Ronaldo è tornato (ma in realtà non era mai andato via)
La prima tripletta in Serie A di Cristiano Ronaldo non è eccezionale solo in quanto tale, oppure perché ha permesso al portoghese di diventare il secondo calciatore ad averne realizzata una nel campionato italiano, in quello inglese e in quello spagnolo – dopo Alexis Sánchez. Il dato veramente significativo per l’attaccante della Juventus riguarda il numero di partite consecutivamente a segno: dal primo dicembre a ieri, Cristiano ha segnato otto gol in cinque partite di Serie A, più uno in Champions contro il Bayer Leverkusen; è rimasto a secco solo in Supercoppa, contro la Lazio, il 22 dicembre. È la prima volta che Ronaldo riesce a essere così continuo sotto porta in Serie A, nella scorsa stagione è arrivato al massimo a quattro partite di fila sempre a segno, a cavallo tra gennaio e febbraio. Sono tutti indizi che fanno (più di) una prova: Ronaldo è tornato ai suoi livelli ma in realtà non era mai andato via, ha semplicemente preso fiato per poter ripartire ed essere nuovamente decisivo, anzi devastante; oggi sembra essere il terminale ideale di una Juventus ancora perfettibile dal punto di vista tattico, non proprio fluida nel gioco in alcuni segmenti della partita, eppure spietata nello sfruttare anche un solo attimo di crisi degli avversari (il primo gol di ieri è arrivato su un errore grossolano del Cagliari in fase di costruzione) e nel far valere la sua superiorità tecnica. In certi momenti, un Ronaldo in palla e concentrato diventa letale, anche perché è totalmente a suo agio, mostra il meglio del suo repertorio da attaccante puro ma va anche oltre, disegnando giocate di alta qualità che divertono il pubblico della Juventus, quasi come i suoi gol.
Sembra proprio che l’Inter non abbia confini
Non è un caso che l’Inter abbia battuto il Napoli al San Paolo ventitré anni dopo l’ultima volta. Non è un caso che sia successo proprio ora. Al netto degli errori individuali degli uomini di Gattuso, della crisi mentale e strutturale della squadra partenopea, i nerazzurri hanno mostrato di essere superiori, di meritare il successo. Ma soprattutto, hanno dimostrato di essere più forti di alcuni dei (pochi) dubbi che erano sorti durante questa prima metà di stagione. Ieri sera, infatti, Conte ha battuto il Napoli pur rinunciando – più o meno volutamente – a Godín, Sensi e Barella, e anche Asamoah era assente. Con Bastoni, Biraghi, Vecino e Gagliardini, l’Inter ha vinto comunque. Ha imposto il suo calcio, il contesto tattico in cui ama giocare, ha saputo innescare i meravigliosi duetti e le devastanti giocate singole di Lukaku e Lautaro Martínez. A gennaio della prima stagione di Conte, l’Inter non ha più paura del turnover, domina partite difficili dal punto di vista tattico ed emotivo, è ancora a contatto con la Juventus e ha creato un sistema perfetto per sfruttare al meglio i migliori elementi della sua rosa. Difficile chiedere di più, difficile credere che si potesse fare di più in così poco tempo. Anche per questo, i confini che segnano la stagione dell’Inter restano sfumati, nel senso che ci sono dei margini per credere che questa squadra non abbia davvero confini, e possa davvero lottare fino alla fine per lo scudetto. Finora, i segnali arrivati dal campo vanno tutti in questa direzione.
Gli highlights della sfida di ieri sera tra Napoli e Inter
La superiorità schiacciante dell’Atalanta
Il ruolino di marcia dell’Atalanta è clamoroso: nelle ultime due partite, dieci gol fatti e zero subiti. Andando ancora indietro, troviamo altre quattro vittorie e una sola sconfitta, contro il Bologna, dodici gol fatti e quattro subiti dal 26 novembre a ieri. Considerando che l’unico stop è arrivato dopo il raggiungimento degli ottavi di Champions, è lecito pensare che l’Atalanta stia facendo il massimo. O meglio: dopo aver fatto il massimo nelle ultime stagioni, ora sta ulteriormente alzando l’asticella del proprio rendimento, sta allargando ancora i suoi confini. La superiorità della squadra di Gasperini sul Parma è parsa schiacciante, e non è la prima volta che i bergamaschi suscitano sensazioni di questo tipo. È una questione fisica, tattica ma anche tecnica, il dominio che Gómez e Ilicic esercitano sul gioco è pressoché assoluto, sembra che i nerazzurri possano segnare a ogni azione, poi succede che l’argentino e lo sloveno indovinino la grande giocata e allora il gol va oltre il gol, diventa un piccolo capolavoro estetico – come il tiro al volo di Ilicic che ieri è valso il 3-0. Ieri, poi, è rientrato anche Duván Zapata, assente in tutto questo straordinario periodo. Giusto per per ricordare a tutti noi che le ambizioni della squadra di Gasperini e della società di Percassi sono davvero serie, sono proiettate nel futuro, non a caso la Roma quarta in classifica ora ha un solo punto di vantaggio, e all’orizzonte ci sono gli ottavi di finale di Champions contro il Valencia, una sfida tutt’altro che impossibile per una squadra così forte, così consapevole.