De Bruyne ha detto che lo stop per la pandemia lo ha convinto a prolungare la carriera di due anni

«Ho già avvertito anche mia moglie: ora il calcio non è importante, ma mi manca molto e tornerà il tempo per poter giocare».
di Redazione Undici 01 Aprile 2020 alle 10:12

Ieri sera, Kevin De Bruyne è intervenuto al live Instagram organizzato da RocNation Sport, l’agenzia di consulenza che fa capo al rapper Jay Z e che cura la sua immagine e quella di Lukaku e Witsel, tra gli altri. È parso evidente come al centrocampista belga manchi tantissimo il calcio giocato. In questo senso, le parole del 28enne del Manchester City descrivono il suo presente e il suo futuro in maniera chiara: «In questo momento il calcio non è così importante, la salute della comunità viene prima di tutto. Però sento la mancanza del gioco, e presto verrà di nuovo il tempo di stare in campo. Anzi, questa lontananza forzata ha già aumentato la mia voglia: l’ho detto a mia moglie, ci vorranno altri due anni di carriera per compensare questo periodo senza partite».

De Bruyne aveva già manifestato l’intenzione di restare nel mondo del calcio dopo la fine della sua vita da giocatore, non a caso ha già iniziato a frequentare i corsi per diventare allenatore. Però lo stop per la pandemia Coronavirus potrebbe ritardare il momento del ritiro, anche perché la famiglia del centrocampista belga ha vissuto una situazione difficile fin dall’inizio: «I miei parenti e i miei figli erano malati, siamo a casa in autoisolamento da due settimane. Ora va meglio, ma quando il virus ha iniziato a circolare anche nel Regno Unito ci siamo preoccupati un po’. Ci sono voluti otto o nove giorni di quarantena, ora non ricordo precisamente, ma alla fine si è risolto tutto».

Durante la chiacchierata su Instagram con i suoi due compagni di Nazionale, De Bruyne ha stilato anche la top 11 dei calciatori con cui si è trovato a condividere il campo nel corso della sua carriera. Ha scelto Cech, anche se ha tenuto a precisare che «Courtois ed Ederson possono ancora raggiungere il suo livello»; poi ha scelto Walker, Kompany, John Terry e Mendy; a centrocampo, la sua scelta è caduta sul trio Fernandinho-David Silva-Lampard; in avanti, tridente delle meraviglie con Hazard, Agüero e Sterling.

>

Leggi anche

Calcio
Ahanor non può ancora essere convocato nella Nazionale italiana, e all’estero non si spiegano come sia possibile
Una situazione paradossale, che accomuna il difensore dall'Atalanta a campionesse come Myriam Sylla. E che in Francia desta più scandalo che in Italia.
di Redazione Undici
Calcio
Grazie a una “campagna acquisti” iniziata cinque anni fa, gli Emirati Arabi Uniti hanno fregato la FIFA e oggi hanno una Nazionale piena di giocatori naturalizzati
A partire dal 2019, gli Emirati Arabi Uniti hanno utilizzato i petroldollari per convincere e naturalizzare giovani promesse straniere, aggirando così i paletti della FIFA. E oggi, grazie a questo, possono andare al prossimo Mondiale.
di Redazione Undici
Calcio
Le qualificazioni UEFA ai Mondiali e agli Europei non piacciono più a nessuno
L'ultima sentenza arriva dalla Football Association inglese, che lancia l'appello "per una profonda revisione del format attuale".
di Redazione Undici
Calcio
Dopo che per decenni i suoi talenti hanno giocato per i Paesi Bassi, adesso il Suriname sta importando giocatori e sta per andare ai Mondiali
Da Gullit e Rijkaard fino a Van Dijk, il Suriname ha "regalato" agli Oranje i suoi migliori campioni. Adesso la situazione si è ribaltata: il Suriname può qualificarsi proprio grazie ai calciatori nati in Europa.
di Redazione Undici