Chi sono i migliori e i peggiori sportivi al cinema?

Una classifica definitiva, da Kevin Garnett ad Alberto Tomba.

Narra la leggenda che il ruolo di Kevin Garnett nel bellissimo Diamanti grezzi sarebbe dovuto essere di Kobe Bryant. E che Black Mamba, ricevuta l’offerta dei fratelli Safdie, registi della pellicola, avrebbe declinato l’invito dicendo: «Non se ne parla: io voglio dirigere, non recitare». Così la parte è finita all’ex stella dei Boston Celtics, che per tutte le due ore e quindici minuti del film, interpreta se stesso in modo pressoché perfetto. E non era affatto scontato. Avete mai visto Francesco Totti che interpreta se stesso ne L’allenatore nel pallone 2?

Dall’epoca del muto a oggi, il cinema ha spesso preso in prestito dallo sport i suoi fenomeni: alcuni sono stati all’altezza delle loro performance sul campo, altri meno. Altri ancora, proprio per niente. Ma di chi è stata la migliore interpretazione di tutti i tempi? Nella nostra top five non ci sono né Robert De Niro né Lawrence Olivier ma ex atleti che sono riusciti a rifarsi una nuova vita sul grande schermo alla grande, ritagliandosi uno spazio tutt’altro che secondario.

Quinto posto

Al quinto posto il gallese Vinnie Jones, ex calciatore di Leeds, Sheffield Utd, Wimbledon (con cui ha vinto una Coppa d’Inghilterra) e addirittura Chelsea. Ex anima nera del calcio inglese, in campo picchiava parecchio (lo testimoniano le 12 espulsioni in carriera) e più o meno lo stesso fa oggi al cinema, dove è stato credibile spaccatutto in film blockbuster come Codice: Swordfish e X-Men: Conflitto Finale. Da applausi poi quando in Snatch, Vinnie-Tony Pallottola al Dente sentenzia: «Non ti serve una pistola Rosabella, ti servo io!».

Vinnie Jones interpreta un sicario inglese particolarmente spietato nel film di Guy Ritchie The Snatch: lo strappo, del 2001

Quarto posto

Il quarto posto va di diritto a Johnny Weissmuller. Il più famoso Tarzan di tutti i tempi, prima di indossare slip leopardati e saltare da una liana all’altra per salvare Jane dalle grinfie dei cattivi, negli anni Venti fu un sublime campione di nuoto con sei medaglie olimpiche e ben 67 record mondiali stabiliti in carriera. «Come può un tizio arrampicarsi sugli alberi, dire “Io Tarzan, tu Jane” e guadagnare milioni? Il pubblico perdona il mio modo di recitare perché sa che sono stato un atleta», diceva quasi a volersi scusare per il tanto successo. La sua stella oggi brilla nella Walk of Fame di Los Angeles.

Johnny Weissmuller ha interpretato Tarzan in dodici pellicole sul personaggio inventato dallo scrittore Edgar Burroughs. Qui in una scena de Il trionfo di Tarzan, film del1943 diretto da Whilelm Thiele

Terzo posto

Il gradino più basso del podio se lo piglia Adriano Panatta, diventato star virale su YouTube per il suo delizioso cammeo ne La profezia dell’armadillo, film tratto dalla graphic novel di Zerocalcare. Nei due minuti di monologo il tennista romano, perfetto come una volèe, racconta a un giovane sondaggista la supremazia dell’armonia sul risultato e della bellezza sulla muscolarità del gioco. E lo fa in un modo talmente naturale che è come se avesse recitato da sempre.

Adriano Panatta ha vinto la Coppa Davis con l’Italia (l’unica della storia azzurra) e il Roland Garros nello stesso anno, il 1976. Il film in cui ha recitato, La profezia dell’armadillo, è uscito nel 2019 ed è stato diretto da Emanuele Scaringi

Secondo posto

Seconda piazza invece per Carlo Pedersoli, in arte Bud Spencer  – «Ho scelto di chiamarmi Spencer perché adoravo Spencer Tracy e Bud perché bevevo la birra Budweiser» – idolo di grandi e bambini dalla comicità rassicurante. Prima di sbancare i botteghini di mezza Europa accanto a Terence Hill, è stato un grande nuotatore grazie a una decina di campionati nazionali vinti e a un leggendario record italiano dei 100 metri stile libero. Ironico, burbero, manesco ma sempre a fin di bene.

Bud Spencer ha recitato insieme a Terence Hill in 19 film, e questa è una delle scena più famose di una delle migliori pellicole della coppia, Altrimenti ci arrabbiamo di Marcello Fondato, uscito nel 1974

Primo posto

Il titolo se lo porta a casa Eric Cantona, lo straordinario numero 7 del Manchester United. Francese di origini sarde, considerato uno dei migliori attaccanti della sua generazione, è stato protagonista di diversi spot pubblicitari, soprattutto per Nike. Dopo il ritiro, è riuscito trasformarsi in un attore credibilissimo grazie a film d’autore come Elizabeth accanto a Cate Blanchet, Les Rois du Monde di Laurent Laffargue e The Salvation di Kristian Levring con Eva Green. Un po’ di commozione quando ne Il mio amico Eric di Ken Loach, interpretando se stesso, infonde sicurezza all’altro Eric, postino di mezz’età, con frasi cult come: «La mia azione migliore non è mai stato un gol, ma un assist», o «Senza rischiare non possiamo superare i rischi».

Eric Cantona esordisce come attore nel 1995 con La felicità è dietro l’angolo ma la sua migliore interpretazione è nel fortunato film Il mio amico Eric di Ken Loach, uscito nel 2009

Fin qui quelli che ce l’hanno fatta. Dall’altra parte, tutti gli altri. E sono molti. Ne scegliamo anche in questo caso cinque.

Quinto posto

Qui si posiziona O.J. Simpson. L’ex running-back dei Buffalo Bills, oggi in libertà vigilata dopo una condanna per rapina a mano armata e sequestro di persona, aveva preso parte a tutte le puntate della trilogia comica di Una pallottola spuntata, interpretando il ruolo del detective Nordberg. Goffo, statico, impacciato, sul grande schermo è stato l’esatto contrario di quello che era sul campo di gioco dove macinava yard su yard e collezionava convocazioni al Pro Bowl. Nel 1994 la star della Nfl riuscì a vincere un Razzie Award come peggior attore non protagonista per Una pallottola spuntata 33 – L’insulto finale, ultimo capitolo della saga. Non sono stati solo i processi ad abbattere la sua leggenda, una spallata gliel’ha assestata anche il cinema.

Una pallottola spuntata 33 1/3, film del 1994 diretto da Peter Segal è stato l’ultimo film in cui ha recitato OJ Simpson

Quarto posto

Al quarto posto brilla, si fa per dire, la stella della campionessa di arti marziali miste, Gina Carano, che ha portato la sua monoespressività in film come Knockout di Steven Soderbergh, Fast & Furious 6 e Deadpool. «Sul grande schermo siamo abituati a vedere Milla Jovovich o Angelina Jolie, armate fino ai denti e con indosso vestiti aderenti o roba di latex», ha raccontato, «Ma loro almeno sanno recitare». Un premio all’autoironia.

Gina Carano ha recitato solo in film d’azione e ha sempre interpretato ruoli in cui il personaggio ha dei confronti fisici violenti con degli avversari. In questa scena interpreta la protagonista Mallory Kane in Knockout – Resa dei conti di Steven Soderbergh (2011)

Terzo posto

Il podio è tutto un programma. Al terzo posto si piazza la leggenda dei Chicago Bulls, Michael Jordan, attore per una notte in Space Jam, nel 1996. Per la sua performance davanti alle telecamere il più bel complimento che ha preso è stato «è pesante e statico come un ciocco di legno», bel contrappasso per un campione che aveva fatto dell’armonia e della leggerezza (era soprannominato His Airness) il suo marchio di fabbrica.

Micheal Jordan ha “giocato” insieme ai Looney Toons in Space Jam di Joe Pytka, uscito nel 1996

Secondo posto

Al secondo posto spunta David Beckham, protagonista di un terrificante cammeo nell’ultima pellicola di Guy Ritchie, King Arthur: Legend Of The Sword. David è Trigger, cavaliere dai nervi piuttosto tesi e dal volto segnato da cicatrici, e gli è bastata un’apparizione di pochi minuti per compiere il capolavoro: peggiorare una pellicola già brutta di suo. Un polpettone esteticamente anacronistico, dove i costumi e persino le acconciature sembrano appartenere più al reality show Tamarreide che a una foresta medievale. Il Telegraph l’ha definito «così insipido e inadeguato, che la tua immaginazione e memoria non riusciranno mai ad essere impressionati. Basta la trama per smantellare ogni grammo di concentrazione che hai». Unica nota positiva: il clamoroso flop di King Arthur al botteghino renderà improbabile la produzione di eventuali sequel.

David Beckham ha recitato per soli quattro minuti nel (poco apprezzato) film King Arthur – Il potere della spada di Guy Ritchie, in sala nel 2017

Primo posto

Ma questo lungo cahiers de doléances ha anche un vincitore. Unico e incontrastato. È Alberto Tomba. Immenso campione di sci, capace di vincere tutto (tre ori olimpici, due ori mondiali, nove Coppe del mondo divise tra gigante e slalom), ha tentato l’impossibile: abbattere il suo stesso mito recitando – si fa per dire – in Alex l’ariete, film che avrebbe dovuto sancire l’inizio della sua gloriosa carriera nel cinema e che invece ne ha decretato l’ineluttabile (e provvidenziale) fine. A far tremare le vene ai polsi, la sua interpretazione del rozzo poliziotto amante del risotto con le erbette che cerca di salvare una ragazza, una Michelle Hunziker perfettamente in linea con la recitazione del partner maschile, coinvolta in un giro più grande di lei. Uno dei punti più alti del film è quando Alex dice: «Chiamatemi per una rapina di banca, chiamatemi par arrestare spacciatori di droga, chiamatemi almeno per i violentatori di bambini, ma mandatemi via da questo posto… A meno che Caterina, la deliziosa signorina che ho conosciuto ieri, non mi accolga con un bel sorriso…». Raramente si è visto di peggio al cinema. E forse non solo lì.

Uno spezzone (dimenticabile) di Alex l’ariete di Damiano Damiani, uscito nel 2000