Se sono rimaste delle cose tangibili e significative dopo Real Madrid-Manchester City, oltre ovviamente al risultato finale, queste sono le parole dei protagonisti nel postpartita. Quelle di Kevin De Bruyne, per esempio: il centrocampista belga è stato uno dei migliori in campo al Bernabéu, con un assist (splendido) e un gol ha determinato la vittoria della sua squadra, ma in qualche modo ha anche testimoniato cosa vuol dire lavorare con Guardiola. Il Guardian riporta questa sua dichiarazione: «Da quando Pep è il nostro allenatore, e sono quattro anni ormai, abbiamo sempre avuto delle sorprese. Persino noi giocatori, fino a quando non inizia la partita, non sappiamo fino in fondo cosa dobbiamo fare in campo. Poi però ci rendiamo conto che le sue intuizioni sono giuste».
Ieri sera, nella partita più importante della stagione del City, il tecnico catalano ha scelto di schierare la sua squadra con una sorta di 4-2-3-1. Niente di troppo strano, se non fosse che Gabriel Jesus è stato utilizzato come laterale sinistro, mentre De Bruyne ha giocato praticamente nello slot di prima punta, ovviamente ha svolto il ruolo a modo suo, con Bernardo Silva alle spalle e Mahrez sulla fascia destra. I due gol sono arrivati quando è entrato Sterling, lasciato inizialmente in panchina perché reduce da un infortunio, ma i dati statistici mostrano come le scelte di Guardiola si siano rivelate esatte lungo tutto l’arco dei 90 minuti: il City ha provato 16 volte la conclusione verso la porta di Courtois, contro i nove tiri del Real; i tentativi del City sono arrivati soprattutto dall’interno dell’area di rigore (tredici), non a caso il portiere belga è stato costretto a sei parate, tutte difficili e decisive, mentre Ederson ha effettuato solo due interventi in tutta la partita.
In questo contesto, la figura di De Bruyne è risultata fondamentale. Oltre al cross meraviglioso che ha permesso a Gabriel Jesus di realizzare il gol del pareggio e al rigore decisivo per ribaltare definitivamente il risultato, l’ex di Wolfsburg e Chelsea ha saputo interpretare al meglio la partita, in fase di costruzione come di rifinitura. Il belga è risultato il migliore in campo per numero di occasioni create (quattro), per numero di dribbling riusciti (quattro), per palloni giocati nella trequarti avversaria (30). I dati, però, non restituiscono compiutamente l’importanza di De Bruyne nel gioco del City. Il suo impatto è stato anche emotivo: in assenza di Silva e Fernandinho, il belga ha indossato la fascia di capitano. Quando c’è stato da tirare un rigore determinante per il futuro della sua squadra, si è presentato sul dischetto e ha ribaltato il trend dell’ultimo periodo – il City aveva fallito la trasformazione degli ultimi quattro penalty – con una conclusione in diagonale, che ha spiazzato il suo connazionale Courtois.
Un po’ di azioni belle di De Bruyne contro il Real Madrid
Come si vede nel video sopra, l’intuizione di Guardiola è stata quella di utilizzare De Bruyne in posizione molto avanzata, così da sfruttare la sua qualità nel controllo del pallone, ma anche nella corsa, per risalire velocemente il campo. Una strategia che si è rivelata efficace, anche per le caratteristiche del Real Madrid: la squadra di Zidane attacca portando molti uomini in avanti, quindi inevitabilmente si espone alla transizione avversaria. Il City, quindi, ha mostrato due anime: ha cercato come al solito di costruire la manovra dal basso, attraverso il possesso palla, ma ha anche cercato di ribaltare velocemente l’azione, sfruttando De Bruyne come riferimento per lo smistamento del pallone, soprattutto sugli esterni. A sinistra, è stato evidente il mismatch tra Gabriel Jesus e Carvajal, mentre a destra Mahrez ha affrontato Mendy in un bellissimo duello.
L’ingresso di Sterling nel secondo tempo ha permesso a Guardiola di esasperare la ricerca dei corridoi laterali, Gabriel Jesus si è spostato nel ruolo di prima punta e ha trovato il gol su un cross arrivato proprio dalla fascia sinistra, dopo un gioco a due tra De Bruyne (a quel punto più libero di associarsi ai compagni, perché più libero da compiti di costruzione) e l’ex attaccante del Liverpool. Per De Bruyne si è trattato dell’assist decisivo numero venti in stagione, a cui vanno aggiunti nove gol. Dal punto di vista numerico, si tratta della seconda miglior stagione nella carriera del centrocampista belga (17 gol e 15 assist nel 2015/16), ma rispetto ad allora è evidente come De Bruyne sia migliorato dal punto di vista della leadership, della comprensione del gioco in tutti i suoi aspetti, non a caso Guardiola l’ha utilizzato praticamente in tutti i ruoli dal centrocampo in su, e il suo rendimento è stato sempre eccezionale. La vittoria col Real Madrid, in questo senso, è la giusta certificazione di una crescita ormai compiuta, che conferma come De Bruyne sia uno dei calciatori più forti, e completi, dell’ultima generazione. E che l’incontro con Guardiola sia stato perfetto perché arrivasse a questo livello.