Il Psg ha un pessimo rapporto col suo settore giovanile

Il club parigino ha formato tanti campioni, che però si sono affermati altrove.

Dopo l’addio di Adrien Rabiot nella scorsa estate, il Psg è rimasto con soli due calciatori cresciuti nel vivaio che vengono utilizzati dal tecnico Tuchel: si tratta di Presnel Kimpembe (1044 minuti in campo per 14 presenze stagionali) e del 17enne Tanguy Kouassi (320 minuti in campo per quattro presenze stagionali). Gli altri giovani formati nell’Academy e aggregati alla prima squadra sono Adil Aouchiche, Loïc Mbe Soh e Arthur Zagre, e hanno tutti minutaggi trascurabili (nessuno supera i 150′ di gioco in tutte le competizioni). Non è una situazione nuova per il club parigino, che da anni vive un rapporto davvero negativo con i giocatori cresciuti nel proprio vivaio: nessuno è riuscito davvero ad affermarsi nel club, Kimpembe è l’unica eccezione a una vera e propria diaspora di talenti. Tra i giocatori “perduti” dal Psg, oltre a Rabiot, ci sono infatti Kinglsey Coman e Matteo Guendouzi, uomini di punta del Bayern Monaco e dell’Arsenal; abbassando solo leggermente il livello, troviamo Moussà Dembélé (Lione), Jonathan Ikoné (Lille), Dan-Axel Zagadou (Borussia Dortmund), Christopher Nkunku (Red Bull Lipsia), Alphonse Areola (Real Madrid).

La situazione va analizzata da due punti di vista differenti: alcuni giovani cresciuti nel Psg lasciano Parigi a parametro zero, oppure per somme risibili, altri invece vengono ceduti dal club per ragioni finanziarie. Al primo gruppo di giocatori appartengono Rabiot e Coman (entrambi passati alla Juventus a titolo gratuito, nel 2014 e nel 2019), Guendouzi (che nel 2014 ha lasciato l’Academy del Psg per unirsi al Lorient), Zagadou (trasferitosi a costo zero nel 2014, al Borussia Dortmund) e Dembélé (per cui il Fulham ha investito 360mila euro nel 2012, quando aveva sedici anni). Il secondo gruppo è invece composto da elementi che hanno generato introiti rilevanti, soprattutto negli ultimi anni: Moussa Diaby e Christopher Nkunku si sono trasferiti in Germania nell’estate 2019, il Psg ha incassato 28 milioni in tutto, 15 per Diaby e 13 per Nkunku; sei mesi fa, anche Stanley Nsoki ha lasciato Parigi e ha firmato per il Nizza, il suo cartellino è stato valutato 12,5 milioni; incassi leggermente inferiori per Timothy Weah (al Lille per dieci milioni) e Arthur Zagre (al Monaco, sempre per dieci milioni). Nel 2018, il Psg ha portato a termine operazioni simili per Jonathan Ikoné (al Lille per cinque milioni) e Odsonne Edouard (passato al Celtic per dieci milioni). Nel 2017, invece, fu la volta di Jean-Kévin Augustin (passato al RB Lipsia per 16 milioni).

Il quotidiano Le Parisien, qualche giorno fa, ha anticipato che anche Tanguy Kouassi potrebbe lasciare il Psg a parametro zero. Il suo contratto, infatti, scadrà il 30 giugno di quest’anno, e il calciatore avrebbe già ricevuto offerte dal Manchester City e dal Lipsia. Insomma, la politica giovanile del club campione di Francia continua a essere incomprensibile, perché se le cessioni “normali” servono anche a dare respiro a un bilancio sempre a rischio, soprattutto in relazione ai parametri del Fair Play Finanziario, la mancata valorizzazione – economica e tecnica – di tanti talenti che si sono segnalati negli ultimi anni ha generato un mancato indotto nelle casse della proprietà qatariota. Secondo i dati di Transfermarkt, infatti, solo Coman, Guendouzi e Dembélé hanno un valore di mercato pari a 150 milioni di euro. Per i loro cartellini, il Psg ha incassato 360mila euro.