Tre temi sulla 15esima giornata di Serie A

Inter e Juve alla prova delle romane, il momento decisivo del Napoli.

Inter e Roma si metteranno vicendevolmente alla prova

Alla vigilia di questa stagione, era difficile pensare che questa Inter-Roma che sta arrivando sarebbe stata una sfida tra due squadre piene di certezze. Eppure è così: Conte ha creato un sistema che esalta i pregi e nasconde i difetti della rosa, Fonseca ha avuto un inizio più turbolento, ma poi ha trovato gli incastri giusti in un organico molto ricco, che ora sta (iniziando a) esplorare più profondamente. In virtù di tutto questo, la gara di San Siro rappresenta un banco di prova per entrambe le squadre e per i due allenatori, che saranno alle prese con un match anche filosofico: gli automatismi indotti e l’atletismo dell’Inter dovranno scontrarsi con le geometrie ariose della Roma, tatticamente sarà una partita interessante, non è un caso che Conte e Fonseca siano due tecnici che hanno avuto una formazione e/o un’esperienza molto positiva all’estero, e che oggi siano riusciti a fare bene, praticamente fin da subito, anche in Serie A. Forse è per questo che Inter-Roma, questa Inter-Roma che sta arrivando, vale più di tre punti in classifica: un risultato positivo, per entrambe, darebbe un’ulteriore certificazione positiva al progetto, lancerebbe – definitivamente? – l’Inter nella corsa scudetto e la Roma nella lotta per la Champions League.

La Lazio è l’avversario peggiore che potesse capitare alla Juve – almeno in questo momento

La sensazione che ha caratterizzato e sta caratterizzando l’inizio di stagione della Juventus di Sarri è la provvisorietà. Chiariamoci: è una provvisorietà solo teorica, e pure di lusso, perché il cammino dei bianconeri è stato finora eccellente – quattro pareggi e 14 vittorie in 18 match stagionali. Solo che la rivoluzione di Sarri, o almeno quella che avevamo immaginato quando ci hanno detto che l’ex tecnico del Napoli avrebbe ereditato al panchina di Allegri, non si è ancora compiuta del tutto – ed ecco perché abbiamo parlato finora di provvisorietà teorica. La manovra dei bianconeri non è ancora fluida e mortifera, la fase difensiva non ha trovato ancora le proporzioni perfette, ed è in questo contesto che la Lazio di Simone Inzaghi diventa l’avversario peggiore: i biancocelesti hanno puntato tutto sulla continuità tattica e degli uomini, nel senso che la squadra è praticamente la stessa di un anno fa, quindi è inevitabile che ci siano maggiori certezze, più maturità e consapevolezza. In più, la Lazio deve dimostrare di poter andare oltre se stessa: finora ha vinto praticamente tutte le partite tranne gli scontri diretti (in campionato ha perso con l’Inter e ha pareggiato con la Roma, poi è inciampata solo in casa della Spal), anche negli anni scorsi sono mancate queste vittorie per centrare la qualificazione alla Champions League, un traguardo che quest’anno sembra più alla portata. Per Sarri e i suoi uomini, quindi, la trasferta all’Olimpico non sarà per niente facile, soprattutto dopo una partita come quella contro il Sassuolo, che ha contribuito ad aumentare l’allarmismo sulla condizione generale della squadra.

Anche l’anno scorso non fu una partita facile per i bianconeri

Il momento decisivo del Napoli

Gli incroci tra Inter, Roma, Lazio e Juventus porteranno qualcuno a perdere punti. È una questione di matematica. Il Napoli va a Udine, e potrebbe approfittarne. Già solo per questo la trasferta friulana è una tappa decisiva, ma poi c’è tutto il discorso sui rapporti interni, sullo stato emotivo, della squadra di Ancelotti. Che non vince dal 23 ottobre, che è reduce da una tremenda sconfitta interna con il Bologna, ma soprattutto non ha più alcuna certezza. Il gruppo sembra spaccato in più direzioni, le parole dell’allenatore dopo Napoli-Bologna hanno certificato la mancanza di fiducia con i giocatori, la classifica langue e il futuro è davvero nebuloso. Un successo a Udine, anche in virtù del discorso sugli scontri diretti delle squadre che sono più su in classifica, potrebbe avere un significato fondamentale – anche perché pochi giorni dopo ci sarà la gara contro il Genk, che vale l’accesso agli ottavi di finale di Champions. Insomma, c’è ancora la possibilità di raddrizzare la stagione, almeno in parte. Allo stesso modo, però, un’ennesima caduta potrebbe disgregare, anzi disintegrare definitivamente quel poco che è rimasto in piedi. Difficile pensare a una partita più tesa e più importante di quella che aspetta gli azzurri a Udine, tra l’altro contro una squadra in difficoltà progettuale, reduce da due sconfitte consecutive e che non ha ancora deciso sul futuro della panchina – che per il momento rimane affidata a Gotti. Insomma, Udinese e Napoli si giocano tantissimo, se non tutto, quando manca pochissimo a Natale. Una situazione impensabile solo pochi mesi fa, e questo dovrebbe far riflettere, soprattutto nell’ambiente partenopeo.

Sembra passato un secolo dall’ultimo scontro in Friuli