Özil e altri due giocatori dell’Arsenal sono contrari al taglio dello stipendio

Arteta e i suoi giocatori hanno accettato una riduzione del 12,5 per cento del loro stipendio.

Lo stop dei campionati ha costretto tantissimi club a chiedere ai propri giocatori una decurtazione dello stipendio. Un passaggio quasi obbligato visto il periodo attuale, con le società private di ogni tipo di incasso. In Italia, per esempio, i giocatori di Juventus e Roma hanno deliberatamente deciso di dare una mano rinunciando a quattro mesi di stipendio (una parte di questi recuperabili nelle prossime stagioni tramite una spalmatura qualora il campionato attuale dovesse riprendere). In Inghilterra, l’ultimo caso è quello dell’Arsenal, con i giocatori che subiranno un taglio al proprio ingaggio fino a un massimo del 12,5 per cento. Il club londinese ha comunicato che è stata raggiunta un’intesa con Arteta e i suoi giocatori: «Siamo felici di comunicare di aver raggiunto un accordo volontario con i giocatori della prima squadra, l’allenatore e lo staff nell’ottica di supportare il club in questo momento critico. Le riduzioni del 12,5 per cento sul totale dello stipendio annuo saranno operative da questo mese, con i documenti che verranno completati nei prossimi giorni. Se raggiungeremo obiettivi specifici nelle prossime stagioni, il club ripagherà le somme concordate».

In realtà, i media inglesi hanno rivelato che non tutti i giocatori – seppur si tratti di una ristretta minoranza – sono favorevoli all’accordo. L‘Independent ha scritto che tra di loro c’è anche Mesut Özil, insieme ad altri due calciatori. L’ex Real Madrid ha uno stipendio fisso di 350mila sterline a settimana, ma, a quanto pare, vorrebbe attendere i prossimi sviluppi prima di accettare qualsiasi decurtazione di ingaggio. Non una chiusura totale, ma la volontà di maggiore chiarezza. L’agente del tedesco, Erkut Sogut, aveva detto nei giorni passati: «Il rinvio dei pagamenti degli stipendi è una soluzione, ridurre l’importo no, perché i club potrebbero avere gli stessi incassi della scorsa stagione. Solo tra tre o sei mesi potremo vedere il reale impatto finanziario di questa situazione sui club, non è qualcosa che possiamo capire oggi».