Le statistiche più significative (o assurde) del Pallone d’Oro 2019

C'è tutto un mondo di numeri oltre il dominio di Leo Messi.

La prima evidenza numerica del Pallone d’Oro 2019 riguarda ovviamente Lionel Messi, giunto alla sesta affermazione negli ultimi dieci anni. Un record assoluto, ovviamente, che però ne “nasconde” un altro: l’intervallo trascorso tra il quinto Pallone d’Oro e quello che gli è stato consegnato ieri sera è il più ampio della scintillante carriera del fuoriclasse argentino. Era dal 2015, infatti, che Messi non riceveva il riconoscimento assegnato da France Football. Prima, aveva vinto due premi con una distanza massima di tre anni, quindi di due edizioni (ha trionfato nel 2009, 2010, 2011, 2012 e 2015). Negli ultimi quattro anni sono stati premiati Cristiano Ronaldo (due volte consecutive, 2016 e 2017) e Luka Modric (2018).

La vittoria di Messi è arrivata con un distacco molto risicato sul secondo classificato, Virgil van Dijk. Il difensore del Liverpool ha ricevuto la prima nomination della sua carriera, eppure è andato vicinissimo al premio: appena sette punti dall’argentino del Barcellona (686 a 679), tanto che gli stessi giornalisti di France Football hanno sottolineato il fatto che siamo di fronte «a uno degli scarti più bassi nella storia del Pallone d’Oro». In realtà c’è un precedente molto più clamoroso, e risale al 1996: Sammer vinse il premio battendo Ronaldo di un solo punto nella graduatoria finale (144 a 143), quando però il sistema di votazioni era molto diverso. Non a caso, parliamo di una delle assegnazioni più contestate della storia.

Il secondo posto di van Dijk permette di aggiornare una statistica assurda che riguarda l’Olanda: era dal 1993 che un giocatore dei Paesi Bassi non arrivava sul podio del Pallone d’Oro. Allora fu Dennis Bergkamp, ma il punto è che sono passati 26 anni e sono stati ignorati calciatori che hanno fatto grandi stagioni, per esempio Sneijder, vincitore della Champions League nel 2010 (quarto dietro Messi, Iniesta e Xavi) oppure Robben, campione d’Europa nel 2013 con il Bayern e decisivo nella finale di Wembley contro il Borussia Dortmund (finì addirittura ottavo nella classifica del Pallone d’Oro). Le ultime due annotazioni significative riguardano il Real Madrid e il continente africano: per i Blancos, l’edizione 2019 è stata la prima senza piazzare almeno un giocatore sul podio dopo nove anni (nel 2010 c’erano sempre Messi, Iniesta e Xavi); grazie a Mané (quarto), Salah (quinto) e Mahrez (decimo), ci sono tre africani nei primi dieci posti della classifica finale. È la prima volta nella storia, o meglio è la prima volta dal 1995, quando il premio è stato aperto a calciatori di nazionalità non europea. Allora fu proprio un africano, George Weah, a vincere il riconoscimento più ambito. Ancora oggi, è l’unico giocatore non europeo o sudamericano ad essere stato premiato da France Football – o dalla Fifa, che ha gestito il Pallone d’Oro dal 2010 al 2015.