Il Chelsea ha speso tantissimo per gli allenatori, ma quando sono andati via

Otto esoneri, 122 milioni.

Quattro giorni fa, Roman Abramovich è stato condannato dal tribunale di Londra al pagamento di 100mila euro (86mila sterline) perché il licenziamento di Antonio Conte è risultato «unfair», ingiusto. Per il proprietario del Chelsea, si tratta di una cifra risibile, soprattutto in relazione ai costi già sostenuti per per esonerare l’allenatore salentino: secondo i dati del bilancio della società londinese, riportati da Calcio&Finanza, questa operazione ha avuto un impatto a bilancio di circa 29 milioni di euro.

Si tratta di un evento ricorrente nella storia del magnate russo alla guida del Chelsea: tutti gli altri esoneri della sua vita da imprenditore sportivo sono stati molto costosi, a cominciare da quelli che hanno coinvolto José Mourinho. L’allenatore portoghese è stato licenziato due volte dal proprietario del Chelsea, nel 2007 e nel 2015, per una spesa totale di 41 milioni di euro – 31 nel 2007, 10 nel 2015. Gli altri divorzi più gravosi dal punto di vista economico sono stati quelli con Villas-Boas e Di Matteo, entrambi allontanati nel 2012: il tecnico portoghese ha incassato una buonuscita di circa 14 milioni di euro, l’allenatore italiano invece ha ricevuto circa 12 milioni di euro – questi dati sono tratti dal Daily Mail.

In totale, Abramovch ha speso una cifra superiore a 122 milioni di euro per licenziare i suoi allenatori – e i loro staff. Oltre a quelli citati, il proprietario del Chelsea ha esonerato a stagione in corso anche Scolari, nel 2009; Ranieri, Ancelotti e Conte sono stati invece sollevati dal loro incarico a Stamford Bridge al termine di una stagione sportiva. Maurizio Sarri ha risolto consensualmente il suo rapporto di lavoro per unirsi alla Juventus, nel giugno 2019, mentre Grant, Hiddink e Benítez sono gli unici che sono arrivati fino al termine del loro contratto. Si tratta, però, di allenatori che erano stati assunti come traghettatori, subentrati a stagione in corso al posto di Mourinho, Scolari e Di Matteo, rispettivamente.