L’acquisto del Newcastle da parte di un fondo saudita non piace ad Amnesty International

Nel Paese arabo, i diritti umani non sarebbero garantiti per tutti.

Mike Ashley è uno dei proprietari di club più odiati e osteggiati del calcio mondiale. Da tredici anni è alla guida del Newcastle United, ma gli stessi tifosi dei Magpies lo contestano praticamente fin dall’inizio della sua avventura, con toni e termini che sono diventati sempre più duri con il passare del tempo. Durante lo stop per la pandemia Coronavirus, si sono rincorse molte voci sulla possibile cessione delle quote del club a una nuova proprietà, guidata da un fondo di investitori pubblici dell’Arabia Saudita. Secondo quanto riportato dal Guardian, la trattativa prosegue ed è in uno stadio molto avanzato, anche se però potrebbe essere osteggiata da Amnesty International.

Il quotidiano britannico spiega che i controlli dei vertici della Premier League non dovrebbero porre veti o riscontrare problemi nel processo di acquisizione, ma l’associazione umanitaria fondata a Londra nel 1961, che si occupa della difesa dei diritti umani in tutto io mondo, ha espresso dei dubbi sugli obiettivi di questa operazione da parte del fondo saudita. Felix Jakens, dirigente inglese di Amnesty, ha spiegato che l’Arabia Saudita «sta cercando di entrare nella Premier League, il campionato più glamour del mondo, per cercare di ripulire la sua immagine, perché vuole coprire il mancato rispetto dei diritti umani nel Paese investendo in una squadra di calcio famosa e ricca di storia». Sempre secondo il Guardian, il fondo saudita considera come «una formalità» tutta la fase di controlli preliminari da parte della Premier League, e il fatto che «siano stati coinvolti degli investitori esterni, tra cui le società finanziarie britanniche Amanda Staveley e Reuben Brothers, evidenzia la volontà di apertura di un Paese determinato ad abbracciare la modernità del 21esimo secolo».

Oltre a grandi iniezioni di fondi nelle casse del Newcastle, che rinnoverebbero la rosa e le infrastrutture del club, il fondo saudita dovrebbe garantire anche degli investimenti importanti anche nel settore immobiliare del Tyneside, che darebbero nuova linfa all’economia dell’intera area. I tifosi dei Magpies sembrano entusiasti dell’affare, perché così si libererebbero dell’odiato Ashley ma anche per le potenzialità economiche del gruppo che dovrebbe acquistare le quote della squadra. Secondo le stime che circolano su internet, il fondo di investimento pubblico dell’Arabia Saudita avrebbe un valore economico di 260 miliardi di sterline, una quota quasi dodici volte superiore al patrimonio dello sceicco Mansour, proprietario del Manchester City (23 miliardi di euro). Tra poche settimane, quindi, il Newcastle potrebbe diventare la (nuova) squadra più ricca del mondo, al netto dei dubbi di Amnesty International.