Tre temi sulla 26esima giornata di Serie A

I dubbi e le tensioni di Juve-Inter, la grande chance della Lazio.

Il peggior momento della Juve di Sarri

Si fa fatica a pensare che i numeri possano mentire. E infatti, quelli della Juventus non mentono: in un mese esatto, dal 26 gennaio al 26 febbraio – i giorni delle sconfitte contro Napoli e Lione –, la squadra di Sarri ha battuto solo Fiorentina, Brescia e Spal, ha perso anche col Verona e ha pareggiato col Milan. Un andamento negativo, è evidente. Ma le perplessità vanno oltre i risultati, anzi riguardano soprattutto la qualità del gioco: dopo un segmento di stagione in cui sembrava aver metabolizzato la rivoluzione (ideale, potenziale) di Sarri, la Juventus è regredita. Anzi, la sua situazione è ancora peggiore: Sarri ha pensato e programmato la squadra perché giocasse in un certo modo, quindi ora è disabituata a un calcio di gestione, di controllo emotivo delle partite; allo stesso tempo, però, la Juventus non riesce a dominare tatticamente gli avversari. Nelle dichiarazioni di quest’ultimo periodo, Sarri ha addebitato le difficoltà dei suoi uomini alla mancanza di velocità nel possesso palla. La sua diagnosi è ovviamente giusta, accurata, anche perché legata a parametri che conosce meglio di tutti, a sensazioni che lui prova durante il lavoro settimanale e poi in occasione delle partite. Magari esistono anche altri problemi tattici, ma proprio le parole dell’allenatore bianconero spiegano perché lo scontro diretto con l’Inter arriva nel peggior momento possibile: neanche la squadra di Conte vive un momento brillantissimo – tre pareggi e due sconfitte nel 2020 –, ma di certo ha maggiori certezze rispetto alle proprie possibilità tecniche e tattiche, ha un’identità più definita e potrebbe mettere in difficoltà la Juventus sfruttando proprio le sue migliori caratteristiche, ovvero una difesa difficilmente penetrabile e la capacità di risalire il campo con meccanismi rodati, funzionali. Insomma, l’attuale scenario tattico sembra pendere dalla parte dell’Inter: una Juventus lenta nel giro palla, come sostiene lo stesso Sarri, è poco equilibrata tra le varie fasi di gioco. Contro l’Inter, contro questa Inter, servirà qualcosa di diverso, qualcosa di meglio.

All’Inter manca (ancora) una vittoria che svolti la stagione

Barcellona, Juventus, Borussia Dortmund, Barcellona, Napoli e Lazio. Nella prima parte di stagione, l’Inter ha perso contro queste squadre. Solo contro queste squadre. Non è un caso, non può esserlo: i nerazzurri stanno disputando un’ottima stagione, hanno dimostrato di avere un progetto coerente, di essere in vantaggio rispetto alle migliori aspettative riposte nell’arrivo di Conte, nella rivoluzione tecnica ed emotiva del tecnico salentino. Come detto sopra: l’Inter è una squadra che ha delle certezze evidenti, ha un’ottima difesa, un gioco d’attacco forse un po’ ripetitivo ma molto efficace. Manca solo una cosa, ma si tratta di un limite importante: a marzo 2020, i nerazzurri non sono riusciti a cogliere una vittoria che sancisse in maniera definitiva il loro accesso a un livello superiore. La Lazio e il Napoli sono state battute in altri incroci e in altri momenti della stagione, ma per diversi motivi erano squadre nettamente più deboli rispetto a quelle che hanno sconfitto Conte e i suoi uomini nelle sfide successive; stesso discorso vale per il Milan, per i due derby vinti, è evidente come i rossoneri non abbiano la stessa qualità dell’Inter. La memoria può tornare indietro fino alla sfida di San Siro con il Borussia Dortmund, al successo per 2-0 firmato da Lautaro e Candreva: quella vittoria resta la grande impresa stagionale dell’Inter, non a caso da quella notte partì un lungo periodo di imbattibilità in campionato, durato fino all’1-2 incassato all’Olimpico contro la Lazio. La partita in casa della Juventus, al netto di tutte le contingenze di questo periodo particolare, potrebbe rappresentare un punto di svolta nella stagione dell’Inter: un buon risultato cancellerebbe o comunque non amplierebbe le distanze in classifica, al contrario una sconfitta metterebbe in discussione le ambizioni immediate di Conte e della sua squadra, evidenzierebbe che forse è ancora troppo presto per chiedere qualcosa in più a questo gruppo, finora perfetto nell’interpretare il ruolo di underdog, ma che ora deve dimostrare di poter fare/dare qualcosa in più. È un discorso di rendimento ma anche tattico, vale per la meccanicità del gioco, per una mancanza di alternative percepita in alcune partite, non solo contro le grandi, ma che proprio contro le grandi ha rappresentato un difetto abbastanza penalizzante.

All’andata, i gol Ronaldo e Dybala ribaltarono l’iniziale vantaggio di Lautaro Martínez

La Lazio ha un’occasione unica e facilmente alla portata

Se il girone di Europa League fosse stato gestito in maniera diversa, la Lazio probabilmente non sarebbe così serena alla vigilia della partita. È evidente come i risultati stiano premiando la programmazione (s)bilanciata di Inzaghi, la sua scelta di concentrare maggiori attenzioni sul campionato. La classifica è splendente, e la sfida interna contro il Bologna dell’ex Mihajlovic rappresenta un’occasione più che un’insidia: vincere significherebbe raggiungere il primo posto solitario in classifica per più di 24 ore. Oltretutto, nonostante le vittorie con Inter e Genoa siano state raggiunte in modo faticoso, con il risultato parso più volte in bilico, la Lazio sta bene, è una squadra in forma e, a parte alcuni infortunati (alcuni tra l’altro assenti già a Marassi), è immersa in una sorta di idillio situazionale, il miglior contesto in cui trovarsi in un momento decisivo, anche perché una squadra tra Juventus e Inter dovrà necessariamente perdere punti nello scontro diretto – e potrebbe succedere anche che la sfida dello Stadium finisca in parità, permettendo a Inzaghi e i suoi uomini di guadagnare punti su entrambe le avversarie in classifica. Vincere con il Bologna, però, non è scontato, soprattutto considerando che i rossoblù hanno già battuto la Roma all’Olimpico. Però la squadra di Palacio e Orsolini è reduce da risultati e prestazioni altalenanti, così la Lazio, che appunto è in formato schiacciasassi e sente odore di primato, potrebbe trovarsi a gestire un patrimonio di entusiasmo che integrerebbe, anzi amplierebbe l’innegabile superiorità tecnica.

Gli highlights del match di andata allo stadio Dall’Ara