Tre temi sulla sesta giornata di Champions League

Le italiane cercano l'ein plein agli ottavi.

L’Inter ha una grande occasione

Dopo la sconfitta a Dortmund, l’umore intorno all’Inter non era dei migliori: sembrava che oramai gli ottavi di Champions fossero lontanissimi, e irraggiungibili. Invece la vittoria contro lo Slavia Praga ha ribaltato le sensazioni – e parzialmente anche la classifica – e adesso, contro il Barcellona, l’Inter ha l’occasione di conquistare il secondo posto che vale qualificazione agli ottavi. I blaugrana che arrivano a San Siro sono già sicuri del primo posto, e quindi si presenteranno con una formazione rimaneggiata – Leo Messi non è nemmeno tra i convocati – e un agonismo tutt’altro che stellare. Ma mai sottovalutare questo tipo di impegni, e l’Inter lo sa bene: l’anno scorso, all’ultima giornata dei gironi, ha trovato la stessa situazione contro il Psv, eppure non è riuscita ad andare oltre il pareggio – agevolando il passaggio del Tottenham, che poi è arrivato in finale. È per questo che Conte pretende massima concentrazione da parte dei suoi, senza aspettare buone notizie da Dortmund: del resto la squadra sta attraversando un ottimo momento, ha consolidato il primato in Serie A, ha una coppia gol che ha la possibilità di mettere in difficoltà la difesa catalana. Qualche problema di formazione, in realtà, l’ex allenatore del Chelsea ce l’ha: soprattutto sulle fasce, dove dovrà fare a meno di Asamoah e probabilmente anche Candreva. Si va verso D’Ambrosio e Biraghi sulle fasce, con Borja Valero in mediana.

Il passo d’addio di Ancelotti?

Il Napoli vive una condizione stranissima: ha moltissime chance di tagliare un traguardo molto importante, anche da un punto di vista storico – l’eventuale approdo agli ottavi di Champions è stato centrato solo tre volte, di cui una nel vecchio formato della Coppa dei Campioni –, eppure pare ormai praticamente certo l’addio di Ancelotti. Anche in caso di risultato positivo. È il risultato di tutta una serie di equivoci maturati a cavallo tra la fine dell’ultima stagione e questo avvio negativo, e che si sono ingigantiti sul campo, portando la squadra al settimo posto, ormai fuori dalla lotta scudetto e lontanissima dal quarto posto che vale la Champions League. Gli annunci della separazione con Ancelotti e del contestuale arrivo di Gattuso potrebbero (dovrebbe?) arrivare nelle ore successive alla partita col Genk, quindi ogni discorso sul Napoli che sarà ha una scadenza temporale breve, si esaurisce nel match contro i belgi. Agli azzurri serve un pareggio per assicurarsi il passaggio del turno, in caso di vittoria non ci sarebbero dubbi. Addirittura, potrebbe bastare addirittura una sconfitta, ma solo se il Salisburgo non batte il Liverpool. Insomma c’è un evidente paradosso temporale: il futuro prossimo, almeno in Champions League, non sembra poter regalare troppe sorprese negative. Per quello a medio termine, invece, l’incertezza regna sovrana.

Salisburgo-Napoli 2-3, del 23 ottobre scorso: è l’ultima vittoria del Napoli in gare ufficiali

L’Atalanta per la storia

L’Atalanta sta camminando su un filo sottilissimo, non tanto e non solo per la particolare situazione di classifica – una vittoria proietterebbe Gasperini e i suoi agli ottavi, a patto che la Dinamo Zagabria non batta il Manchester City in casa –, ma perché un eventuale passaggio del turno sarebbe un evento storico per una società all’esordio in Champions, e perché arriverebbe dopo tre sconfitte nelle prime tre partite. Anche questa statistica sarebbe un fatto molto anomalo, si ricorda solo il precedente del Newcastle nella stagione 2002/03, i Magpies erano in un raggruppamento con Juventus, Dinamo Kiev e Feyenoord, finirono il gironcino d’andata con zero punti eppure riuscirono ad accedere alla seconda fase. Al di là di corsi e ricorsi, l’Atalanta si presenta in Ucraina in una situazione paradossale: da una parte ci sono poche pressioni, la qualificazione – a maggior ragione dopo l’inizio negativo – sarebbe una vera e propria impresa, ma allo stesso tempo Gasperini non avrà a disposizione Zapata e soprattutto Ilicic, due elementi centrali del proprio sistema, quindi dovrà letteralmente inventare una strategia nuova per superare lo Shakhtar. Sarà fondamentale non ripetere gli stessi errori del match d’andata, segnato da un grande primo tempo dei nerazzurri e da un successivo, inevitabile calo nella ripresa. L’Atalanta dovrà gestire meglio i momenti della partita, una capacità fondamentale in Champions League, magari i due buoni risultati contro Manchester City e Dinamo Zagabria potrebbero aver avuto questo effetto, cioè aumentare la quota di esperienza che serve per amministrare bene le energie fisiche e nervose, per portare a casa il risultato. Le motivazioni, quelle non possono mancare in una notte così.

Gli highlights del match d’andata