Cosa farà la Premier League con il Coronavirus

Da questa giornata, per esempio, niente strette di mano tra i giocatori.
di Redazione Undici
06 Marzo 2020

Gli organi dirigenziali della Premier League hanno deciso che nella prossima giornata del massimo campionato inglese saranno vietate le strette di mano fra gli atleti in campo, arbitri compresi. La proposta era stata avanzata nei giorni scorsi e il sistema sportivo inglese ha deciso che sia necessario prendere misure rigide per contenere l’espansione del Coronavirus, anche se la Gran Bretagna non risulta fra i paesi europei più colpiti dall’epidemia. I vertici della lega e i dirigenti dei venti club che partecipano al torneo si sono incontrati ieri a Londra, e in una lunga riunione e hanno analizzato le possibili modifiche da attuare nel caso la gravità della situazione aumenti. Fra le ipotesi avanzate c’è anche quella della continuazione del torneo a porte chiuse, e in merito a ciò, il direttore finanziario dell’Everton Sasha Ryazantsev ha dichiarato: «Sarebbe una decisione forzata e non una che intraprenderemmo in modo proattivo. Ma l’intera situazione va ben oltre il mondo dello sport. Nessuno vuole giocare a porte chiuse e non credo sia inevitabile che accada, ma riteniamo sia molto probabile che le cose cambino nelle prossime settimane».

Dopo che la Serie A ha deciso che fino ad aprile le partite del campionato si giocheranno a porte chiuse, anche la Premier League – il campionato più seguito del mondo – potrebbe dunque arrivare a questa drastica decisione. Nel frattempo, come riportato, dal Guardian, anche altre aziende che lavorano nel mondo dello sport hanno adottato misure drastiche per gestire la situazione. Ad esempio, l’ex giocatore del Manchester United e adesso commentatore sportivo di Sky Sport, Gary Neville, ha deciso di non partecipare più alle trasmissioni sportive per motivi precauzionali; il Liverpool, club primo in classifica, ha comunicato che non farà scendere in campo le solite mascotte in accompagnamento ai giocatori in campo.

Da quanto si apprende dall’Inghilterra, i club non vorrebbero privarsi del pubblico durante le proprie partite, dato che sarebbe una circostanza che arrecherebbe alle società sia un danno economico (dovuto alle mancate vendite dei biglietti) che un problema di immagine (spalti interamente vuoti e stadio deserto). Eppure, la gravità della situazione non permette alle società di fare troppo diversamente e anche lo stesso Governo inglese, negli ultimi giorni, sta studiando piani per il contenimento della malattia, che finora nel Regno Unito ha colpito 140 persone.

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