novembre alla Telia 5G Areena di Helsinki, grazie al successo ottenuto sul Liechtenstein (3-0), e due delle tre reti della squadra di casa sono state realizzate da Teemu Pukki, capocannoniere del raggruppamento con nove reti, davanti ad Andrea Belotti e al bosniaco Amer Gojak, appaiati a quota quattro. A 29 anni, il centravanti del Norwich ha ha finalmente trovato la sua consacrazione, in Nazionale come in Premier League, e ha assunto quel ruolo di trascinatore che agli scandinavi faceva difetto dai tempi di Jari Litmanen.

Per tradizione, la Finlandia è la cenerentola delle tre nazionali della Fennoscandia: la Svezia ha preso parte a dodici edizioni dei Mondiali (i migliori risultati sono il secondo posto conquistato nel 1958 e il terzo nel 1994) e sei degli Europei; la Norvegia ha disputato tre Coppe del Mondo e due volte è arrivata alla fase finale del torneo continentale. Il miglior risultato nella storia del calcio finnico risale invece al 1912, quando la nazionale di quello che allora era un granducato dell’Impero russo ottenne il quarto posto nel torneo calcistico dei Giochi della V Olimpiade a Stoccolma. Grande risonanza ebbe, all’epoca, il successo che la Finlandia ottenne nei quarti di finale, eliminando con un 2-1 proprio la Russia, prima di perdere in semifinale contro il Regno Unito.

Teemu Pukki ha segnato 25 gol in 80 partite con la maglia della Nazionale finlandese: il topscorer di ogni tempo, ovviamente Jari Litmanen, è a quota 32 (Aris Messinis/AFP via Getty Images)

La leggenda racconta che i finlandesi, convinti che il match per il bronzo si sarebbe giocata un giorno dopo, esagerarono con i festeggiamenti per la finalina ottenuta, presentandosi in campo al Råsundastadion di Solna decisamente impreparati a una partita del genere. Il risultato fu che i finlandesi persero una gara senza storia contro l’Olanda (0-9), dicendo addio a una medaglia che avevano abbondantemente festeggiato in anticipo. Eino Soino, diciott’anni da compiere, centrocampista dell’HJK Helsinki, era il giocatore più rappresentativo di quella squadra, e giocò talmente bene nel torneo olimpico da essere scelto dal quotidiano svedese Idrottsbladet come membro della squadra all-star.

Dal 1992, anno d’istituzione del Fifa World Ranking, la Finlandia tocca i suoi più alti picchi nel 1994 (38esimo posto) e nel 2007 (36esimo). Il periodo migliore, però, cade a fine anno Novanta, quando il ct Richard Møller Nielsen, campione d’Europa alla guida della Danimarca nel 1992, ha a disposizione la generazione più ricca di talento nell’intera storia del calcio finlandese: oltre a Litmanen, vincitore della Champions League con l’Ajax nel 1995, ci sono altri giocatori riconoscibili come Mixu Paatelainen, Sami Hyypiä, Harri Ylönen, Sami Mahlio, Teuvo Moilanen, Antti Sumiala. La Finlandia, però, fallisce per un solo punto la qualificazione agli spareggi per Francia ‘98, pareggiando 1-1 nell’ultima, decisiva, sfida contro l’Ungheria; due anni dopo, gli spareggi per Euro 2000 svaniscono per per due punti. Møller Nielsen è esonerato e al suo posto arriva Antti Muurinen, che in cinque anni sulla panchina della nazionale ottiene una media del 47.2 % di successi, la più alta nei tecnici di lungo termine prima dell’attuale gestione. Sono però vittorie di Pirro, poiché non portano ad alcun risultato di rilievo.

A Helsinki, nel 2006, sbarca anche Roy Hodgson, senza lasciare particolari ricordi, prima di una serie di allenatori autoctoni, tra i quali il biondissimo idolo locale Mika-Matti Paatelainen detto Mixu. I risultati sono molto negativi: nel 2016, la Finlandia tocca la posizione più bassa di sempre nel Ranking Fifa (94esima) dietro nazionali come Isole Faroe, Ruanda o Antigua e Barbuda. Anche l’attuale ct Markku Kanerva ha guidato la Finlandia in questo periodo, con incarichi ad interim in due parentesi: una nel 2011 e una nel 2015, quando ottiene tre successi e due pareggi in cinque partite. Nonostante Kanerva sia rimasto imbattuto, la Federazione locale decide di sostituirlo e dà il via a un casting modello X-Factor per trovare il nuovo commissario tecnico che avrebbe guidato la Finlandia nella corsa a Russia 2018.

Prima di arrivare alla guida della Nazionale maggiore, Kanerva è stato l’allenatore dell’Under 21 finlandese per sei anni, dal 2004 al 2010 (Daniel Mihailescu/AFP via Getty Images)

Tra centocinquanta allenatori da tutto il mondo che presentano la loro candidatura, la scelta ricade sullo svedese Hans Backe, uno la cui carriera in panchina sembrava terminata già da quattro anni. La sua gestione è un completo disastro: zero vittorie e tre pareggi in tredici partite. A furor di popolo, Kanerva torna sulla panchina della Nazionale, e deve fare i conti con una situazione difficile: la Finlandia è reduce da un periodo complicato, e inoltre deve fare a meno di Roman Eremenko, l’unico elemento della squadra in grado di dare del tu al pallone, passato anche per l’Italia (Udinese e Siena), che viene trovato positivo alla cocaina.

L’ex maestro elementare innamorato dei numeri non è uomo da perdersi in lamentele o autocommiserazioni. Così decide di lavorare sul materiale che ha a disposizione, plasmando sin dal primo giorno una squadra in grado di giocare un calcio diverso da quello a cui sono abituati i tifosi finlandesi. Dalle parti di Helsinki si comincia a parlare di Rivelution, la Rivoluzione alla finlandese, anche se la parola chiave che riassume la filosofia di Kanerva è semplicità. La sua squadra domina il girone di Nations League, accede alla Lega B della nuova competizione Uefa e poi si concentra sul percorso di qualificazione agli Europei. Il punto di partenza è il 4-4-2, che permette a Teemu Pukki di giocare con un compagno di reparto e quindi di avere più palloni da scagliare in rete; poi c’è il metodo, tipico di uno che di professione (e di vocazione) è un insegnante: la squadra viene spesso divisa in gruppi di lavoro per discutere su vari temi tattici e lavorare su particolari aspetti di gioco; i giocatori, inoltre, vengono spesso fatti allenare in coppia, in modo da creare affiatamento nel gruppo, ma anche sul terreno di gioco. I risultati, come visto, sono arrivati subito, così la Finlandia ha ottenuto il successo più importante di tutta la sua storia calcistica. E il meglio deve ancora venire.